Rivestimenti lapidei: un settore trainante del Made in Italy

Quattro categorie commerciali per un settore trainante del Made in Italy. La presentazione del mondo dei rivestimenti lapidei, da parte di Agostino Pocai (Italmarble Pocai srl ), ha privilegiato una giusta sottolineatura degli elementi fondamentali di dialogo tra progettista e produzione, a partire da una definizione univoca delle categorie commerciali, con le quali il variegato e ampio mondo dei materiali lapidei è articolato in segmenti: graniti, marmi, pietre, travertini.

MAYO PLAZA Rochester MN, USA Ellerbe BecketMAYO PLAZA Rochester MN, USA Ellerbe Becket

Ragioni di composizione mineralogica e di proprietà di finitura, alla base della suddetta classificazione commerciale in categorie, sono stati passati in rassegna, illustrando per ognuna di esse specifiche ed esempi, soffermandosi, in particolare, sulle diverse caratteristiche di resistenza delle singole famiglie e, quindi, di opportunità di applicazione in funzione dei peculiari contesti di posa in opera, di volta in volta affrontati.

Rivestimenti lapidei dalla cava al laboratorio

Immagini suggestive di cava hanno, quindi, introdotto il tema del processo produttivo, dai luoghi di estrazione, alle segherie, ai laboratori, nei diversi passaggi che la materia prima attraversa e nei semilavorati che ne derivano: blocchi, lastre, manufatti pronti per l’applicazione.

Un pensiero è stato dedicato anche alla questione dell’impatto ambientale delle attività di cava, inevitabile e giusta riflessione, allorquando si affronta il tema. Se è opportuno (e in Italia accade con estremo rigore) che il settore sia soggetto a una stringente regolamentazione, tesa a garantire il controllo delle quantità escavate e l’effettivo ripristino conclusivo delle aree compromesse, è bene ricordare che, in particolare quello del marmo, è un comparto produttivo di antichissima tradizione, cui sono collegati dinamiche sociali e culturali di interi bacini, da preservare – nel loro equilibrio con le risorse della natura – come valore assoluto di costituzione identitaria dei luoghi.

I blocchi, le cui dimensioni, pur nella ineliminabile irregolarità propria di un prodotto naturale, sono commisurate alla natura delle rocce e alle possibilità di trasporto “non eccezionale” lungo la viabilità ordinaria (a seconda dei materiali 300x150x150 ca., piuttosto che 400x200x200 ca.), vengono direttamente tagliati dalla montagna mediante appositi dispositivi (filo diamantato in primis) e trasportati, quindi, in segheria.

Qui, tramite l’utilizzo di telai multilama, opportunamente impostati nelle distanze tra le lame, i blocchi vengono tagliati in lastre dello spessore desiderato (2 e 3 cm, gli spessori di più frequente utilizzo), poi inviate ai laboratori per ricavarne i manufatti finiti.
Certo non è sempre facile intuire in cava o sul piazzale di una segheria la qualità intrinseca di un blocco, in termini di prodotti ricavabili, ancorché, a seconda dei singoli materiali, il campo di aleatorietà sia, se non altro statisticamente, prevedibile.

Alcune verifiche prima delle scelte di progetto

Nell’indicazione di un materiale lapideo a capitolato, il progettista deve essere ben consapevole che, trattandosi di prodotti naturali, è necessario compiere alcune importanti verifiche preliminari, al fine di evitare brutte sorprese successivamente.

Esempi di rivestimenti lapidei
SACRO E PROFANO Fuorisalone, Milano 2009 Paolo Armenise + Silvia Nerbi / PLANTATION PLACE London, UK Arup Associates

In primo luogo che le sue caratteristiche meccaniche e mineralogiche lo rendano adeguato, rispetto alla localizzazione finale (esterno, interno/alta o bassa percorrenza/passaggio di veicoli o meno) dei manufatti con esso realizzati.

Secondariamente che le campionature di cui si dispone (sovente limitate a soli piccoli riquadri 10×10 cm o 15×15 cm) siano effettivamente rappresentative delle sue qualità estetiche, soprattutto in relazione ai grandi formati, laddove eventuali scarti per presenza di vene o macchie non desiderate, possono incidere notevolmente sul conto economico finale della commessa, o non essere comunque praticabili, per diffusività dei fenomeni sull’intera superficie delle lastre.

Non deve, poi, essere trascurata una verifica delle stagionalità di cava, soprattutto per quanto riguarda materiali escavati in quota, la cui mancata produzione in regime invernale va tenuta in debito conto nella programmazione delle forniture e dei tempi di esecuzione, al fine di non incidere negativamente su quelli generali degli interventi.

Pocai ha, quindi, sottolineata la estrema ampiezza merceologica dei rivestimenti lapidei, con oltre 1200 prodotti – noti e consolidati – a livello di produzione mondiale, articolati nelle 4 famiglie di cui sopra.

Rivestimenti lapidei eleganti
RESIDENZA PRIVATA Milano Giacomo Rozzi Studio di Architettura / MGM GRAND Macau, P.R.C. Wilson & Associates

Senza contare che una matrice tra questi e le possibili differenti tecniche di finitura superficiale moltiplica ulteriormente il campo di scelta che si offre al progettista per comporre le proprie soluzioni progettuali. Bocciardatura, martellinatura, gradinatura, fiammatura, sabbiatura, spazzolatura, lucidatura, levigatura, superfici a spacco o a punta, trattamenti con acidi,… sono alcune fra le tante possibili lavorazioni che la tradizione e l’innovazione, compatibilmente con le caratteristiche dei materiali (non tutte le finiture sono ottenibili con tutti i materiali) hanno reso disponibili.

Certo, occorre conoscerne gli effetti di alterazione cromatica delle superfici da esse indotte, nonché l’idoneità rispetto a prescrizioni di norme e regolamenti (e buon senso) nei differenti campi di impiego, ma si tratta sicuramente di una vastissima ricchezza di effetti che, opportunamente calibrati, possono soddisfare qualsivoglia intento formale e compositivo. Ad aggiungere ulteriore varietà, rendendo la matrice di cui sopra praticamente infinita, non va infine dimenticato che molti materiali presentano un’immagine radicalmente diversa a seconda che siano tagliati “al verso” o “al contro”, ovvero secondo vena o controvena (per alcuni di essi, tuttavia, tale opzione non è praticabile).

Rapporto progettista/produzione nel controllo della qualità

E’ seguita una rassegna di progetti e realizzazioni tesi a evidenziare le modalità di rapporto tra progettisti e mondo della produzione, con particolare riferimento agli elaborati grafici necessari per la definizione puntuale della commessa e alla visite e sopralluoghi di preverifica delle qualità dei materiali.

Controllo preventivo che a volte parte sin dall’esame dei blocchi in cava e che, comunque, non appena il respiro economico dell’intervento lo consenta, dovrebbe sempre riguardare le lastre e le piastrelle, con loro preposa a secco atta a valutare eventuali difformità (macchie o variazioni cromatiche) rispetto all’idea progettuale originaria, o l’opportunità di prevedere in fase di posa effettiva, una loro diversa dislocazione nel campo (magari ove previsto un complemento di arredo) per evitarne la piena visibilità.

Al termine della comunicazione, numerose domande da parte degli studenti hanno permesso di ritornare su singoli aspetti della trattazione per meglio puntualizzare e approfondire quanto descritto, soprattutto con riferimento all’esecuzione di sistemi di facciata ventilata con paramento lapideo, di cui la stessa sede dell’Italmarble, in pietra del Cardoso, costituisce paradigmatico ed elegante esempio.

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