Recupero funzionale ed unità architettonica

Il progetto di risanamento conservativo della Casa Comunale di Siziano è parte di un programma voluto dall’attuale Amministrazione già dall’inizio degli anni ‘90 con lo scopo di riqualificare gli spazi urbani principali e di recuperare gli edifici pubblici centrali di questo piccolo centro cittadino posto sul confine nord orientale della provincia di Pavia.
Il progetto tende a conservare la fabbrica attraverso un insieme di operazioni con le quali ci si oppone al degrado dei materiali e delle strutture che hanno costituito l’edificio nel tempo.
L’intervento di recupero è stato condotto con il benestare di un doppio parere, il primo, rilasciato dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici e Ambientali, che riguarda la tutela dell’edificio sotto il profilo degli interventi edilizi adottati, il secondo rilasciato dalla Soprintendenza in materia di tutela dei Beni Archivistici, che è attinente la scelta del trasferimento dell’archivio storico al piano interrato.

Stratificazioni storiche degli interventi
La Casa Comunale di Siziano, nel suo assetto attuale, è il risultato di interventi avvenuti in cinque epoche distinte.
L’area su cui sorge il fabbricato è antistante il terrapieno, contenuto dai tronchi delle mura che sono rimaste come uniche tracce di un Castello, risalente al XI sec..
Dalle mappe storiche, depositate presso l’Archivio di Stato di Pavia, si evince che alle soglie temporali del 1722 e 1869, l’area non era ancora occupata dalla fabbrica della Casa Comunale.
1. Sulla mappa catastale del 1869, tuttavia, si riscontra, attraverso la presenza dei fabbricati che ancora oggi definiscono i lati minori del vuoto antistante il Municipio, il primo atto di formazione dell’attuale piazza, che ha assunto il suo assetto definitivo con la costruzione, della struttura lineare costitutiva dell’odierna Casa Comunale. Infatti il corpo di fabbrica più antico è stato realizzato nella seconda metà del secolo XIX, nella parte Sud-Est della piazza.
2. La struttura del fabbricato originario, oltre che da immagini storiche, reperite presso gli archivi comunali, si evince dalla tavola di progetto del 1934, relativa alla sua sistemazione ed al suo ampliamento, attraverso la realizzazione di un corpo ad un unico livello posto nella parte Nord.
3. Da una documentazione fotografica che risale al 1937, si desume che la costruzione del corpo alto un piano è stata estesa fino a comprendere la realizzazione dell’attuale Sala Consigliare con il relativo portico di accesso.
4. Il fronte verso la Piazza del Municipio è stato successivamente completato con la realizzazione del sopralzo di due livelli, oggi occupati dall’Ufficio Tecnico e da due unità abitative.
5. Nella prima metà degli anni ottanta attraverso un progetto di ristrutturazione si decide di ridimensionare la residenza presente nel complesso del Municipio e di adibire ad uffici comunali tutto il complesso dei tre corpi di fabbrica, ad eccezione di un settore al piano terra, ricavato al centro del corpo di fabbrica originario che viene lasciato in gestione all’Asl. e successivamente alla Polizia Municipale e di una porzione al secondo livello, destinato a residenza.
Con il medesimo progetto vengono cancellati dalla facciata le fasce in rilievo, costitutive del partito architettonico dello zoccolo e viene modificato e limitato l’uso pubblico della Piazza attraverso l’inserimento di un grande manufatto che al suo interno contiene un terrapieno a verde.

