Nuova sede Nice

Un concorso di idee ad inviti, bandito nell’anno 2000 dalla ditta Nice di Oderzo, segna l’inizio di un’avventura architettonica durata 7 anni.
Le motivazioni e gli obiettivi sono chiari: si tratta di un’azienda giovane – nel 2000 ha solo 8 anni di vita – in rapidissima crescita, che ha bisogno di nuovi spazi.
Nuovi spazi non solo e non tanto in termini quantitativi, ma soprattutto in termini qualitativi.
Nice vuole per i suoi dipendenti uno spazio che abbia come riferimento centrale l’uomo; lo spazio del lavoro deve essere uno spazio dove l’uomo sta bene con se stesso e con gli altri.
Nice è un’azienda in movimento: produce movimento attraverso i suoi oggetti ed è in movimento poiché in continua espansione.
Il progetto architettonico deve quindi rappresentare questa pulsione, questo essere in movimento, questo continuo desiderio di crescere volgendo lo sguardo verso nuovi orizzonti.
Nice fa del design il suo punto di forza; la qualità estetica dell’oggetto è prioritaria.
Nice vuole quindi per la propria nuova sede un’architettura che da sé sia un segno riconoscibile nel territorio, un biglietto da visita per comunicare la filosofia ed il modo di essere di Nice.

Il progetto architettonico
Nel progetto di concorso il magazzino segue sostanzialmente l’andamento del perimetro del lotto, mentre il corpo degli uffici è adagiato al di sopra, come il grande ponte di comando di una nave in movimento.
Gli uffici ipotizzati sono però del tutto insufficienti per le crescenti esigenze di Nice; ecco allora che viene ridotto il magazzino – pur mantenendo lo stesso impianto planimetrico e la stessa sezione – ed il blocco uffici viene notevolmente ampliato, assumendo maggiore importanza ed autonomia compositiva.
Il risultato finale sono due corpi di fabbrica, distinti per finiture, ma unitari nell’impianto complessivo, tra loro correlati da un volume trasparente in policarbonato, a cui si è aggiunto in fase di cantiere inoltrato un’autorimessa interrata ad uso degli uffici.

