Riduzione del livello di calpestio tramite pavimenti flottanti

Confronti tra il ∆L in opera e il corrispondente ∆L di laboratorio

Sempre più spesso vi è l’esigenza durante le ristrutturazioni degli edifici di bonificare e rendere a norma il rumore da calpestio L’nw dei solai di interpiano sovrapposti e dei solai tra vani laterali cioè tra vani che si trovano orizzontalmente su uno stesso piano.

I vani che si trovano sullo stesso piano si riferiscono a piani posizionati al piano terra e in piani successivi.

Nelle bonifiche acustiche di edifici esistenti i solai che si incontrano sono spesso solai degli anni 1960 e 1970. Vi sono casi anche di non vere e proprie bonifiche ma di interventi sugli edifici nuovi. A tal proposito a causa dei molti contenziosi sorti dopo la emanazione della norma vigente ovvero del DPCM 5-12-1997 molti progettisti ed imprese edili hanno pensato ad un alternativo modo di attenuare il livello di calpestio nei solai adottando tecniche diverse rispetto alla classica posa di un materiale resiliente sotto massetto.

Ecco che il diverso posizionamento dello strato acustico, il suo minimo spessore e una pavimentazione finale a secco a finire hanno potuto dimostrare il raggiungimento di requisiti prestazionali elevatissimi e inferiori a quelli previsti dal DPCM 5-12-1997.

Il requisito acustico passivo riferito alle abitazioni è secondo il DPCM L’nw=63 decibel. Gli indici raggiunti con un sistema a pavimento flottante possono raggiungere valori minori di 50 decibel negli edifici nuovi con pavimentazioni composte da laminati e parquet a secco in legno.Nei solai esistenti molto importante e’ il solaio di partenza.

Il seguente studio riporta l’esperienza in opera di misurazioni acustiche di calpestio su solai da bonificare in laterocemento chiamati sap degli anni 1960-1970. Sono state eseguite misurazioni secondo ISO 140 parte 7 relativa all’isolamento acustico al calpestio con sorgente normalizzata tipo 01db e fonometro solo blu 01db ante bonifica e post bonifica nel caso dei solai sap negli edifici degli anni 1960.

I solai tipo sap sono dei solai che si ritrovano spesso negli edifici degli anni 1960 ed erano costituiti da elementi da cm 20×25 costruiti a terra e quindi posati in modo curvo.

Obiettivi, materiali, metodi, risultati ante e post operam

Molto spesso nelle esperienze di bonifica acustica dei solai vengono eseguite solamente misurazioni acustiche post operam validando il risultato esclusivamente sul confronto con le prestazionalita’ definite dal DPCM 5-12-1997 senza che vi sia stato un percorso di misurazioni acustiche dello stato di fatto ante operam e un conseguente percorso di progettazione acustica previsionale che tenga in considerazione non solo le caratteristiche tecniche dei materiali ma anche le condizioni al contorno e cioe’ la lunghezza libera di inflessione del solaio, le pareti che gravano su di esso, le pareti sottostanti ad esso, la direzione dei travetti in calcestruzzo oppure la direzione dei fori degli elementi di alleggerimento, le condizioni di vincolo del solaio con le pareti adiacenti e confinanti.

Solo seguendo un metodo sistematico si potrà sostenere la affidabilita’ dei parametri raggiunti post operam in quanto la riproducibilità del metodo sarà soggetta ad una in certezza minore.

Cio’ che si ritiene molto interessante circa le misurazioni eseguite nei solai degli anni 1960 e 1970 è stata la disponibilità del produttore dello strato acustico resiliente a condurre, presso un laboratorio autorizzato, prove di rigidità dinamica e prove della attenuazione del livello di calpestio.

I casi presentati sono due. I primi due riguardano misurazioni acustiche in edifici degli anni 1960 e 1970 con la determinazione del livello di calpestio ante e post operam su solai sovrapposti e solai posti sullo stesso piano e quindi così detti laterali.

Nel primo caso, solaio del 1960, dopo le misurazioni ante operam, la progettazione acustica previsionale secondo UNI EN ISO 12354 ha condotto all’uso di un materassino di spessore 3 millimetri di espanso modificato a base polipropilenica Terilex P3mm del peso di circa 50 grammi al metro quadrato sul quale è stato appoggiato un pavimento a secco ad incastro non incollato di legno massiccio rovere di spessore 15 mm. In figura 1

lo strato acustico resiliente e il pavimento a finire in legno posato a secco.

