International Hair Clinic

Firmato dallo studio italo-moscovita A+I, il progetto dell’International Hair Clinic di Mosca, appena inaugurata nel cuore della capitale, è il paradigma di come la luce e il design possano ridefinire non solo lo spazio architettonico, ma anche e soprattutto la modalità di approccio del fruitore alle funzioni in esso svolte.
Grazie a uno studio sofisticato della modulazione della luce e alla scelta di arredi che conferiscono ai 400 metri quadrati della clinica l’aspetto di una raffinata lounge, questo luogo di cura per la salute del capello è stato trasformato in un vero e proprio centro benessere, un posto in cui andare non perché si sta male, ma perché si vuole stare meglio.
La linea guida dell’interior design è stata la progettazione integrata della luce.
La stretta collaborazione instaurata fin dalla definizione del concept architettonico tra i progettisti e Targetti Poulsen Russia (fornitore di tutti i corpi illuminanti) ha consentito di definire una complessa regia luminosa che interagisce senza alcuna soluzione di continuità con tutti gli altri elementi funzionali e decorativi: il pavimento in resina bianca a finitura lucida contribuisce a creare una rarefatta luminosità complessiva dello spazio; le pareti su cui si alternano campiture candide e partizioni semi-trasparenti scandiscono un’armoniosa successione di pieni e vuoti, schermando o filtrando la luce che proviene dalle stanze circostanti; gli elementi di arredo – tutti dal design marcatamente nord-europeo – fanno da controcanto alla scelta di apparecchi di illuminazione subito riconoscibili come icone del lightdesign nordico.
La luce è protagonista dello spazio già nella reception, la cui illuminazione generale è assicurata dall’impiego di plafoniere (le Oslo di Louis Poulsen) caratterizzate da una straordinaria capacità di diffondere la luce in maniera uniforme e priva di qualsiasi abbagliamento.
Sul monolitico desk di ccoglienza in Corian verde-uva il confort visivo degli ospiti e delle operatrici è affidato a una serie di incassati orientabili (gli ARC50 di Targetti), la cui potenza viene modulata in crescendo in prossimità della fioriera incastonata nel bancone, con un’efficace illuminazione di accento.
Sulla parete di fondo, a connotare l’ambiente come un luogo di piacere visivo ed emozionale, un suggestivo “colpo di teatro”: sottili lamine di acciaio sapientemente sagomate e traforate vengono trasformate dal fascio luminoso di una lampada alogena in un’incantevole volto di donna.
Questa “magia luminosa” porta la firma di Fabrizio Corneli, un artista italiano che da oltre dieci anni collabora con la Targetti Light Art Collection e che da sempre lavora con la luce artificiale, utilizzandola come strumento espressivo e contenuto primario delle sue opere.
Come gli altri suoi lavori, questa “Sognatrice” che accoglie i clienti della clinica nasce da un attento studio dei fenomeni fisici ed ottici che stanno alla base della percezione e gioca sullo svelamento poetico di questi affascinanti meccanismi.
La sala d’attesa è immaginata come un confortevole salotto di lettura affacciato sullo skyline della nuova City. Pochi ed essenziali gli elementi di arredo, tutti dal design fortemente connotato: le comode poltrone Egg di Friz
Hansen, in due toni di verde, entrambi caldi, sono disposte intorno a piccoli tavolini bianchi che invitano a concedersi il relax di un buon libro o di una tazza di tè.
Sopra i tavolini, sospese a diverse altezze, scendono dal soffitto (proprio come in un rassicurante ambiente domestico) quattro PH50, riedizione a finitura glossy della celebre PH5 disegnta nel 1958 da Poul Henningsen per Louis Poulsen e subito diventata un’icona del design della luce.
La parete di fondo, in vetro sabbiato, accoglie una libreria adibita ad espositore dei prodotti di cura e benessere e funziona come un grande light box che diffonde in modo morbido e soffuso la luce proveniente dalle stanze attigue.
Anche nei corridoi le partizioni vetrate (sabbiate con motivi floreali che richiamano con una nota di ironia carte da parati dal sapore vintage) diventano elementi di dilatazione dello spazio luminoso, trasformandosi in schermi luminescenti che filtrano l’illuminazione generale degli ambienti retrostanti.
Il percorso degli ospiti attraverso i corridoi è guidato dagli anelli in vetro opaco degli incassati Pulsar di Louis Poulsen.
Le applique luminose Dove di MLE (Gruppo Targetti Poulsen), di solito usate nel mondo dell’hôtellerie, scandiscono invece l’accesso alle diverse stanze.
Quelle per la diagnostica sono disegnate come piccoli uffici, essenziali e curati: sui tavoli di Knoll Scope Collection poggiano le lampade da tavolo AJ di Arne Jacobsen, un altro evergreen del design danese; sulle pareti le applique PH Hat, anch’esse di Louis Poulsen.
Le piccole stanze per i trattamenti sono divise in tre zone, corrispondenti ad altrettante funzioni: l’applicazione dei prodotti curativi, il lavaggio e i lettini per i massaggi e l’agopuntura.
Sono tre anche le possibili regie luminose che animano e dilatano questi 12 metri quadri: sei incassati dimmerabili Beat di Louis Poulsen assicurano l’illuminazione generale (400 lux sul piano di lavoro) e il rispetto delle normative (grado di protezione IP44); una plafoniera Oslo posizionata al centro del soffitto conferisce all’ambiente una continuità estetica con la lounge e consente di creare un’illuminazione più intima nel corso dei massaggi; sui tavolini una piccola PH ½ con lampada a incandescenza dà al mobilio tecnico (tutto dell’italiana Maletti) l’aspetto di un prezioso scrittoio e regala al paziente che si guarda allo specchio sovrastante una luce calda e piacevole.
Come nella lounge, anche nelle stanze per la terapia, gli scaffali che funzionano da display luminosi sono retroilluminati, quasi a sottrarre loro peso.
L’interior design e il progetto illuminotecnico – grazie a un serrato dialogo fatto di attenzione ai dettagli estetici e al confort dei fruitori – definiscono dunque uno spazio armonioso, capace di tradurre in progetto complessivo la
vocazione di questa particolare clinica tricologica: fondere il meglio della medicina occidentale con l’approccio al welness proprio delle terapie orientali, come la naturopatia, l’agopuntura e i massaggi.
E si propone come esempio significativo di una nuova tendenza: trasformare l’architettura in un’efficace interfaccia sensoriale tra progetto e funzione, con al centro una rinnovata attenzione per l’utente.



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