Ripristino dei cementi armati

Le cause del degrado
Una delle principali conseguenze del degrado delle strutture in calcestruzzo è la carbonatazione.
Questo fenomeno si verifica a causa della penetrazione nella massa del calcestruzzo dell’Anidride Carbonica (CO²), contenuta nell’acqua piovana e presente nell’aria sempre in maggior quantità.
L’Idrossido di Calcio [Ca(OH)2] che si origina nel calcestruzzo a causa della reazione di idratazione del cemento, si combina con l’Anidride Carbonica, dando origine al Carbonato di Calcio.
Questa sostanza innesca un gravissimo fenomeno di ossidazione dei ferri d’armatura, con conseguente aumento di volume fino a 4 volte maggiore rispetto al volume originario. pH <9.

Una ulteriore causa è la presenza di cloruri
Un calcestruzzo correttamente confezionato e messo in opera è in grado di proteggere dalla corrosione i ferri d’armatura che lo rinforzano perché il suo elevato pH (13 – 14) consente la formazione di un sottilissimo film di ossido sulla superficie dell’acciaio; pertanto la velocità di corrosione diviene praticamente nulla.
Questa protezione può venir meno se sono presenti elevate quantità di cloruri (oltre 0,4 – 1% in peso rispetto al cemento) nel calcestruzzo a contatto con le armature: infatti il film che protegge le armature può rompersi e perdere questa “protezione”.
Nel caso in cui, attraverso la rete capillare, l’acqua s’infiltra e raggiunge le armature, l’assenza del film protettivo, favorisce l’innesco del fenomeno di ossidazione delle armature con conseguente distacco del copriferro.

Il degrado dovuto ai solfati è imputabile alla risalita capillare dell’acqua, contenente solfato di calcio, nei pori del calcestruzzo che, venendo a contatto con la calce contenuta nel cemento, si trasforma chimicamente in solfoalluminato espansivo.
Questo continuo ciclo di risalita dell’acqua e successiva reazione chimica, porta ad un dannoso aumento delle pressioni nel calcestruzzo, fino ad originare espansioni e fessurazioni dello stesso.
La reazione sopra descritta vale anche per gli altri solfati presenti nel terreno e nelle acque di falda o piovane che, venendo a contatto con la calce contenuta nel cemento, reagiscono e formano solfato di calcio (sostanza che può innescare espansioni indesiderate e dannose per la durabilità dell’opera).

Altra importante causa di degrado è la porosità capillare
Tutti i materiali da costruzione, esclusi i materiali in metallo, le resine, i materiali plastici ed i manufatti realizzati con gres porcellanato, presentano una certa quantità di pori aperti (rete capillare) da cui penetrano tutte le sostanze fluide (acqua, sostanze acide, olii) e le sostanze gassose.
Tale porosità è in grado di far migrare l’acqua e l’acqua in soluzione con sostanze aggressive (acidi o sali) anche fino a 2 m e più d’altezza, favorendo l’innesco di tutte quelle reazioni chimiche e fisiche che aumentano la rapidità del degrado della struttura.
Naturalmente, maggiore sarà la porosità capillare, maggiore sarà la quantità di liquidi che entreranno nel manufatto.

Ultima causa, non per importanza, è rappresentata dai cicli gelo-disgelo
L’acqua che penetra all’interno del calcestruzzo, attraverso la rete capillare, può provocare effetti dirompenti a causa dei cicli di gelo e disgelo che si originano per escursione termica.
Questo continuo cambiamento di stato dell’acqua (da liquido a solido con aumento di volume di circa il 9%) genera tensioni all’interno del calcestruzzo che producono continue contrazioni e dilatazioni tali da disgregare progressivamente il manufatto .
La formazione di queste lesioni favorisce la penetrazione, anche in quantità elevata, di acqua ed altre sostanze aggressive all’interno della struttura.

La proposta PROIND
Per rispondere alle suddette problematiche, la Proind ha previsto un intero ciclo di interventi.
Al fine di bloccare il fenomeno di ossidazione e corrosione dei ferri d’armatura non affioranti, si procede all’impregnazione di tutto il calcestruzzo, ripulito da vernici, a spruzzo o pennello con L’INIBITORE DI CORROSIONE MIGRATORIO MCI 2020.
(Consumo MCI 2020 = 0,1 ÷ 0,2 kg/m².)

Per il trattamento di armature affioranti, invece, tutti i ferri d’armatura, sia nuovi che gia preesistenti dovranno essere spazzolati fino all’ottenimento del metallo bianco.
La protezione anticarbonatazione ed ossidazione è garantita dall’applicazione, con pennello in due mani (spessore 2 mm), della miscela cementizia bicomponente, addittivata con MCI, Siriocem P.F. (Consumo SIRIOCEM P.F. = 120 gr/m² per ferri Ø 10 mm – ciclo a 2 mani).

Per la ricostruzione geometrica vengono proposti Siriobeton FA. – Malta antiritiro fibrorinforzata a base di microsilicati per ripristini verticali strutturali; Siriobeton FIX – R – Malta antiritiro a rapidissimo indurimento per ripristini verticali strutturali; Siriobeton B.M.E. – Malta antiritiro fibrorinforzata bicomponente a basso modulo elastico per ripristini verticali strutturali.

Ed infine, per la finitura di anticarbonatazione, Siriobeton RA. – Malta antiritiro bicomponente per rasature ad elevata impermeabilità all’acqua ma perfettamente traspirante al vapore acqueo.; Siriobeton FLEX – Miscela bicomponente elastoflessibile per la protezione di strutture sottoposte a frequenti movimenti e vibrazioni, aggredite da piogge acide o soluzioni saline; e Siriover/P – Rivestimento a base acrilica in dispersione acquosa con pigmenti fotostabili, resistente alle piogge acide, all’anidride carbonica.

Per ulteriori informazioni sui prodotti Proind
www.proind.it

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