La natura dei due progetti – magazzino ed uffici – è nettamente diversa.
Il magazzino nasce dallo studio della pianta prima, e della sezione poi.
L’esigenza era quella di massimizzare lo spazio del magazzino; ecco allora che la pianta segue pressoché fedelmente la planimetria dell’area, ricalcando in buona sostanza i limiti edificabili, mentre la sezione si articola in modo da lasciare il più possibile libero lo spazio a terra, attraverso l’utilizzo di un’unica grande campata metallica di 40 ml, impostata su basamenti in calcestruzzo.
Dove le dimensioni del lotto lo consentono, questa struttura si allarga dando vita a tre campate doppie di luce 80 mt. che scendono fino a terra.
Il passaggio dalla campata singola alla campata doppia, seppur mediato da una serie di campate intermedie di 65 mt di luce, è marcato da una sorta di “corridoio” trasparente, denunciato anche in facciata da una vetrata a tutta altezza (la stessa che segna il passo tra magazzino ed uffici).
La vera natura dell’edificio è all’interno, nel ritmo delle campate metalliche che si ripetono ogni 15 mt, e delle fasce di luce che piovono dall’alto, attraverso i lucernari continui collocati al di sopa delle campate stesse, che ne alleggeriscono l’effetto complessivo.
La facciata invece viene solo alla fine; è la pelle con cui rivestire l’edificio.
Ed è pensata in primo luogo dall’interno, per l’uomo, nell’alternanza di pieni e vuoti, di fasce trasparenti ed opaline, in modo da permettere all’operaio, anche per un breve momento, la vista delle montagne all’orizzonte.
Gli uffici nascono invece dallo studio del modello solido; è la forma dinamica e plastica del volume a determinare l’impostazione planimetrica.
Il corpo degli uffici è un volume dinamico che nasce dalla terra e si avvolge su se stesso con un movimento ascendente attorno a quel vuoto “chiamato uovo” della corte centrale, per continuare a salire ancora in direzione del punto di partenza.
L’immagine esterna è plastico/scultorea, enfatizzata dallo “scavo” delle facciate per ricavare i fori finestra, diseguali per forma e dimensione, ed inclinati rispetto al piano della facciata (sul fronte principale).
Contrappunto alla libertà compositiva della forometria è il rigore geometrico del rivestimento in zinco titanio, realizzato in doghe verticali di identica larghezza, ma posate su righe sovrapposte tra loro sfalsate di un terzo, con un effetto di scorrimento e di velocità, che rafforza il dinamismo dell’edificio.
Il piano attico, completamente vetrato ed arretrato rispetto al filo della facciata in zinco titanio, è protetto da un ampio sporto ligneo.
Ancora nel segno del movimento la corte interna (“uovo”) è delimitata da strutture a “ghiera”, che scorrono l’una sull’altra, suggerendo l’effetto di rotazione.
All’interno l’idea di movimento trova realizzazione nelle scale ellittiche che si avvitano verso l’alto, nella sezione a conchiglia dell’auditorium, dove il soffitto ligneo scende e curva, per diventare in sequenza fondale, pavimento ed infine, arrotolandosi su se stesso, il tavolo dei relatori; ancora nello spazio in tripla altezza dell’ingresso, dove si susseguono in verticale ballatoi che si affacciano gli uni sugli altri e dove si libra nel vuoto una scala dalle rampe divergenti; ma in più larga misura l’idea di movimento permea l’interno del fabbricato nel morbido fluire degli spazi gli uni sugli altri, nelle pareti e setti dalla geometria curvilinea, nella continuità degli spazi grazie al gioco delle trasparenze tra ambienti, piani e tra interno ed esterno.
Il gioco di trasparenze è legato in modo indissolubile alla presenza generosa della luce naturale, elemento fondamentale fin dalle prime fasi di progetto, ma “salvaguardata” in modo particolare nella fase realizzativa di cantiere, mediante l’uso diffuso di open space e, ove necessario, di pareti in puro cristallo.
Al calar della sera la luce naturale lascia il passo a quella artificiale; l’eterea leggerezza delle luce diurna che tutto permea si trasforma in scenografia, forza, colore e stupore.
La facciata è un caleidoscopio di colori, una massa oscura in cui prendono vita i fori scavati; i rapporti di forza diurni si rovesciano come in un’immagine al negativo.
All’interno la luce è scenografia, che esalta e rafforza le curve, attraverso le luci che cambiano colore; è un segno, che marca con linee di luce diritte e sottili la struttura dell’edificio; è un foglio, che sospeso come una vela, illumina il candido soffitto; è protagonista nelle sospensioni giganti e negli oggetti luminosi del piano attico.
Il colore è parte integrante di questo progetto, in contrapposizione al bianco puro, tipico del minimalismo più diffuso.
Lo spazio è moderno, nell’accezione della ricerca della purezza e dell’essenzialità, ma non freddo. Attraverso il colore e la combinazione di colori – moquette, mobili, pareti – si sono caratterizzati gli spazi, differenziando al contempo le aree operative e “scaldando” gli ambienti.
Con lo stesso intento l’uso diffuso del legno, dai pavimenti delle aree nevralgiche – ingresso, spazi speciali (come il bar a la sala ristoro), percorsi esterni nel verde -, alle porte in pannelli di larice delle partizioni in cristallo, ai serramenti della corte interna, ai davanzali.
Lo spazio del bar è uno spazio a sé; l’andare al bar deve essere un momento di pausa dal lavoro, il momento in cui si esce dall’ufficio e si va in un luogo diverso: così lo spazio del bar è il luogo dell’incontro, uno spazio avvolgente ed accogliente delimitato da un’intera parete ondulata in legno, caratterizzato da lampade a sospensione che invadono lo spazio.
Ma la pausa di lavoro può anche diventare, all’insegna della natura, la “boccata” d’aria sul ponte che attraversa il giardino della corte interna, l’affacciarsi sul bordo della vasca d’acqua o qualche passo in mezzo all’acqua – sul percorso che lo attraversa -, o in alternativa, all’insegna del benessere in senso stretto, qualche esercizio fisico in palestra ed un momento di relax nell’area sauna e bagno turco, ambienti tutti collocati al piano interrato intorno al giardino della corte.
Il progetto è dunque anche un omaggio ed un tributo alla natura, portata all’interno dell’edificio grazie alla corte, che è in realtà un giardino, abbastanza grande per ospitare degli alberi e poter percepire il cambio dei colori e delle stagioni, la pioggia il vento e la luce cangiante del cielo.
Ma la natura è anche tutto intorno, al di là della strada vigneti e campi, verso nord all’orizzonte le montagne; “catturata” attraverso le grandi vetrate, viene incorniciata come tante istantanee diverse in ogni momento.
All’esterno dell’edificio un ampio specchio d’acqua, a volte increspato dal vento, a volte piatto da rimandare nitida l’immagine riflessa dell’edificio; e l’acqua canterina che scivola sul limitar del lago a formare la cascata che costeggia la rampa di risalita dall’autorimessa.
Infine l’orzo seminato intorno all’acqua ed all’edificio, con le sue spighe alte che ondeggiano nell’aria, insieme a papaveri rossi e fiordalisi, come un mare in dolce movimento.

