Nuova cantina biodinamica

Il progetto tiene principalmente conto dell’alto valore paesaggistico del luogo in cui si inserisce.
Altro presupposto fondamentale è la sostenibilità ambientale che assieme alla sostenibilità economica e al comfort abitativo sono inscindibilmente dipendenti da progetto architettonico e tecniche costruttive ecosostenibili.
L’edificio è progettato in modo da ridurre la complessità funzionale di una cantina a soluzioni costruttive semplificate e elementari finalizzate a una grande flessibilità degli spazi e riduzione del volume edilizio pur garantendo elevati livelli di comfort con consumi ridotti, potenziando lo sfruttamento degli apparati energetici passivi e gratuiti.
Per i due motivi sopra descritti il volume è in gran parte ipogeo, non per annullarsi nel luogo, ma piuttosto per compenetrarsi con una natura la cui poetica scaturisce soprattutto dalla semplicità assoluta dei profili collinari e dal frammistarsi delle colture agricole e del lavoro dell’uomo.
Il “gesto architettonico” si limita a un segno tra i campi e il cielo, una lieve modifica del morbido profilo della collina in una nuova rigidità orizzontale.
Una tensione resa percepibile dal ritmo morbido della collina, come del resto accade per i vicini casali leopoldini riconoscibili soprattutto per la rigida proporzione dei fronti, dal gioco delle ombre geometriche degli spigoli vivi e precisi.
Un solco nel terreno.
Una incidentale trasformazione tettonica.
Un leggero ritiro del terreno che apre, nello spartiacque della collina coltivata un solco dove penetrano vento e lavoro dell’uomo.
L’architettura contemporanea qui non reinterpreta quella del passato, ma con le nuove tecnologie è in grado di adagiarsi silenziosa sul e nel territorio, raccoglierne le risorse, selezionarle e trasformarle.
L’obiettivo non è quello di confondersi nei profili del paesaggio bensì di farne parte.
Al fine della riduzione del consumo di acqua potabile, è previsto il recupero e utilizzo delle acque meteoriche, raccolte dalle coperture dell’edificio e dai piazzali, per l’irrigazione del verde, la pulizia dei cortili e dei passaggi, l’alimentazione delle cassette di scarico dei WC e per altri usi tecnologici (sistemi di climatizzazione passiva/attiva).
Il progetto prevede anche il recupero delle acque reflue per usi irrigui a seguito di depurazione mediante fitodepurazione.
Innovativo dal punto di vista ambientale l’uso, come area pertinenziale all’abitazione del conduttore, di una corte chiusa ribassata rispetto al piano di campagna.
Un connettivo che relaziona l’abitazione con la parte produttiva mantenendo incontaminato dall’uso residenziale, il contesto agricolo coltivato fino ai limiti del costruito.
Una golina artificiale che si inserisce nella dinamica dei flussi naturali per il ricambio dell’aria che qui avviene per convenzioni orizzontali innescate dall’attento orientamento dei fronti.
L’edificio residenziale è un ponte chiuso completamente realizzato in legno di larice naturale di mt 6 x 25 costruito a secco sulla corte sprofondata nel colmo della collina.



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