Reti e compositi nella realizzazione di aree verdi, verde pensile, prati armati

IL RINFORZO DI AREE VERDI CARRABILI
Realizzare un intervento di rinforzo di uno spazio verde permette il recupero funzionale di aree altrimenti rese impraticabili dal traffico veicolare o dall’intenso traffico pedonale. Superfici destinate a parcheggio di veicoli in occasione di manifestazioni temporanee come fiere e concerti, autorimesse ed aree per il rimessaggio di roulotte e caravan, strade di accesso verdi, camminamenti pedonali, nonché tutte quelle superfici che in genere sono soggette per loro uso a danneggiamento del manto erboso ed alla comparsa di solchi, possono essere opportunamente rinforzate ed inerbite con sistemi che garantiscono ottime prestazioni, anche in termini di durata, permettendo di ottenere superfici a prato meno scivolose e con un aspetto assolutamente naturale.
1. Rete di rinforzo
Tenax TR viene posata sulla superficie da rinforzare senza che sia necessario alcun intasamento. Il fissaggio al sottofondo con chiodi a “U” richiede la posa di almeno 1 chiodo ogni 2 m² di superficie. Fissaggi più frequenti possono essere comunque previsti laddove il piano di posa presenti asperità o buche che non consentono una corretta aderenza della rete alla sua superficie. (foto 1,2)

2. Manto erboso
Per ottenere risultati ottimali è consigliabile non transitare con i veicoli sulla superficie inerbita fino a che l’erba non sia cresciuta fino ad almeno 35 mm e non sia stata tagliata due volte. In tal modo si ottiene una superficie stabile adatta a sopportare il passaggio di automobili e l’intenso traffico pedonale. (foto 1,2)

3. Sottofondo di posa
È consigliabile che il sottofondo di posa della rete Tenax TR sia sufficientemente stabile, sia nel caso in cui la superficie sia già inerbita che nel caso in cui debba esserlo dopo l’operazione di rinforzo. In caso contrario la soluzione ottimale di rinforzo è costituita da Tenax GP (Grass Protection). Se il terreno è argilloso, si raccomanda inoltre un adeguato sistema di drenaggio per evitare il ristagno delle acque meteoriche. (foto 1,2)

Tenax TR
Rete estrusa in polietilene ad alta densità (HDPE) con struttura tridimensionale a a maglia romboidale. (foto 3)

Vantaggi
– La struttura di Tenax TR e l’elevata resistenza a trazione incrementano la capacità portante del terreno assorbendo le sollecitazioni orizzontali
– La rete assicura un ancoraggio efficace per le radici del manto erboso, ed una elevata resistenza allo strappo dell’erba
– Tenax TR impedisce la formazione di solchi dovuti al passaggio di veicoli
– L’intervento di rinforzo è molto veloce, anche per superfici estese
– I risultati sono ottimi anche dal punto di vista estetico: il prato rinforzato conserva un aspetto decisamente naturale
– Tenax TR è riciclabile, perché completamente realizzato con poliolefine

Posa in opera
Nel rinforzo di superfici già inerbite, tagliare l’erba ed eventualmente livellare la superficie di posa, riempiendo le ondulazioni eccessive con una miscela di terreno di coltura e sabbia, seminando in corrispondenza dei riempimenti.
Nel caso di superfici da inerbire è invece sufficiente livellare accuratamente il terreno di sottofondo; il manto può essere realizzato secondo le modalità tradizionali (seminando prima della posa della rete), oppure con Tenax EG/T, il feltro vegetativo che rende più efficace la realizzazione di nuovi tappeti erbosi. Posare poi Tenax TR srotolando semplicemente le bobine e fissandone le estremità ed i bordi laterali come indicato di seguito. La rete inoltre deve essere posata in tensione per evitare la formazione di pieghe.

Per il fissaggio al suolo della rete Tenax TR sono disponibili chiodi a “U” di lunghezza pari a 18 cm, idonei per l’uso nel caso di sottofondi consistenti. (foto 4,5)

LA STABILIZZAZIONE DI SUPERFICI CARRABILI A PRATO
Il recupero funzionale ed il rinforzo di aree verdi soggette al traffico veicolare o all’intenso traffico pedonale e caratterizzate da sottofondi soffici e pertanto non sufficientemente stabili, deve necessariamente essere realizzato con sistemi che in primo luogo consentano un’azione di stabilizzazione.