Scheda tecnica magazzino
La struttura
La struttura portante principale è costituita da arcate in acciaio sagomato tipo IPE, impostate su basamenti in calcestruzzo.
L’orditura secondaria è in travi di legno lamellare, poste ad interasse di 5 metri, con soprastanti pannelli autoportanti tipo sandwich, opportunamente coibentati.

I materiali e le finiture
La facciata principale sulla strada è sostanzialmente una facciata continua, realizzata al di sopra di un basamento in calcestruzzo intonacato; la facciata “fuori piombo” è articolata in due porzioni con inclinazioni differenti.
Quella inferiore, inclinata verso l’interno dell’edificio, è composta da 4 fasce sovrapposte di serramenti, di cui le 2 centrali con vetro opalino; quella superiore, inclinata invece verso l’esterno, è composta da una fascia cieca in doghe orizzontali di alluminio, e da una soprastante finestratura in vetro trasparente.
La facciata secondaria sul piazzale di carico/scarico è invece realizzata con un tamponamento a doghe orizzontali di alluminio nella parte bassa, dove i portoni sezionali hanno una finitura omogenea al tamponamento e con una doppia fila di finestrature in vetro trasparente nella parte superiore.
Gli sporti di protezione sono in doghette in legno di larice.
Il manto di copertura è realizzato in alluminio; i lucernari di copertura sono in policarbonato, come il corpo trasparente di transizione tra la campata intermedia e la campata doppia.

Scheda “funzionale” uffici
L’edificio si articola in 4 piani, di cui uno interrato.
L’accesso principale, collocato al piano terra sul fronte est, è enfatizzato dalla “spaccatura” del fronte compatto della facciata, che lascia spazio ad una vetrata a tutta altezza, ed avviene attraverso una sorta di ponte protetto da un’ampia pensilina.
Sono previsti inoltre altri accessi secondari nelle teste del corpo traslucido di collegamento al magazzino, ed un ingresso sul fronte sud, che si ripete anche ai piani superiori con funzione di uscita di sicurezza.
Il piano interrato, che ospita la palestra e la sauna, può usufruire di un accesso indipendente dall’esterno.
Le funzioni sono così distribuite:
– al piano terra la reception, un’area libera a disposizione per eventuali mostre, le sale incontri, gli uffici del personale, logistica e acquisti;
– al piano primo gli uffici grafici, commerciali e di marketing, gli uffici degli agenti esterni, il bar;
– al piano secondo la presidenza, gli uffici amministrativi, le sale corsi e riunioni a cui appartiene un’ampia “aula magna” che sfrutta la morfologia del fabbricato scendendo dal piano secondo al piano primo.

La circolazione orizzontale prevede al piano terra un passaggio climatizzato che attraversa la corte interna sull’asse minore, mettendo in diretto collegamento la zona dell’ingresso/reception con il vano scale principale ed un corridoio di collegamento alla fabbrica; al piano primo un anello di circolazione intorno al perimetro della corte ed una passerella all’aperto, sulla corte; al piano secondo l’anello di circolazione attorno alla corte.

