Milano Santa Giulia

Un confronto dialettico fra architettura e masterplan giocato sui valori del dinamismo formale e cromatico.
Concepito per offrire l’immagine di vivace freschezza richiesta dalla committenza, il progetto si colloca nella linea d’azione perseguita da Luigi Zunino, dinamico e coraggioso investitore privato, indirizzata verso il mercato delle fasce alte e la realizzazione di grandi progetti innovativi, caratterizzati da un’alta qualità architettonica di esterni e interni.
Per il masterplan viene infatti chiamato Norman Foster e, ad eccezione della parte di piano ceduta alle cooperative, il resto del progetto vede la partecipazione di importanti nomi dell’architettura internazionale tra i quali Jean Nouvel, Toyo Ito, Foreign Office Architects, oltre a Peter Zumthor (che ha poi rinunciato) per la progettazione della chiesa e West 8 per disegno del paesaggio.
L’area d’intervento, al fondo dell’asse di corso Lodi, si trova in prossimità del margine definito dalla tangenziale e in strategica prossimità con l’aeroporto di Linate.
È con l’austero e lussuoso sistema di edifici di Foster & Partners che è chiamato a confrontarsi Camerana, invitato a progettare residenze con un taglio più piccolo (120 mq medi contro i 200 circa delle altre residenze del piano) destinate a un’utenza giovane.
I tre volumi previsti dal masterplan, che non avrebbero retto il rapporto con la dimensione del grande ellisse disegnato da Foster, vengono fusi da Camerana in un solo edificio.
Dovendo rispettare l’altezza media di 7 piani richiesta dal piano, ma volendo al tempo stesso offrire un fondale forte lungo l’asse prospettico di arrivo dal parco, si propone un edificio più alto agli estremi che si abbassa verso il centro dando forma a una linea a curva concava del coronamento della facciata, come un arco rovescio di grande forza visiva. In questo ideale compluvio dell’ultimo piano si trovano una piscina a cielo aperto e un centro benessere comune per gli 82 appartamenti.
Alla curva della copertura, che permette anche la creazione di terrazze a gradoni per gli alloggi degli ultimi piani, risponde la curvatura della pianta, che segue l’andamento della strada e s’inserisce nel disegno naturalistico del masterplan, con una soluzione di insieme che guarda a diversi riferimenti internazionali.
Il piano terreno su pilotis è racchiuso da una vetrata e offre, su una delle testate, uno spazio giochi per i bambini che ha il suo prolungamento nell’area giochi prevista all’aperto.
La copertura in superficie metallica è attrezzata con un sistema di pannelli solari.
La maggior parte degli alloggi ha metrature comprese fra i 150 mq e i 70 mq dei monolocali, affiancati da un numero ridotto di alloggi duplex tipo “penthouse”, di 220 mq medi con terrazze, che sfruttano la maggiore altezza dei due estremi dell’edificio.
Il volume, una manica semplice lunga 152 metri e profonda 11, presenta sei vani scala disposti in sequenza lungo l’asse mediano principale, con alloggi a destra e sinistra dei corpi scala aventi affacci su entrambi i fronti longitudinali. Il muro di spina è organizzato come un “asse attrezzato” che separa la zona notte del prospetto rivolto a nord-ovest, dalla zona giorno del prospetto rivolto a sud-est, dove si aprono, in composizione asimmetrica, ampi balconi profondi tre metri.
Per le facciate dei prospetti sud, est e ovest sono previsti pannelli di fibrocemento ad alta densità, con fibre di PVC, che offrono l’estetica della ceramica garantendo la durezza del cemento, mentre le loro dimensioni (2.70 metri di altezza e un metro di larghezza), assecondano il modulo che compone gli alloggi in pianta e in alzato. Come nel caso del Villaggio Olimpico di Torino, il messaggio di vivacità e dinamismo è associato all’energia vibratile dei colori e agli effetti creati dall’interazione di diversi elementi in corrispondenza delle aperture: a Santa Giulia, il bianco dei pannelli è punteggiato dal gioco cromatico in movimento delle persiane scorrevoli e dai parapetti in vetro colorato.
Gli arretramenti di fronte in corrispondenza dei balconi e delle aperture vetrate sono elementi preziosi per realizzare la composizione di colori della facciata: all’interno di questi sfondati, gelosie scorrevoli in alluminio verniciato consentono di dinamicizzare il prospetto consentendo, al tempo stesso, il riferimento all’architettura tradizionale italiana tradizionale.
I colori dei parapetti traslucidi dei 77 balconi si sovrappongono ai colori retrostanti, conferendo un carattere di tridimensionalità all’insieme.
Le due testate dell’edificio sono intonacate con una tonalità rosso bruno, mentre per il retro, affacciato sulla città, è stata scelta la calma neutralità dell’intonaco grigio, interrotto dai pannelli metallici in lamiera forata in corrispondenza dei vani scala.



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