1. Manto erboso
Il manto può essere realizzato secondo le modalità tradizionali – seminando prima della posa della rete e utilizzando come specie vegetale un miscuglio di graminacee specifico, adatto al calpestio – oppure con Tenax EG/T, il feltro vegetativo che rende più efficace la realizzazione dei nuovi tappeti erbosi. In ogni caso è consigliabile non transitare con i veicoli fino a che l’erba non sia alta almeno 35 mm e non sia stata tagliata due volte, in modo da ottenere una superficie stabile adatta a sopportare il passaggio di automobili e l’intenso traffico pedonale. (foto 6,7)

2. Rete di rinforzo
Se il manto erboso viene realizzato secondo le modalità tradizionali, è importante che la rete di rinforzo Tenax GP sia coperta in ogni punto da uno strato sottile di sabbia e terreno di coltura, per la crescita delle radici attorno alla rete. Dove opportuno, si può effettuare del top-dressing con lo stesso substrato utilizzato per l’intasamento. Usando in alternativa Tenax EG/T, è semplicemente necessario posare la rete al di sopra del feltro. (foto 6,7)

3. Sottofondo di posa
Per la realizzazione dello strato portante, nel caso di conversione di aree esistenti, è consigliabile sbancare l’area oggetto dell’intervento fino ad una profondità minima di 5 cm, se il sottofondo è sufficientemente drenante; se invece il terreno è argilloso, si raccomanda anche la posa di un adeguato sistema di drenaggio per evitare il ristagno delle acque meteoriche. (foto 6,7)

Tenax GP (Grass Protection)
Rete estrusa in polietilene ad alta densità (HDPE) espanso con struttura tridimensionale composta da serie sovrapposte ed incrociate di fili paralleli, che ne definiscono la maglia romboidale.
(foto 8)

Vantaggi
– La struttura di Tenax GP e le sue elevate prestazioni meccaniche incrementano la capacità portante del terreno assorbendo le sollecitazioni orizzontali
– La rete assicura un ancoraggio efficace per le radici del manto erboso, ed una elevata resistenza allo strappo dell’erba
– Tenax GP impedisce la formazione di solchi dovuti al passaggio di veicoli
– Il formato del prodotto impedisce movimenti dello strato di rinforzo
– L’intervento di stabilizzazione è molto veloce, anche per superfici estese
– Il prato rinforzato conserva un aspetto decisamente naturale
– Tenax GP è riciclabile, perché completamente realizzato con poliolefine

Posa in opera
Per il rinforzo di superfici da inerbire, è necessario:
– livellare accuratamente il terreno di sottofondo
– stendere del substrato sabbioso (miscela di sabbia e terreno di coltura) specifico per tappeto erboso, in spessore minimo di 3 cm; provvedere eventualmente ad una prima semina del substrato
– srotolare la bobina di Tenax GP e fissare estremità e bordi laterali come indicato di seguito. Il peso della rete evita la formazione di pieghe
– intasare le maglie della rete con il substrato sabbioso asciutto
– seminare, rullare e bagnare
Per un inerbimento più veloce ed efficace, posare in alternativa Tenax EG/T

Per il fissaggio al suolo della rete Tenax GP sono disponibili chiodi a “J” di lunghezza pari a 30 cm, per un ancoraggio ottimale su sottofondi soffici. (foto 9)

IL VERDE FACILE PER AREE RESIDENZIALI
Tenax EG/T e Tenax EG/S sono prodotti rivoluzionari studiati per rendere più semplice ed efficace la realizzazione dei tappeti erbosi. Si tratta di una innovazione frutto di nuove concezioni tecnologiche studiate in ambito tessile ed applicate alla ricerca agronomica, in collaborazione con la Facoltà di Agraria ed il Dipartimento di Geofisica dell’Università di Padova.

