Il caso del Castello di Arenzano

Il restauro del Castello del Marchesato Pallavicino ad Arenzano – comune a ponente del capoluogo ligure – è stato completato nel maggio 2009.
I lavori, particolarmente significativi per il portato storico-architettonico dell’edificio, si caratterizzano per l’attenzione particolare e la perizia poste soprattutto nella realizzazione dei rivestimenti esterni.
L’edificio è molto antico: il nucleo originario, comprendente la torre per la parte in elevazione fino alle trifore, risale al 1250.
Modifiche e ampliamenti si sono succeduti nei secoli fino all’acquisizione del complesso da parte della famiglia Pallavicino, alla metà del XVI secolo, quando il marchese Tobia Pallavicino fece costruire la propria villa in prossimità della torre, inglobando il preesistente presidio militare.
Alla fine dell’Ottocento, la Marchesa Luisa Sauli Pallavicino decise di rinnovare l’assetto e l’immagine dell’edificio, creando anche l’ampio parco circostante disegnato secondo i canoni del giardino all’inglese.
I lavori compiuti in quell’occasione ridefinirono il complesso così come la conosciamo oggi, unendo la villa alla torre – che fu sopraelevata fino all’altezza di circa 35 metri – e arricchendo i prospetti con ricche decorazioni a bassorilievo, aggetti, cornicioni e, soprattutto, con un’eccezionale galleria araldica a coronamento delle facciate.
Entrato a far parte del patrimonio edilizio municipale nel 1981, il castello è divenuto poi sede del Comune di Arenzano.
L’intervento di restauro per porre rimedio ad ammaloramenti e infiltrazioni è stato seguito con grande passione e partecipazione dall’architetto Arcangelo Mazzella, attuale responsabile dell’Ufficio Progettazione e Realizzazione Opere Pubbliche, che ha redatto il progetto di restauro dirigendo personalmente i lavori, eseguiti dall’impresa Sara s.p.a. di Rapallo (Genova).
“Nonostante l’ampia casistica di interventi seguiti come tecnico della Pubblica Amministrazione – spiega l’arch. Mazzella – il restauro del Castello di Arenzano è stata sicuramente l’esperienza professionale più interessante. Una delle principali problematiche da affrontare era rappresentata dall’atmosfera salina tipica delle aree litoranee, che viene progressivamente assorbita dalla murature le quali, anno dopo anno, si saturano di composti che producono efflorescenze.
Queste, in primo luogo, alterano il supporto sul quale vengono stese le tinteggiature, causando macchie e distacchi; successivamente, provocano fessurazioni nel manto esterno che portano alla disgregazione dell’intonaco ed alla conseguente incapacità di tenuta dei paramenti murari alle precipitazioni atmosferiche.
L’edificio necessitava infatti di interventi di ripristino della tenuta all’acqua dei manti di copertura, oltre che di consolidamento delle superfici esterne e di ripristino degli apparati decorativi, da svolgersi mantenendo in piena attività gli uffici comunali.
Nonostante gli inevitabili disagi, il risultato finale ha pienamente ripagato le aspettative, trovando il plauso unanime degli amministratori, dei colleghi e della cittadinanza che possono godere appieno della rinnovata qualità architettonica della propria sede municipale.”
Nelle opere di restauro, in particolare per tutte le facciate con la sola esclusione della fascia merlata in sommità, è stata utilizzata solo calce idraulica naturale Tassullo FENIX NHL5.
“Già durante il precedente restauro della seicentesca Villa Maddalena avevo potuto verificare come la calce idraulica naturale sia un materiale necessario negli interventi di restauro.
La matrice delle malte originarie del Castello, risalenti alla fine dell’Ottocento, è incompatibile con l’impiego degli inerti sabbiosi e delle malte cementizie oggi comunemente utilizzate. Senza contare che le murature originarie furono confezionate con malte e aggregati fortemente salini tali da mettere a repentaglio, ora, la buona riuscita dell’intervento di restauro. Utilizzando adeguatamente FENIX NHL5, questo rischio si è praticamente annullato poiché solo la calce naturale garantisce stabilità ai nuovi intonaci, riducendo le efflorescenze ed evitando la formazione di sali disgreganti.”
Il cronoprogramma è stato impostato avendo cura di rispettare i tempi di maturazione dei nuovi intonaci in calce idraulica naturale, prima di passare alle finiture di superficie in arenino, anche in questo caso operando in sintonia con le condizioni meteorologiche.
“I lavori sono stati organizzati per permettere al materiale di esprimere appieno tutte le sue potenzialità che, nella fattispecie della calce idraulica naturale, consistono non solo nella sua capacità di idratarsi al meglio, ma anche nel consentire la posa in strati anche molto spessi senza che si presentino fenomeni di fessurazione e di polverizzazione, spesso riscontrabili con altre tipologie di prodotto.
Il confezionamento della malta, eseguito in cantiere e la sua posa in opera sono state cadenzate evitando le giornate ventose – soprattutto quelle con clima secco – in modo che l’impasto non si asciugasse troppo rapidamente.
Ogni singola applicazione del nuovo intonaco in calce idraulica naturale veniva lasciata maturare per consentire all’acqua di evaporare completamente, affinché il materiale acquisisse la resistenza meccanica ricercata. Previa verifica con igrometri, si procedeva poi alle fasi successive di lavorazione.
Anche per le finiture è stata impiegata la calce idraulica naturale Tassullo FENIX NHL5, preparando in cantiere gli “arenini” – il sottile strato di finitura preposto a supportare la verniciatura finale – impastandola con silice fine di fiume accuratamente vagliata e selezionata. L’ottima adesività del prodotto e l’elevata resistenza meccanica finale hanno reso il lavoro pressoché perfetto, senza formazione di crepe superficiali.”
Questa attenzione alla migliore resa del materiale non è però andata a discapito dell’efficienza.
“È così: alcune lavorazioni sono state appositamente posticipate (ad esempio alcune demolizioni, il ripristino o la sostituzione degli elementi decorativi, l’esecuzione di lavori all’interno dell’edificio, eccetera) in modo da poterle effettuare quando le condizioni meteorologiche non erano ottimali alla stesura dei rivestimenti.
È stato perciò possibile rispettare i tempi previsti per l’esecuzione dei lavori, conseguendo il risultato atteso in ordine alla qualità estetica della realizzazione e alla durabilità dell’intervento che, a circa un anno dal completamento, si presenta privo di cavillature di superficie.”