Analisi dello stato di fatto
L’edificio comunale, si sviluppa a partire da una pianta rettangolare e si erge per tre piani fuori terra sino alla copertura a falde inclinate, realizzata con manto in coppi, mostrando una facciata principale asimmetrica, segnata dagli ampliamenti avvenuti a partire dal 1934.
La struttura portante è costituita da setti in muratura di mattoni pieni, i solai, non più originari, sono realizzati in cemento e laterizio mentre la copertura è appoggiata su capriate in travi di legno formando un sottotetto non praticabile.
Il fabbricato più antico costitutivo del complesso della Casa Comunale, collocato nella parte Sud-Est della piazza è caratterizzato da un corpo di fabbrica con un muro di spina centrale che condiziona l’assetto tipologico distributivo degli spazi interni organizzati, a partire dal corridoio centrale, che attraversa longitudinalmente, ai vari piani tutto il fabbricato, prolungandosi anche nei corpi edilizi aggiunti successivamente.
L’ingresso principale alla Casa Comunale avviene all’estremità della facciata Est del corpo originario, dal quale oltre l’atrio si accede al vano scala di distribuzione ai piani. Un accesso di servizio, con relativo vano scala servente i piani, è ubicato in posizione contrapposta.
Il piano seminterrato, accessibile dal vano scala principale, prima dell’intervento di progetto non risultava utilizzabile a causa delle ridotte altezze nette interne ai locali e della presenza consistente di umidità, dovuta alla mancanza di una adeguata impermeabilizzazione della struttura e aggravata dall’aumento del livello della falda freatica.
Esso presentava un pavimento in battuto di cemento, murature in laterizio pieno per uno spessore medio di 50 cm., con giunti dei corsi, superiori ad 1cm., con malta originaria di allettamento in calce debolmente idraulica, soffitti con volte ribassate, a botte ed a crociera, in mattoni a vista, il tutto per un’altezza interna di circa 1.60 m. all’imposta delle volte, con illuminazione ed aerazione insufficienti.
La volontà di recuperare il piano seminterrato, finalizzata al contenimento dell’archivio comunale, ha comportato il superamento di diversi ostacoli che sono stati risolti progettualmente a partire da un’indagine strumentata di misurazione e diagnosi, condotta da una ditta specializzata, resasi necessaria anche a seguito di un evento eccezionale che ha determinato l’allagamento del volume interrato.
Tale indagine ha messo in evidenza come l’invaso dell’acqua nella muratura fuori terra a quota strada, arrivasse a circa 1 m. e non avesse andamento costante mentre già la rifinitura a civile era in parte degradata e la pittura negli stessi punti risultava sbollata.
Gli intonaci di finitura delle facciate, versavano in condizioni di degrado a causa del distacco dal supporto in muratura sottostante, così come le decorazioni in rilievo, che determinavano la partitura architettonica delle facciate, risultavano in fase di precarietà avanzata.
Tale condizione è stata ancor più accentuata dall’utilizzo di una pitturazione finale a base plastica che non ha consentito la necessaria traspirabilità del muro.

Interventi di progetto
Il luogo segnato dalla presenza del Municipio, spicca per la sua centralità nel sistema degli spazi pubblici del paese, condizionandone l’assetto urbano.
L’attuale veste architettonica, della Casa Comunale è dovuta ai lavori di risanamento conservativo terminati nell’anno 1998 che hanno portato al totale rifacimento delle facciate.
Tali interventi, sono stati coordinati con altri progetti, gestiti dall’Ufficio Tecnico Comunale, che hanno riguardato, la fornitura e la posa di pareti attrezzate in alcuni uffici al piano primo, la fornitura e la posa di corpi illuminanti adeguati alle funzioni esercitate nei diversi ambienti ai piani ed infine, l’adeguamento degli impianti ai sensi della legge n. 46/90.
L’edificio è stato rilevato nel suo insieme per ciò che attiene i dati geometrici, l’assetto distributivo e funzionale, la tecnologia costruttiva, la natura dei materiali e la loro consistenza fisica ed infine lo stato di degrado.
Gli interventi realizzati e previsti dal progetto di risanamento conservativo, sono, in sintesi, costituiti da:
– recupero e consolidamento dell’intero piano seminterrato da adibire ad archivio storico del Comune;
– recupero dell’architettura delle facciate attraverso un intervento di risanamento conservativo;
– adeguamento dei vani scala alle normative vigenti in materia di sicurezza;
– riordino funzionale degli spazi interni.