1. Tessuto preseminato
Tenax EG/T è il tessuto specifico per prati carrabili o soggetti ad intenso traffico pedonale. Il miscuglio di semi trattenuti all’interno della sua trama (Lolium Perenne, Poa Pratensis e Cynodon Dactylon per la posa primaverile; Lolium Perenne, Festuca Arundinacea e Festuca Rubra Commutata per la posa autunnale) è molto robusto e garantisce elevata capacità di ricopertura degli spazi. L’epoca di semina e le modalità di irrigazione sono identiche a quelle dei miscugli standard da tappeto eroboso; è comunque preferibile che il tessuto non sia posato in primavera avanzata o in estate.
Tenax EG/S è invece la soluzione ideale per giardini pensili, con un miscuglio di semi di alta qualità (Lolium Perenne, Festuca Rubra Rubra, Festuca Rubra Commutata e Poa Pratensis per un’ottima resistenza al freddo; Koeleria, Festuca Ovina, Poa Pratensis Eva, Festuca Rubra e Poa Pratensis oppure Poa Pratensis Opal per un’ottima resistenza alla siccità). L’epoca di semina è molto ampia, ma è preferibile che sia in primavera o in autunno. (foto 10,11)

2. Terreno di sottofondo
Tenax EG si adegua puntualmente alla natura del suolo ed alla morfologia del terreno, permettendo la crescita della vegetazione in modo diffuso ed uniforme. Il prodotto consente ai semi di crescere ben protetti al suo interno: la germinazione non è ostacolata infatti dal tessuto, che si degrada senza lasciare alcun residuo chimico-fisico. L’insediamento e lo sviluppo del manto erboso avviene pertanto secondo le normali modalità della specie. (foto 10,11)

Tenax EG
Tessuto biodegradabile in fibre di cellulosa, preseminato nella sua trama con semi e concime distribuiti uniformemente ed in quantità adeguate. (foto 12)

Vantaggi
– Il prodotto è di origine naturale, biodegradabile al 100% in un tempo variabile tra i 3 ed i 5 mesi, a seconda del terreno e delle condizioni climatiche ed ambientali
– Rispetto alle modalità tradizionali di realizzazione di un manto erboso, non è necessario spargere i semi in quantità calibrata ed in modo omogeneo, perché Tenax EG contiene la giusta quantità di semi e la giusta quantità e qualità di fertilizzante per la prima crescita del verde
– I semi sono trattenuti dalla trama del prodotto, per una protezione efficace da uccelli ed insetti; inoltre, la trama trattiene saldamente i semi ed il concime al suo interno anche nelle peggiori condizioni atmosferiche, ad esempio in occasione di piogge abbondanti
– I miscugli di semi di Tenax EG/T e di Tenax EG/S consentono di ottenere prati carrabili e giardini pensili con un ottimo risultato di tipo estetico
– Il prodotto ostacola la crescita incontrollata delle erbacce
– I risultati sono ottimi anche su terreni in pendenza: mentre l’erba cresce, il tessuto ostacola l’erosione del terreno comportandosi come una pellicola protettiva.
– Il manto erboso ottenuto si può falciare regolarmente

Posa in opera
– Preparare il terreno come per una semina tradizionale: eliminare le erbe preesistenti, le radici e le pietre, rivoltare la terra in superficie, sbriciolare la struttura grossa e livellare
– Stendere Tenax EG, appoggiandolo indifferentemente su uno dei due lati; il tessuto può essere facilmente modellato con le forbici in prossimità di piante o di ostacoli
– Bagnare il tessuto facendolo bene aderire al terreno, grazie anche all’acqua di irrigazione.
– In caso di forte vento o pendenze è consigliabile fissare il prodotto con zolle, sassi o picchetti, a seconda delle condizioni
– Irrigare quotidianamente e in modo abbondante (due volte al giorno, alla mattina ed alla sera se la stagione è calda, ed in funzione dell’umidità nelle altre stagioni) per i primi 25-30 giorni, fino al completo insediamento del manto erboso
– Una volta completata la fase di insediamento, irrigare 2 volte la settimana e trattare il prato normalmente: si consiglia di realizzare il primo taglio a non meno di 10 cm di altezza, e quelli successivi sempre alla altezza di 4-5 cm
– Tenax EG contiene la giusta quantità di fertilizzante per la prima crescita del tappeto erboso, ed ha inoltre un buon effetto pacciamante: non richiede quindi ulteriori trattamenti, al di fuori del taglio periodico, per varie stagioni

ANTIEROSIONE E INVERDIMENTO PER AREE RESIDENZIALI
Nella fase iniziale dell’inerbimento su superfici in pendenza, il substrato di coltivazione è soggetto al dilavamento ed all’erosione superficiale provocati dalle acque meteoriche, dal ruscellamento che ne consegue e dall’azione del vento. Queste azioni possono provocare importanti perdite di materiale del substrato e la formazione di solchi, vista la ridotta penetrazione delle radici dello strato di vegetazione nel substrato stesso.
Tenax propone soluzioni che garantiscono una azione antierosiva efficace nella fase che precede l’attecchimento della vegetazione, prevenendo la formazione di solchi, e che interagiscono con le radici delle essenze seminate, costituendo il loro ancoraggio ed impedendone lo strappo ed il dilavamento.

