Libertà delle forme grazie al silicio amorfo

È in via di ultimazione sul territorio del comune di Trento un interessante esempio di connubio fra ristrutturazione e nuovo intervento. La riqualificazione di un vecchio fabbricato usato come residenza estiva è stata l’occasione per ripensare la struttura ed il design architettonico.
Il contesto ha lasciato ampio margine alle sensibilità progettuali dell’Arch. Manuel Knycz e dell’Ing. Mariano Ferrari di Trento, non essendovi particolari vincoli di natura urbanistica o stradale nelle vicinanze.
L’intervento di fatto si proponeva di riadattare e ampliare la preesistenza, inserendosi nel contesto con vigore linguistico e al tempo stesso rispetto del decoro ambientale.
Il risultato è passato attraverso studi e scelte progettuali che hanno saputo fondere insieme le più diverse istanze, da quella tecnologica a quella estetica, via via fino al raggiungimento di un elevato comfort abitativo.
Al centro dell’attenzione dei progettisti c’è il rispetto dell’ambiente non solo da un punto di vista estetico-formale, ma anche e soprattutto dal punto di vista della riduzione del consumo energetico e quindi dell’inquinamento: forme e volumi sono stati studiati per garantire che fosse la posizione del sole nell’arco dell’anno a determinare il comfort dell’ambiente interno. Del resto va segnalato che tutto il progetto è stato redatto all’insegna delle logiche della cosiddetta «architettura bioclimatica».
La composizione si presenta come un insieme frammentario di superfici che, nelle loro alternate flessioni, si fanno eco l’una con l’altra con una logica quasi frattale.

Il tema è quello della «casa-tetto»: un tetto che non è più solamente una rappresentazione di se stesso, ma che si fa impianto tecnologico per la produzione di energia pulita, è trait d’union dei diversi elementi che compongono l’insieme, è un eco della superficie sinuosa su cui la casa stessa poggia.
La realizzazione delle morbide superfici di copertura è stata possibile grazie all’utilizzo del sistema di copertura Prefalz Voltaik che, unendo le caratteristiche di leggerezza e resistenza dell’alluminio con la tecnologia del silicio amorfo, rende facile la messa in opera di strutture fotovoltaiche, lasciando libertà pressoché totale al progettista che può interpretare l’impianto tecnologico secondo la propria sensibilità.
Questo intervento architettonico rappresenta un significativo esempio di utilizzo degli impianti tecnologici come materiale da costruzione, reso possibile grazie all’utilizzo di un sistema di copertura funzionale come il Prefalz Voltaik: la copertura flessibile in alluminio, con nastri in silicio amorfo integrati, produce 5,7 kWp e soddisfa a pieno il fabbisogno energetico della casa, divenendo al tempo stesso un elemento formale di assoluto rilievo estetico nel progetto.
Una soluzione tecnica che elimina il vincolo storico dell’esposizione a sud, non più necessaria, per lasciare al progettista margini di correzione formale che rendono l’insieme armonico e di sicuro impatto estetico.
Il tema del tetto è ulteriormente enfatizzato dal sapiente uso delle vetrate che, come afferma l’autore, sono «vetro che abbandona la mera funzione di elemento di chiusura dei fori delle finestre.
Non sono più solo superfici trasparenti fini a se stesse, ma diventano interpreti principali al servizio dell’architettura moderna e del vivere in armonia con la natura».
In effetti osservando le vetrate a sud e ad ovest, completamente aperte verso il panorama della vallata antistante, non può non tornarci in mente quel rapporto con la natura di miesiana memoria dove l’architetto impara l’ordine delle cose proprio da essa, sottomettendo «umilmente» le proprie forme ad una geometria che, pur consapevole di non poter raggiungere la perfezione del contesto, si «limita» a farvi eco e a goderne.
Se di primo acchito dunque l’occhio inesperto potrebbe cogliere l’autoreferenzialità del linguaggio architettonico messo in campo, subito dopo non può non accorgersi di come, in vero, gli spazi siano stati armonicamente pensati nel loro relazionarsi con il mondo della natura circostante.
La copertura in Prefalz Voltaik è stata posata a regola d’arte dall’installatore Matteo Plaga di Trento.

Un foglio fluttuante si posa sulla casa
Abbiamo intervistato l’architetto Manuel Knycz insieme all’Ing. Mariano Ferrari, suo collaboratore, per conoscere direttamente dalle loro parole il perché delle scelte adottate.

