Nuovo Terminal dell’Aeroporto Charles De Gaulle

Soluzioni innovative per associare facciate in vetro e struttura in calcestruzzo con alto coefficiente di dilatazione
Il nuovo terminale dell’aeroporto internazionale Charles De Gaulle di Parigi-Roissy, attualmente in corso di realizzazione, presenta due caratteristiche costruttive innovative: l’edificio, lungo 651 metri e largo 33,6, non presenta supporti intermedi, per rispettare la volontà del capitolato di Aeroports de Paris (ADP), che voleva un’architettura in grado di favorire il flusso dei passeggeri.
Inoltre le vetrate, che si estendono su 30.000 mq, sono montate su di un’intelaiatura complessa per poter assorbire l’importante mobilità differenziale della struttura in calcestruzzo.

Stessa tecnica costruttiva delle gallerie
Per risolvere il problema rappresentato dall’assenza di supporti intermedi della costruzione, l’architetto Paul Andreu, responsabile del progetto, ha immaginato di utilizzare la tecnica costruttiva delle gallerie e ha trovato soluzioni originali per superare i problemi legati all’ applicazione di questa tecnica ad una costruzione a cielo aperto.
L’edificio è composto da archi in calcestruzzo realizzati con 3 elementi fissati tra di loro. Gli archi sono posti l’uno vicino all’altro e sono perforati con larghe aperture quadrate, destinate a lasciar passare la luce naturale ed artificiale. Il “guscio” in calcestruzzo è fissato con piastre in silicone su pilastri anch’essi in calcestruzzo, identici a quelli utilizzati per sostenere il cassero di un ponte stradale.
Per compensare l’assenza di pressione che in una galleria mantiene in posizione il guscio del traforo, la società GTM ha realizzato un sistema di rinforzi precompressi in acciaio posizionati all’esterno della costruzione, che spingono i fianchi degli archi in calcestruzzo e gli altri rinforzi in carbonio incollati sul guscio.
Questa struttura di rinforzo servirà anche da supporto all’intelaiatura sulla quale verrà fissata la vetrata.

Sistema di fissaggio delle vetrate compatibile con la dilatazione della struttura in calcestruzzo
La realizzazione della vetrata è stata affidata alle società Laubeuf (autrice del planetario di vetro della biblioteca di Alessandria in Egitto) ed Eiffel, specialista delle strutture metalliche.
La difficoltà del progetto consisteva nel trovare una soluzione per permettere alla struttura in vetro di reggere l’importante movimento previsto della costruzione di calcestruzzo, che potrebbe raggiungere gli 8 cm sia in altezza che in larghezza. In particolare, i punti di fissaggio sono stati progettati per avere una flessibilità sufficiente ad assorbire i movimenti dell’edificio senza trasmettere sforzi alla strutture in vetro, la cui rigidità non consente deformazione.
Importanti studi termici e di tenuta sono stati realizzati per calcolare il vuoto d’aria ventilato necessario a compensare l’inevitabile riscaldamento dovuto all’effetto serra che si crea tra la vetrata ed il guscio di calcestruzzo e per risolvere il problema di infiltrazioni d’acqua piovana, reso gravoso dalla scarsa pendenza della parte superiore dell’edificio.
Per l’intelaiatura delle vetrate, Laubeuf ed Eiffel hanno usato profili in alluminio estruso e laccato che presentano vantaggi in termini di peso, facilità di manutenzione e durata.
Questi profili sono fissati su piastre a forma di croce anch’esse in alluminio estruso, che vengono posate sul guscio in calcestruzzo o sulla struttura in acciaio con biellette orientabili o staffe in acciaio fuso ad anima in acciaio inox.
Le operazioni di fissaggio si operano su fori a forma di asola, che consentono aggiustamenti rispetto alla struttura portante. La struttura presenta una superficie di 4,00 x 1,00 m destinata a ricevere le vetrate nella parte verticale e pannelli opacizzati nella parte alta.
I pannelli opacizzati sono composti da un telaio in alluminio, da un vetro laminato 64/4 (costituito da un vetro argentato di 4 mm, di 4 pellicole PVB e da un vetro Clarglass stampato di 6 mm) nella parte inferiore, da una lamiera in metallo galvanizzato 15/10 e da materiale di coibentazione (lana di roccia con densità di 70 kg/m3) protetto da un panello in legno compensato ricoperto di una pellicola in inox.
I vetri e i pannelli sono fissati con coperchi di fissaggio in alluminio anodizzato di colore naturale. Per motivi estetici, non sono accostati ai vari angoli ma si è lasciato uno spazio di 70 mm tra i pannelli, che sarà riempito con silicone di colore nero.
La tenuta è assicurata da una guarnizione continua EPDM appositamente studiata per questo cantiere e da guarnizioni trasversali in silicone.
I vetri, sia quelli trasparenti delle parete laterali che i 7.000 mq. dei pannelli opacizzati della parte alta, sono realizzati dalla società Favilor. Il vetro laminato ha ricevuto un trattamento “Heat soak”, che provoca il trasferimento di solfuro di nichel che rinforza la qualità del vetro e riduce i rischi di rottura accidentale.
La copertura in vetro sarà realizzata con vetri serigrafati, che richiamano una lamiera in inox perforata. Verranno utilizzate 4 tipi di serigrafie con densità di “perforazioni” variabili, per lasciar passare più luce nella parte bassa, e meno nella parte alta evitando i rischi di riscaldamento d’estate.
A seconda della destinazione, alle vetrate verranno applicati 3 tipi di protezione solare complementari.
Per la parte bassa della facciata, i doppi vetri sono composti (dall’esterno verso l’interno ) da un vetro laminato temprato serigrafato 66/4, da uno spazio vuoto di 18 mm e da un vetro di 6 mm temprato nei punti di raccordo.
Per la parta alta della facciata (dall’esterno verso l’interno) da un vetro temprato serigrafato, da uno spazio vuoto di 12 mm e da un vetro laminato 86/4 .
L’insieme dei vetri è realizzato con float “Design Glass” più chiaro rispetto al float tradizionale.
Il nuovo terminale dell’aeroporto Parigi Roissy sarà ultimato alla fine dell’anno.

Articolo redatto dall’Agenzia Stampa CITEF
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