La circolazione verticale è garantita da un vano scale principale che collega tutti e quattro i livelli dell’edificio, coadiuvato da un ascensore; una scala tra piano terra e piano primo collocata di fronte alla reception, elemento scultoreo che caratterizza l’ingresso e lo spazio per le mostre temporanee; una scala tra piano primo e piano secondo, con le sue due rampe divergenti, sospesa nel vuoto a tripla altezza dell’ingresso; una scala di emergenza esterna, sul fronte sud

Scheda tecnica uffici
La struttura
La struttura portante dell’edificio è in c.a.
I pilastri di forma ellittica misurano cm 100×40.
La zona dell’ingresso è delimitata da due setti divergenti dello spessore di cm 30; il vano scale principale ellittico da un setto di cm 25.
I pilastri perimetrali della corte “ellittica”, cm 50×40 (profondità) sono sfalsati ai vari piani; quelli del piano interrato sono in asse con quelli del piano primo, mentre quelli del piano terra sono in asse con quelli del piano secondo.
La struttura verticale si diversifica al secondo piano, dove si riduce il numero di pilastri in funzione della struttura di copertura favorendo una maggiore flessibilità dello spazio.
I solai sono del tipo a lastra, spessore totale cm 38 (4+28+6).
I solai controterra sono costituiti al p.interrato da una platea di 50 cm di spessore, realizzata al di sopra di uno strato di magrone protetto da membrana bentonitica ed al p.terra da un solaio areato con casseforme a guscio, spessore totale cm 50 (45+5).
Le pareti controterra dell’interrato sono setti in c.a. di spessore 30 o 40 cm, opportunamente impermeabilizzati all’esterno con cartone bentonitico ed isolati sul lato interno, dove è stata realizzata una controparete in cartongesso.
La struttura primaria della copertura è costituita da travi metalliche a cassone rettangolare composte saldate; il cassone, cm 22×50 di altezza, ha le ali laterali di altezza variabile e sagomate con profilo curvilineo.
La struttura secondaria è invece costituita da travi lamellari cm 12×43, fresate di testa in mezzeria ed imbullonate ai piatti metallici saldati al cassone.

L’involucro dell’edificio
La muratura perimetrale dell’edifico è realizzata in mattoni alveolari “tipo porothon”.
La parete è del tipo “ventilato”, con un cappotto esterno di pannelli isolanti di 6 cm di spessore, una camera di ventilazione ed un rivestimento in lastre di zinco titanio.
All’interno è stata realizzata una controparete in cartongesso.

Le partizioni verticali
Per consentire la massima flessibilità degli spazi nel tempo, le pareti in muratura all’interno dell’edificio sono state ridotte al minimo ed utilizzate esclusivamente per i blocchi dei servizi igienici e per gli spogliatoi e sauna/bagno turco all’interrato.
La maggior parte delle partizioni tra uffici sono “trasparenti”, realizzate in vetro (cristallo temperato o vetrocamera ove necessario per esigenze acustiche) con profilo in acciaio inox spazzolato. I pannelli delle porte sono in tavole di larice spazzolato.
Le rimanenti partizioni interne sono realizzate in cartongesso.

I materiali e le finiture
I pavimenti dei tre piani fuori terra sono del tipo flottante, altezza circa 20 cm tutti rivestiti in moquette ad eccezione di parte del piano terra, del bar al piano primo e della sala ristoro al piano secondo rivestiti in legno; il pavimento della palestra all’interrato, come quello dei servizi igienici è invece di tipo tradizionale, con finitura rispettivamente in tavole di legno ed in piastrelle.
Il percorso esterno d’accesso, il ponte d’ingresso all’edificio, il ponte/ballatoio che attraversa la corte e il piano di calpestio delle terrazze dell’attico e della terrazza bar sono pavimentati con doghe lignee in iroko; i marciapiedi esterni sono in calcestruzzo; la finitura dei ballatoi delle uscite di sicurezza è in lamiera zigrinata.
Il rivestimento delle scale interne (scala principale e scala ingresso) è in pietra “brown antique”; i gradini della scala sospesa sul vuoto dell’ingresso sono in ferro sabbiato.
Tutti i parapetti ed i corrimano delle scale e dei ballatoi sono in acciaio inox.
Il controsoffitto di spessore complessivo di cm 28 è costituito da pannelli radianti posti in continuità ai piani terra e primo e tra trave e trave al piano secondo: al piano secondo la struttura della copertura – campate metalliche e travi lamellari – è a vista, ad eccezione dei corridoi che sono controsoffittati per esigenze impiantistiche.
Il controsoffitto dell’auditorium è realizzato in materiale fonoassorbente della Topacustik.
La finitura interna delle pareti, in muratura e calcestruzzo, è a gesso.
Il perimetro esterno dell’edificio è rivestito con lastre di zinco-titanio, di larghezza cm 57,2 ed altezza variabile da cm 100 a cm 210.
La superficie della corte interna è invece intonacata.
Il manto di copertura è realizzato con lastre di zinco titanio aggraffate.
La parte inferiore degli sporti della copertura è rivestita con pannelli lignei di okumè.
Gli infissi della Shuco sono in alluminio con taglio termico; i fori finestra del fronte est, con i serramenti inclinati rispetto al piano della facciata sono rivestiti in zinco titanio (davanzale, imbotti e piattabanda); i davanzali interni sono in legno.
La superficie vetrata della corte interna è caratterizzata dalla riduzione al minimo del serramento, realizzato in legno e alluminio; le specchiature vetrate tra un pilastro e l’altro sono costituite da una parte fissa di larghezza variabile a tutta altezza (h. 300), e da un’anta apribile da cm 90 (h. 220) posta sopra ad una porzione fissa (h. 80).