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Figura 1 – Lo strato acustico resiliente ed il pavimento flottante posato a secco.

Nella figura successiva numero 2 si mostra l’andamento spettrale e dell’indice di valutazione ante e post opera del livello di calpestio fra i due solai sovrapposti.

Il proprietario dell’appartamento prima dell’intervento del tecnico competente in acustica con la intenzione di bonificare autonomamente il vecchio solaio secondo le prescrizioni del DPCM 5-12-1997 aveva tolto e smantellato il pavimento e il sottostante massetto da 8 centimetri ed aveva successivamente rifatto un nuovo massetto in calcestruzzo svincolandolo dalle pareti e dalle piane di marmo del portoncino di entrata e delle porte finestre senza però posare sotto di esso uno strato acustico resilente.

L’unico modo possibile per intervenire in una situazione simile è stato l’uso e la posa di un pavimento a secco flottante sopra il massetto. In figura 3 il lavoro ante operam.

 

 

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Da un valore del livello di calpestio di 75 decibel derivante dalla situazione di fatto costituita da un solaio sap di 20 centimetri compresa la cappa di calcestruzzo e da un massetto di 5 centimetri desolidarizzato dalle pareti perimetrali dell’appartamento, si è giunti ad un risultato finale di 59 decibel.

Il secondo lavoro che qui si presenta rappresenta una bonifica di un solaio interpiano appartenente ad un edificio degli anni 1970 costituito da almeno 20 appartamenti.

La figura 4 mostra la situazione dopo il smantellamento della pavimentazione in marmette ed in ceramica e del massetto sottostante fino alla cappa del solaio di laterocemento di spessore 20 centimetri. La figura 5 mostra la progettazione acustica prevista.

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Dopo lo smantellamento del pavimento e del massetto sottostante, la cappa del solaio è stata levigata affinchè potesse presentarsi liscia e planare affinchè potesse essere posato il pavimento flottante. A disposizione vi erano solo 9 cm di spessore entro i quali si dovevano inserire gli impianti idraulici, parte degli impianti elettrici, il massetto in calcestruzzo, lo strato acustico resiliente di 3 millimetri e il pavimento in legno.

La maggior parte degli impianti elettrici sono stati posati all’interno delle pareti perimetrali dell’appartamento in quanto tali pareti confinavano con il vano scale.

Altri impianti sono stati posati nell’intradosso del solaio di copertura dato che l’altezza dell’appartamento era di 3,20 metri quando invece la attuale normativa prescrive una altezza minima di 2,70 metri.

In figura 5 si mostra la posa del pavimento flottante.

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L’impianto di riscaldamento dell’appartamento era previsto a radiatori quindi tutte le tubazioni di andata e ritorno dovevano essere conglobate in un unico massetto.

Quindi si è cercato ove fosse possibile si eseguire il minor numero di attraversamentidegli impianti tra gli stessi vani dell’appartamento e di posare le tubazioni il più possibile lungo le pareti perimetrali dell’appartamento.

Un altro problema che riguarda gli impianti è rappresentato dal loro idoneo rivestimento e dalla sigillatura completa del solaio interpiano per una perfetta tenuta all’aria dello stesso.

Si è proceduto quindi alla progettazione acustica della bonifica del solaio che per la presenza di molti impianti si è rivelata molto difficoltosa e con grandi rischi di non poter raggiungere i valori prestazionali del DPCM 5-12-1997.

In figura 6 il valore ante operam e post operam dell’isolamento da calpestio.

In figura 7 la posa degli impianti prima del getto del massetto di calcestruzzo.

 

 

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Il passaggio degli impianti nella superficie della cappa solaio e la disponibilità di soli 9 centimetri per eseguire l’intero pacchetto acustico poteva precludere il raggiungimento dei requisiti a norma a causa della non uniformità del sistema massa molla.