“Architetto Knycz, ci può indicare le caratteristiche salienti per cui un progettista, per la propria abitazione ha preferito il legno lamellare?”
Nel caso specifico, l’andamento sinuoso della copertura, le grandi sporgenze di gronda e la necessità di dare all’intero pacchetto di copertura uno spessore ridotto (l’idea era quella che doveva essere una sorta di foglio di cartoncino fluttuante al vento e appoggiato sull’edificio) sono state le caratteristiche che hanno determinato le scelte.
Fin dall’inizio è stato escluso il cls armato (troppo pesante e di spessori consistenti); la scelta è ricaduta quindi sull’utilizzo del legno lamellare (dopo aver preso in considerazione anche l’acciaio) per le seguenti ragioni:
• leggerezza complessiva della struttura in termini di peso (spessori e sezioni degli elementi portanti ridotti; facilità nella realizzazione delle curve caratterizzanti la copertura);
• maggiore adeguatezza per il fissaggio delle finiture interne ed esterne alla struttura secondaria (a prima vista sembra un pacchetto di copertura semplice, ma in realtà non poche sono state le difficoltà a raggiungere un risultato che garantisse linearità e leggerezza complessiva)
• per l’estetica del risultato finale, appunto leggerezza e linearità in termini formali;
• per uniformità/continuità con i serramenti (anch’essi in legno);
• migliore soluzione alla tipologia e alle caratteristiche della struttura di progetto;
• per la sinergia con il manto di copertura;
• per una questione economica, più vantaggiosa.
In generale comunque si potrebbe affermare che quando si vuole essere liberi di esprimere con la struttura architettonica un’emozione, forse il legno è il materiale che meglio soddisfa le esigenze.
E’ un materiale sempre vivo che in natura si muove nell’ambiente che lo circonda, e analogamente
nell’architettura permette di “muoversi” seguendo linee e forme sia classiche che moderne, come in questo caso, senza che nel tempo venga meno l’espressione dell’idea da cui è partito il progetto.

“La scelta di Holzbau per la realizzazione della sua abitazione è motivata da ragioni tecniche, o di che altro genere?”
Come accennato la copertura progettata sembra semplice, ma non è affatto così. Le difficoltà tecniche di realizzazione sono tutte nascoste all’interno, non visibili di primo acchito.
E’ per questo che ci siamo dovuti affidare a persone specializzate sia nel calcolo strutturale che nel montaggio. Inoltre le forme e le dimensioni dell’intera copertura (si parla di più di 500,00 mq per sole due unità abitative) sono tali che solo un’azienda come Holzbau è in grado di fornire per competenze, tecnologia e qualità a costi concorrenziali. Quindi l’esperienza di Holzbau in materia di coperture in legno non poteva che essere una scelta “obbligata” e una garanzia.

“Ingegner Ferrari ci può indicare le caratteristiche progettuali della realizzazione?”
L’idea era quella di avere una copertura che poggiasse sull’edificio e si facesse accarezzare dal vento che soffia sul dosso dove è posizionata la costruzione.
La forma sinuosa, insieme ai grandi sbalzi perimetrali e allo spessore ridotto caratterizzano esternamente la copertura.
Anche internamente l’andamento flessuoso è enfatizzato grazie alla vista delle travi principali e alla particolare disposizione dei pannelli in legno di finitura.
Tecnicamente il tetto è formato da un’orditura principale costituita da 4 travi longitudinali (poste in direzione nord-sud) con una doppia curvatura, che marcano la linea flessuosa della copertura di progetto.
A queste sono interposti degli arcarecci inferiori che fungono da collegamenti trasversali e da elementi per il fissaggio dei pannelli di finitura all’intradosso.
Tra tali arcarecci sono stati intercalati la barriera al vapore e un primo strato di materiale isolante (pannelli di polistirene estruso da 10 cm di spessore) al di sopra del quale è stato adagiato un altro strato costituito da materassini di lana di roccia (anch’essi di 10 cm di spessore) al fine di garantire un’eliminazione di eventuali ponti termici. A questo punto è stato posizionato il freno a vapore.
Una seconda orditura di arcarecci, sempre in direzione trasversale, è stata disposta sopra le 4 travi principali. Questi ultimi arcarecci hanno molteplici funzioni: di controvento, di garantire lo spazio per la ventilazione del tetto, di permettere la realizzazione degli sporti di gronda (mediamente di 2,00 ml) , di sostegno per i pannelli di finitura all’intradosso esterno, di fungere da base di appoggio per il tavolato grezzo all’estradosso. Infine è stata sistemata una guaina per l’aerazione sotto lamiera e quindi il manto di copertura in lamiera di alluminio con sistema integrato di pannelli fotovoltaici.

“Qual è la certificazione energetica dell’edificio?”
Il pacchetto di copertura è stato realizzato con l’oramai consueta tipologia di tetto ventilato.
Lo strato isolante è stato realizzato con 10 cm di polistirene espanso interposto tra gli arcarecci e altri 10 cm di lana di roccia adagiata con continuità al di sopra degli arcarecci stessi.
L’intero edificio si colloca in una situazione di “Casa clima B”, serve infatti solo una caldaia da 40KWh per riscaldare 1000mq di superficie.
Tutti gli accorgimenti d’isolamento sono stati presi fin dalle fondazioni, anche tutti gli interrati sono stati isolati con Styrodur polistirene estruso da 10cm.

“L’attività in cantiere è stata seguita da Holzbau? Se sì, come giudica il servizio?”
Come gia detto, le caratteristiche complesse della copertura (tenendo presente che si tratta di una copertura di un edificio residenziale) hanno in un certo senso “obbligato” la scelta di Holzbau.
Se nella fase di progettazione strutturale c’è stato un passionale coinvolgimento e un attenta e piena soddisfazione delle esigenze del progetto architettonico, ad esser sincero, meno si può dire della gestione del cantiere.
Sicuramente un cantiere non facile: problematiche di permessi di accesso al cantiere obbligavano il rispetto delle tempistiche di consegna, al fine di permettere il corretto svolgimento delle successive lavorazioni nei tempi previsti. Il risultato finale è stato comunque alquanto soddisfacente e rispettoso a pieno del progetto.

Per scaricare la relazione e i disegni tecnici a cura della Holzbau
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