Recupero e consolidamento del piano seminterrato
L’accesso al piano seminterrato avviene sia dall’interno dell’edificio, attraverso la scala interna resa di tipo protetto con strutture e porte REI 120, che direttamente dall’esterno per mezzo dell’uscita di sicurezza ubicata all’estremità del lato orientato ad Ovest.
Tale accesso costituisce anche l’ingresso al “Museo dei Combattenti” che ha sede in una delle sale del piano seminterrato.
I documenti che costituiscono l’archivio completo, da trasferire al piano seminterrato, dopo gli opportuni lavori di adattamento, e secondo lo schema di arredo proposto, constano di un quantitativo di carta, corrispondente a un peso complessivo di circa 150 q.li, distribuiti su una superficie di circa 140 mq..
I locali sono stati recuperati, resi agibili e conformi alle normative igienico sanitarie e di sicurezza vigenti, attraverso la scelta di ricavare delle altezze confacenti alla nuova funzione prevista, tramite l’abbassamento del massetto di pavimentazione e per mezzo dell’isolamento dei muri perimetrali, con materiali impermeabilizzanti e coibenti.
Pertanto il programma si è basato sull’esecuzione dei seguenti interventi:
– demolizione dell’attuale massetto di pavimentazione esistente in cemento;
– scavo e rimozione del terreno per una sezione di circa cm. 40;
– controplatea al perimetro di fondazione interno ai locali mediante una trave continua con sezione ad L;
– fondazione del pavimento, costituita da una platea in c.a. fluidificante, gettata in opera su strato impermeabile a quota 210 cm. dal piano strada con abbassamento del piano di calpestio ad una quota di circa 40 cm. inferiore alla preesistente;
– impermeabilizzazione delle riprese di getto del calcestruzzo di fondazione del pavimento;
– impermeabilizzazione in controspinta dell’intera superficie di fondazione del pavimento;
– getto del massello in cls. armato con rete elettrosaldata a formazione del nuovo piano di calpestio;
– deumidificazione delle murature interne;
– intonaci impermeabili sulle superfici murarie interne controterra;
– intonaci macroporosi su tutte le superfici murarie interne;
– finitura del pavimento con impasto epossidico colorato e autolivellante.
Il pavimento è stato realizzato in modo tale che l’eventuale allagamento del volume interrato, a causa di acqua proveniente dalle aperture o dalla rottura del sistema impermeabile di fondazione, (circostanza non verificatasi dopo l’intervento) possa essere, almeno parzialmente, convogliata sotto pavimento e da questo eliminata con sistema di asciugatura ad aria secca inserita a pressione lungo la zoccolatura a quota pavimento.
I punti fondamentali ai fini del risanamento igrometrico del volume interrato sono:
a) Barriera orizzontale a lenta diffusione e su muratura con contenuto di acqua minore del 15% .
All’estensione della barriera su tutte le murature interne e su tutti i verticali di contatto con la muratura esterna controterra, è stata preferita l’eliminazione degli interventi in verticale eseguiendo la barriera lungo tutte le murature a quota piano cantinato.
Nei muri controterra, l’obiettivo non è l’interruzione ma l’attenuazione della risalita capillare.
L’estensione della barriera può essere definita dopo la fase di asciugatura con aria essiccata.

b) Sigillante idroespandente in corrispondenza delle discontinuità della platea di fondazione a basso rapporto a/c.
E’ determinante per permettere la continuità geometrica tra elementi orizzontali e verticali.
Infatti è stato notato un grande afflusso di acqua verso l’interno proprio dal perimetro della platea in cls.

c) Sigillatura con malta espansiva.
Si rinforza la continuità geometrica tra elementi orizzontali e verticali. L’eccesso delle operazioni è dovuto al fatto che tale continuità resta sempre un punto critico perchè si pretende di rendere idraulicamente continui due materiali diversi sia geometricamente sia meccanicamente.