Considerazioni e conclusioni

Nei due lavori presentati inerenti solai degli anni 1960 e 1970 l’adozione di un pavimento flottante con relativo pavimento in parquet a secco permette di ottenere risultati conformi ai requisiti del DPCM 5-12-1997 se il solaio di partenza da bonificare raggiunge ante opera valori fino a 79 decibel. Tali risultati non devono essere definitivi e la ricerca deve continuare. Importante però e’ avvalorare i risultati. La ditta produttrice del materassino resiliente acustico si è fatta promotrice di uno studio completo del problema inviando presso un laboratorio ufficiale i campioni di strato acustico e di pavimentazione provati in opera e presentati in questa memoria. Le misurazioni hanno riguardato la rigidita’ dinamica secondo la norma UNI EN 29052 – 1 del 1993 dello strato acustico e il valore di attenuazione espresso dall’indice di attenuazione del livello di Lw secondo la norma UNI EN ISO 10140 del 2010. La norma specifica un metodo di laboratorio per valutare la efficacia nella riduzione della trasmissione del rumore da calpestio dei rivestimenti di pavimentazioni. Scopo della misura è quello di ricavare un indice di valutazione correlato con la differenza tra gli indici di valutazione ottenuti su un solaio di riferimento con e senza il rivestimento. Questa grandezza descritta con ∆Lw è ottenuto in conformità a un metodo specificato nella norma UNI EN ISO 717-2 ed espressa in decibel. La riduzione ∆L del rumore di calpestio alle varie frequenze non e’ indipendente dalle caratteristiche del solaio utilizzato durante la prova. Al fine di ottenere valori confrontabili tra i diversi laboratori è necessario rapportare i valori misurati di ∆L ad un solaio teorico di riferimento. La norma UNI EN ISO 717-2 fornisce per questo solaio l’indice di valutazione (oltre che l’andamento in frequenza) che risulta uguale a 78 decibel. L’indice di attenuazione calcolato dal laboratorio è stato di ∆Lw=17,2.

Tale valore conferma le attenuazioni riscontrate durante le misurazioni acustiche in opera che corrispondevano a ∆L = 16 nel primo caso esaminato e ∆L = 17 nel secondo.

In Figura 9 il diagramma in frequenza di ∆L da non confondersi con ∆Lw.

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Figura 9 – Diagramma della prova di laboratorio della attenuazione con campione

Bibliografia

[1] UNI EN 29052-1:1993 Acustica – Determinazione della rigidità dinamica. Materiali utilizzati sotto i pavimenti galeggianti negli edifici residenziali

[2] UNI EN ISO 10140-3:2010 Acustica – Misurazione in laboratorio dell’isolamento acustico di edifici e di elementi di edificio. Misurazione dell’isolamento del rumore da calpestio

[3] UNI EN ISO 140-7.2000 Acustica – Misurazioni dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio. Misurazione in opera dell’isolamento al rumore di calpestio di solai

[4] UNI EN ISO 717-2:2007 Acustica – Valutazioni dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio – Parte 2 Isolamento dal rumore di calpestio

[5] Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 dicembre 1997, Determinazione dei requisiti acustici passive degli edifici

[6] http://www.proxital.it

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Dott. Ing. Massimo Rovere – Docente dei Corsi in Acustica della Agenzia CasaClima di Bolzano. Tecnico Competente in Acustica n°554.
Negli anni accademici 2012 ,2013, 2014, 2015 ha tenuto il Corso di Acustica per il Master CasaClima
Bioarchitettura presso la Università Lumsa di Roma.
Nell’anno accademico 2011 ha tenuto la lezione di “Acustica degli Edifici” presso la Libera Università di Bolzano.
Esperto nelle misurazioni in acustica edilizia ed ambientale e nella redazione delle relazioni acustiche previsionali in fase progettuale.
E’ specializzato nelle misurazioni Fonometriche e secondo la Tecnica Intensimetrica con l’ausilio di sonda intensimetrica per la determinazione del potere fonoisolante delle pareti,dei solai e degli infissi. Ha partecipando ai Convegni Nazionali di acustica AIA Rimini 2011, AIA ROMA 2012, AIA MERANO 2013, AIA PISA 2014 Ha pubblicato con EPC Editore il Testo “Guida all’acustica degli Edifici” Patrocinato dalla Agenzia CasaClima di Bolzano. Marzo 2013.
mail: [email protected]
Telefono : 349-4434236

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“Contributo pubblicato negli Atti del 38° Convegno Nazionale AIA, Rimini, 2011”.

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