Cantina Fonterutoli

Nel cuore del Chianti Classico, l’antico Fonterutoli conserva ancora oggi il suo aspetto di tranquillo borgo di campagna.
Di proprietà della famiglia Mazzei fin dal 1435, il borgo è stato mantenuto intatto: poche case, la chiesa di San Miniato e la villa, costruita alla fine del ‘500 al posto del castello fortificato.
La necessità di dotare l’azienda vinicola di una cantina moderna e funzionale ha portato alla progettazione di un nuovo edificio che si integrasse naturalmente al contesto senza prevaricarlo.
Il risultato è un edificio ipogeo, interrato per il 75% nella collina adiacente al borgo che affaccia sulla Val d’Elsa.
Scelta che ha portato ad onerosi lavori di scavo del terreno roccioso ma ha permesso di strutturare la cantina in modo da impiegare un processo di trattamento delle uve “per caduta” e condizioni naturali ideali per l’nvecchiamento e la conservazione dei vini.
Ad una profondità di oltre 13 metri, infatti, la barriccaia da 3500 barrique, è quasi un caveau naturale con rocce a vista da cui sgorga,una sorgente perenne che oltre a produrre un effetto scenografico mantiene l’umidità a livello ottimale.
Inoltre dei camini creano un flusso d’aria naturale in tutto l’ambiente sotterraneo mantenendo quindi con sistemi del tutto naturali le condizioni ideali per l’invecchiamento e la conservazione del vino.
L’illuminazione scenografica contribuisce ad enfatizzare il senso di scaralità che hanno per il produttore, è il momento di massima espressione della della trasformazione del vino, che necessita un attenta cura luci basse e silenzio… proprio come in una chiesa.
Nella parte fuori terra, fulcro del progetto, è la “piazza” ad anfiteatro, che oltre ad essere il luogo dove si ricevono le uve vendemmiate è lo spazio su cui affacciano gli uffici e la vendita rappresentando il principale luogo di aggregazione della cantina. Formalmente l’edificio rimanda all’architettura toscana dell’800 con lesene, arcate e tetti a due falde che si fondono con il contesto grazie all’impiego di materiali locali come la pietra alberese ed il cotto.
La plasticità dell’edifcio è enfatizzata dai giochi di luce ed ombra create dall’elemento in cotto progettato dallo studio Mazzei appositamente per il rivestimento della cantina.
All’interno le diverse aree produttive si configurano come grandi spazi aperti e flessibili, senza barriere, che favoriscano la movimentazione dei tini per la vinificazione e dei macchinari dando la possibilità di rinconfigurare lo spazio secondo le diverse esigenze legate al raccolto e alla produzione.
Diverse le soluzioni impiegate per il risparmio energetico come la movimentazione delle uve per gravità, l’utilizzo di sorgenti naturali per il controllo della temperatura e dell’umidità e l’utilizzo dei materiali di scarto dell’attività agricola per la produzione di energia.

Foto: Pietro Savorelli



Consiglia questo progetto ai tuoi amici

Commenta questo progetto