Scheda Berti
Nice produce movimento.
Meglio ancora, movimentazioni. Le sue esclusive automazioni sono prodotti moderni, studiati per offrire il massimo della semplicità d’uso e della funzionalità nella vita moderna. È proprio da questa idea, da questo concetto di base – il movimento – che l’architetto Carlo Dal Bo è partito per progettare la nuova sede dell’azienda, poco lontano da Oderzo, nel contesto naturale e immerso nel verde della campagna trevigiana. “Il movimento doveva essere l’anima del progetto” – specifica l’architetto Dal Bo – “Osservando l’edificio realizzato, infatti, si nota subito come il corpo centrale degli uffici esca dalla terra, si avviti intorno al vuoto della corte centrale, per tendere e salire ancora dalla stessa parte ove è nato.
Una realizzazione architettonica estremamente dinamica dunque, in cui le scelte e gli spunti costruttivi servono ad accentuare e rafforzare questo dinamismo.
A partire dagli anelli, dai piani della corte interna che come ghiere scorrono l’uno sull’altro, suggerendone la rotazione.
Anche le scale, ellittiche, tendono e si avvitano dinamicamente verso l’alto.
Assieme alle vetrate delle finestrature, che sono invece inclinate rispetto alla facciata, come per effetto dell’immaginaria corsa del fabbricato. Volendo definire lo stile dell’edificio e dargli un riferimento storico, non accidentale, posso dire che questo è barocco, ma non nella sua errata accezione di decorativismo.
Il barocco a cui mi riferisco è quello romano, in particolare del Borromini che rimane per me uno dei vertici dell’architettura di tutti i tempi.
Oltre a questo, aggiungo anche che l’architettura recente che mi ha direttamente inspirato per questo progetto è quella del centro culturale di Jean Nouvel a Lucerna.
In particolare, il confronto delle facciate dei due edifici rende evidente questo mio debito”.
Ma la cosa che colpisce particolarmente visitando il nuovo quartier generale della Nice è il ruolo fondamentale della luce, impiegata nella sua veste naturale come artificiale.
Ogni ambiente, ogni elemento è invaso dalla luce.
Ovunque e da qualunque parte si può vedere “attraverso”.
E per rispettare, ma soprattutto accentuare la continuità spaziale data dalla luce, i progettisti hanno previsto numerosi open space, assieme all’utilizzo generoso, ben calibrato, di pareti divisorie in puro cristallo.
Ecco allora che di giorno, la continuità della luce naturale permea l’intero fabbricato e il visitatore può attraversarlo tutto con il suo sguardo.
Di notte invece, la luce artificiale gioca un ruolo scenografico, è stata pensata per essere forza, colore, stupore. Sia all’esterno, che all’interno.
Basta dare un’occhiata all’effetto suggestivo dato dalle luci mutevoli e colorate che corrono lungo le finestrature o dalle bacchette magiche previste per il percorso decking progettato da Berti Pavimenti Legno.
A proposito di legno: questo materiale naturale, caldo per eccellenza, è stato scelto per contrastare la freddezza del cristallo e dare forma al camminamento esterno, ai pavimenti dell’ingresso, del bar, dell’area ristoro e della palestra.
Sempre in funzione della naturalità, del benessere e dell’equilibrio tra uomo, natura e ambiente costruito, merita una nota la corte interna, in realtà un giardino da vivere sia a terra che “in aria”, camminando su una passerella in legno sospesa.
Qui, il visitatore come colui che lavora all’interno dell’azienda, può percepire il cambio dei colori e delle stagioni, la pioggia, il vento, la luce cangiante del cielo. Fuori, un altro elemento naturale forte, un ampio specchio d’acqua, vivo, spesso increspato dal vento.
In questo senso, l’area direzionale della Nice diviene la metafora tangibile di un ponte di comando, e l’intero edificio assume un’identità marina, appare come una barca rovesciata uscita dalla terra, adagiatasi come per magia sull’acqua.
Per ulteriori informazioni
www.berti.net

