Chiesa Cristo Pane Vivo

Un ampio prato sale dal sagrato sino al cimitero posto in cima alla collina.
Alla base, uno zoccolo terrazzato sostiene la vecchia chiesa che si appoggia quindi su un sagrato rialzato rispetto al sistema urbano.
La principale difficoltà del progetto è consistita nel costruire un edificio di ampie dimensioni nei pressi dell’antico piccolo santuario che tuttavia doveva mantenere i suoi caratteri di simbolo dell’antico borgo.
Per questo motivo è stato proposto un sistema ipogeo. La nuova presenza si affianca alla vecchia producendo un sistema di due sagrati collegati fra loro e connessi al paese da un nuovo percorso.
La chiesa ipogea si misura con il carattere topografico del luogo formato dal prato che sale verso la montagna. Essa è scavata nella terra.
Là, dove le due chiese entrano in maggior compressione, si apre la frattura nel terreno come un percorso che scende verso la parte più significativa della chiesa: il luogo della celebrazione.
La faglia è delimitata da un grande muro di massi ciclopici che rappresenta il rapporto con il paesaggio locale che, salendo dal fondovalle, è disegnato da muri di sostegno e terrazzamenti.
Da lontano, affiora dal conoide del prato una croce in ferro che diventa il segno di riferimento a scala territoriale della nuova chiesa senza entrare in conflitto con il campanile esistente e con la memoria della piccola parrocchia.

La chiesa
Lo schema tipologico è quello dell’aula leggermente aperta verso l’altare.
L’entrata avviene tramite un “nartece” segnato da uno spazio compresso.
Un’ampia scalinata introduce all’aula vera e propria, illuminata da una luce radente proveniente da un lucernario a soffitto.
La facciata est quasi completamente vetrata, estende il limite della chiesa sino alla parete esterna della faglia cosicché il mondo della natura fatta di pietra e terra, di verde e di umori d’acqua sia sempre presente come immagine della bellezza del creato.
La grande vetrata viene interrotta puntualmente da intrusioni rocciose, ovvero tre volumi che ospitano il coro, la cappella ed il battistero.
I tre blocchi sono caratterizzati da una struttura metallica, un telaio in ferro, che sostiene un pacchetto di isolamento ed un involucro in assito di legno a cui è graffato il rivestimento esterno in rame tipo Tecu.
Il rivestimento in rame enfatizza l’idea dei tre volumi come massi erratici, blocchi scultorei rotolati giù dalla montagna, ma nello stesso tempo il suo carattere astratto e modulare contrasta con la ruvidezza dei sassi ciclopici naturali che costeggiano la faglia, producendo un confronto ed un’ibridazione tra elementi artificiali e naturali.

PROGETTO
arch. Massimo Bossaglia
arch. Anna Brizzi
arch. Paolo Menudo
Arch. Gian Carlo Floridi
Arch. Tiziano Cattaneo
Arch. Chiara Dorigati

PROGETTO STRUTTURALE
Ing. Giuseppe Fratelli

PROGETTO IMPIANTISTICO
ECD _ Engineering Consulting and Design

ARTISTA ARREDI SACRI
Sergio Alberti



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