d) Primo strato di intonaco impermeabile e strato successivo di intonaco macroporoso, spessore minimo totale 5 cm.
Si prevede la realizzazione del sistema di intonacatura, impermeabile + macroporoso, su tutte le superfici interne, controterra.
E’ possibile una parziale diversificazione degli intonaci, fino all’allineamento del capitolato, solo dopo il risultato dell’asciugatura forzata.

e) Film in polietilene a bolle geocomposto avente funzione di cassero di contenimento del pavimento continuo e di canali di aerazione del sottofondo.
L’asciugatura forzata è il metodo che annulla in breve tempo l’acqua impregnante la muratura per allagamento o per capillarità ma non toglie gli effetti.
I canali del geocomposto verranno riportati sul perimetro del pavimento al fine di permettere in qualunque momento l’immissione sottopavimento di aria essiccata in caso di allagamenti, di trasudamenti, o di insuccesso del risanamento.

f) Strato impermeabile in malta cementizia armata con rete in fibra di vetro.
E’ indispensabile. E’ posizionato sopra la platea di sottofondo già esistente, deve essere continuo fino alla quota effettiva della barriera.
Per questo viene eliminato ogni elemento attraversante la platea di sottofondo.

Le volte sono state ripulite, risanate e protette con sabbiatura finale a secco.
E’ stata inoltre prevista, per il settore occupato dall’archivio, la dotazione di idoneo impianto, di riscaldamento collegato all’esistente centrale termica, posta al piano terra in un locale esterno ai corpi di fabbrica della Casa Comunale.
Altro impianto allocato è quello di ventilazione meccanica, con immissione ed emissione continua, di supporto all’aerazione naturale già di per sé distribuita in modo equilibrato rispetto alla conformazione degli spazi in misura non inferiore a 1/30 della superficie in pianta dei locali.
Infine, in posizioni di facile accessibilità rispetto alla conformazione degli spazi interni sono stati quindi collocati gli estintori del tipo a polvere chimica adatti per archivi e biblioteche.
A livello dell’indagine strumentale è stato possibile verificare il successo delle operazioni di risanamento e di impermeabilizzazione mediante misurazioni svolte prima dei lavori e ad opera compiuta.

Recupero dell’architettura delle facciate
Il recupero dell’architettura della facciata e gli interventi manutentivi della stessa, sono stati rivolti oltre che a mantenere in efficienza gli elementi decorativi che contribuiscono a determinare la partitura della facciata, anche a rendere riconoscibili le gerarchie e le relative autonomie dei tre corpi edilizi.
Gli elementi architettonici che rivestono la facciata principale si ripetono analogamente anche sugli altri prospetti, facendo trasparire uniformità e omogeneità nell’apparato decorativo; il linguaggio che ne deriva, retaggio della realizzazione originaria di fine Ottocento, esprime essenzialità e serenità di stile.
Anche i materiali ed i colori utilizzati, trasmettono la semplicità dell’ornato ma nel contempo, enfatizzano la funzione civile dell’edificio.
Nell’intervento si è proceduto alla rimozione di tutte le persiane e di parte dei serramenti non più efficienti, tra cui quelli di ingresso al piano terra, in corrispondenza dei quali sono state realizzate delle bussole d’ingresso con porte di sicurezza in ferro e vetro.
Per generare l’unità architettonica ed accentuare il senso di continuità è stato poi introdotto uno zoccolo in cemento strollato, del tipo deumidificante, costituito da un impasto di cemento contro il quale, una volta messo in opera, a fresco, sono stati gettati dei sassi di grana media e colorazione compresa fra il bianco ed il grigio; sono stati ripristinati gli intonaci all’angolo dei corpi di fabbrica nelle posizioni in cui sono stati rimossi gli elementi prefabbricati in pietra a formazione delle paraste; sono state ricostruite e consolidate le cornici ed i cornicioni di gronda e le paraste, il tutto finalizzato a conferire ordine e importanza alla Casa Comunale, che definisce l’omonima piazza.
Un refilato in pietra corre al perimetro dello zoccolo per staccare il fabbricato dalle finiture in masselli di conglomerato cementizio, costitutive dei percorsi circostanti.
Le facciate sono state preventivamente scrostate, fino a riportare a nudo la muratura in mattoni pieni, successivamente lavata, ripulita e consolidata con un lattice adesivo, elasticizzante ed impermeabilizzante, per poi procedere ad una rasatura coprente mediante intonaco macroporoso, nelle porzioni fino all’altezza dello zoccolo, mentre nelle parti superiori è stato effettuato un rinzaffo in malta bastarda a base di calce e cemento con ausilio di rete porta intonaco ed una finitura al civile.
E’ seguita una pitturazione finale a base di silicati puri.
L’intervento di rimozione dell’intonaco esistente ha messo in rilievo la tipica tessitura di testa delle murature perimetrali in mattoni pieni.
La riconoscibilità dei tre corpi di fabbrica costitutivi del plesso comunale, è stata resa eloquente mediante l’utilizzo di un colore diverso che segna lo stacco tra il corpo di fabbrica originario e gli ampliamenti successivi.
L’intervento in copertura si è limitato ad opere di ricorsa e di sistemazione del manto in coppi per poi procedere con la parziale sistemazione delle lattonerie in rame.