FENIX NHL 5: il materiale base del restauro del Castello di Arenzano
La calce idraulica naturale FENIX NHL5 è prodotta da Tassullo attraverso la macinazione e la cottura a basse temperature di selezionati calcari argillosi d’origine alpina. FENIX NHL5 è caratterizzata dalla composizione mineralogicamente pura (assenza assoluta di cemento) e da un basso tenore di calce libera, a garanzia del minimo contenuto di sali idrosolubili.
FENIX NHL5 viene prodotta dal 1909 rispettando un processo di fabbricazione di tradizione secolare, che fa di questo legante idraulico il migliore prodotto per il restauro e il risanamento.
Facilmente lavorabile, FENIX NHL5 si distingue per l’inconfondibile, caldo colore nocciola. L’elevata elasticità, le doti di resistenza meccanica e l’alta traspirabilità conferiscono durabilità alle strutture murarie realizzate con la calce idraulica naturale Tassullo.
FENIX NHL5 è certificata secondo la norma europea UNI-EN 459-1 che definisce i parametri e le diverse classi delle calci da costruzione, fornendo i requisiti relativi alle loro proprietà chimiche-fisiche e specificandone i criteri di conformità, obbligando i produttori a dichiararli. Sia l’organismo certificatore austriaco ONCERT, sia l’istituto italiano ICQM, hanno verificato l’esistenza di un efficiente sistema di controllo interno negli impianti Tassullo, che segue la produzione in tutte le fasi dalla verifica della materia prima, al controllo costante del processo di cottura, allo spegnimento e alla macinazione della calce.



Consiglia questo progetto ai tuoi amici

Commenta questo progetto