Scheda Schüco
La nuova sede Nice di Oderzo (Tv), è frutto di un progetto originale, che mostra un perfetto equilibrio con la natura del territorio e associa le ampie aperture vetrate realizzate con i sistemi Schüco allo squillante zinco – titanio che ricopre uniformemente il suo volume.
Acqua, alberi, campi di coltivazione, grandi superfici di vetro e zinco – titanio: la nuova sede Nice, progettata dall’architetto Dal Bo, è un’architettura attenta al giusto rapporto tra architettura e natura e al benessere degli ambienti lavorativi.
Al momento, dal suolo coltivato a orzo, spicca l’edificio con il grande specchio d’acqua, caratterizzato dalle forometrie in vetro alternate allo zinco – titanio, che riveste completamente la struttura, con una tessitura disegnata per creare una vibrazione continua della luce e del colore nelle mutevoli condizioni del giorno e delle stagioni.
L’involucro esterno va a fondere la copertura e le facciate in un’unica forma, dando loro un effetto “vibrante” che si carica delle tensioni dinamiche nella relazione con l’intorno, riflettendo la luce.
L’ampia serie di finestre orizzontali e verticali strette e lunghe di varie dimensioni e le ampie facciate sono state disposte in modo irregolare tra i pannelli di facciata.
Come fossero frutto di tagli casuali, illuminano gli ampi spazi interni e rendono trasparenti i volumi.
Le aperture vetrate sono state realizzate con i profili a taglio termico serie Schüco Royal S65, che grazie all’estrema flessibilità permettono la realizzazione dei formati più diversi e le grandi aperture sono state realizzate con i sistemi Schüco per facciate FW 50+ e SG 75 IW.
Il progetto è assolutamente originale non solo nella scelta dei materiali ma anche nell’esercizio compositivo.
L’agile sagoma filante dell’atipico magazzino sviluppata su 11.200 metri quadrati di superficie è stata concepita come un hangar che evoca la freneticità di tutti gli spostamenti che vengono organizzati, il molo di un porto per l’inizio e l’arrivo dei viaggi per il mndo.
La parte destinata agli uffici sviluppata su 6500 metri quadrati di superficie riprende le linee di un aeromobile o di chiglia di nave rovesciata, a seconda della prospettiva.
Le linee sembrano nascere direttamente dal suolo su cui poggiano e al quale si legano tramite gli elementi naturali inseriti nel progetto.
L’obiettivo di creare una location dove vivere nel migliore dei modi l’ambiente lavorativo è stato pienamente raggiunto e rispecchia la chiara volontà aziendale di creare un ambiente confortevole ove vige il lavoro di squadra.
La costruzione e la posa in opera dei sistemi Schüco, per le aperture vetrate e per le facciate continue è stato eseguito scrupolosamente dalla ditta Nicolli di Molvena, Vicenza.
Per ulteriori informazioni
www.schueco.it

Per scaricare le piante in PDF
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Per scaricare la sezione trasversale dell’ingresso in PDF
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Per scaricare la sezione est in PDF
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Per scaricare il dettaglio della passerella interna in PDF
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Per scaricare il dettaglio della pensilina dell’ingresso in PDF
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Per scaricare la planimetria generale in PDF
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Per scaricare la planimetria degli uffici in PDF
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Per scaricare il curriculum vitae dell’architetto Dal Bo
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