Adeguamento dei vani scala alle normative di sicurezza
In relazione all’ubicazione dell’archivio, al piano seminterrato, destinato a contenere un quantitativo di carta superiore ai 50 q.li e con riferimento al programmato aumento della pianta organica, per un numero di addetti compreso fra le 25 e le 50 unità, anche in ottemperanza alle disposizioni legislative sia in materia di prevenzione incendi che in ambito di luoghi di lavoro, sono state determinate le scelte progettuali che hanno comportato l’adeguamento delle vie di fuga dai piani della struttura, trasformando l’attuale vano scala principale, che contiene l’ascensore in un vano scala di tipo protetto con strutture REI 120 per l’accesso ai piani e allargando di 20 cm. fino a m.1,20, le rampe della scala di servizio, che viene ad assumere valenza di scala di sicurezza.

Riordino funzionale degli spazi interni
Obiettivo non secondario dell’intervento è stata la riorganizzazione ed il riordino funzionale degli spazi interni con la ridefinizione e l’ottimizzazione degli spazi di alcuni Uffici, attraverso la demolizione di murature ed il rifacimento dei pavimenti e degli impianti, come è avvenuto per l’Ufficio Tecnico, o con l’introduzione di pareti attrezzate in metallo e vetro, come è stato proposto per l’Ufficio Tributi.

Tutti gli interventi realizzati con questo progetto, i cui lavori sono stati completati nel 1998, sono funzionali ad una fase successiva che persegue quale obiettivo finale, di recuperare al piano terra, gli spazi oggi occupati dalla Polizia Municipale, per ridistribuire attraverso la logica di un atrio di ingresso centrale, gli Uffici di servizio al Pubblico, consentendo anche un accesso dall’interno alla Sala Consigliare ed infine di liberare la Piazza dall’elemento ingombrante costituito dalla grande vasca antistante la facciata principale del Municipio, che limita in maniera sensibile l’uso collettivo del suolo pubblico.

Responsabile del Procedimento: Geom. Fabbian Ziliano
CONSULENZE
Indagine strumentata: Ing. Gabriele Fatarella
Progetto impianti:Ing. Mirco Magnardini
FOTO
D.M.C. fotografia Cesare Brè

Il progettista
Sandro Ghiozzi, nato nel 1959, si è laureato in Architettura presso il Politecnico di Milano, ha affiancato l’attività professionale esercitata a partire dalla fine degli anni ottanta, ad una attività di ricerca universitaria, condotta nell’ambito del dipartimento di progettazione.
Ha condiviso esperienze di partecipazione a concorsi di progettazione, presentandosi come capogruppo in occasione dei concorsi Europan.
Ha realizzato diverse opere pubbliche ed interventi di edilizia privata, anche in contesti storici vincolati.
E’ consulente di Amministrazioni Comunali ed altri Enti pubblici.



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