1. Manto erboso
Il manto può essere realizzato secondo le modalità tradizionali – seminando prima della posa della rete, oppure con Tenax EG/S, il feltro vegetativo che rende più efficace la realizzazione dei nuovi tappeti erbosi su superfici in pendenza. (foto 13,14)

2. Stuoia antierosione
Nella fase antecedente all’attecchimento della vegetazione Tenax ProMat garantisce la protezione antierosiva delle superfici in pendenza (giardini pensili a falde inclinate, etc.). Nella fase successiva all’attecchimento della vegetazione consente invece l’ancoraggio delle radici del manto erboso.
Il prodotto è ideale per pendenze fino a 45° ca. (rapporto 1:1); in ogni caso l’applicazione deve essere valutata sulla base delle condizioni climatiche e geologiche del sito. (foto 13,14)

3. Substrato di coltivazione
La struttura bidimensionale di Tenax ProMat protegge lo strato superficiale del substrato, e permette l’ancoraggio delle radici; in tal modo si ottiene un blocco unico che resiste all’azione degli agenti atmosferici. (foto 13,14)

Tenax ProMat
Stuoia bidimensionale composta da tre reti estruse in polipropilene (PP), sottoposte ad un processo di stiro a temperatura controllata in direzione longitudinale e trasversale per l’incremento delle prestazioni meccaniche a trazione. Le tre reti, di cui lo strato centrale a maglia più larga, sono sovrapposte e cucite le une alle altre con filo nero in polipropilene. (foto 15)

Vantaggi
– Azione antierosiva efficace nella fase che precede l’attecchimento della vegetazione, a prevenzione della formazione di solchi
– Struttura bidimensionale che garantisce l’ancoraggio delle radici
– Semplice da installare: non richiede l’intervento di mano d’opera specializzata
– Elevato rapporto prestazioni/prezzo.
– Riciclabile, perché completamente realizzato con poliolefine

Posa in opera
– Preparare il terreno eliminando le radici e le pietre, e riempiendo eventuali buche in modo da ottenere una superficie regolare e compatta
– Scavare una trincea di ancoraggio in sommità e, se necessario, una alla base del pendio
– Posizionare la stuoia Tenax ProMat nella trincea superiore e fissarla con picchetti a “U” (lunghezza 18 cm) o “J” (lunghezza 30 cm) o simili: la lunghezza dei picchetti dipende dalla consistenza del sottosuolo
– Srotolare la bobina di Tenax ProMat verso il basso
– Fissare i bordi laterali della stuoia ogni 2-3 m con picchetti Tenax o simili
La stuoia va inoltre fissata dove risulti eccessivamente distante dalla superficie; il fissaggio deve essere infatti realizzato in modo che il prodotto venga posata in tensione, per evitare la formazione di pieghe e per assicurare una adeguata aderenza alla superficie di posa.
– Bobine adiacenti devono essere sovrapposte per almeno 10 cm e fissate con picchetti ogni 1,5 m
– Tagliare Tenax ProMat alla lunghezza desiderata prima di procedere all’ancoraggio alla base del pendio o nella eventuale trincea inferiore: strisce di prodotto di lunghezza adeguata possono essere tagliate dal rotolo con un semplice paio di cesoie o con un taglierino
– Riempire le trincee di ancoraggio con ghiaia o terreno vegetale
– Provvedere alla semina, con una densità di 50 g/m², e ricoprire la stuoia con 1 cm ca. di substrato sabbioso (miscela di terreno di coltura e sabbia). In alternativa posare Tenax EG/S al di sotto di Tenax ProMat.

IL VERDE PENSILE
I vantaggi
Optare per una copertura a verde, in alternativa alle soluzioni di copertura tradizionali, consente di ottenere una serie di vantaggi:
– riduzione degli sbalzi termici a cui è soggetta la copertura: la copertura a verde permette infatti di ridurre gli sbalzi termici fino ad un massimo di 25°C
– risparmio energetico
– riduzione della trasmissione del rumore
– capacità di trattenimento dell’acqua piovana
– capacità di trattenimento delle polveri. Considerata anche la capacità di fotosintesi clorofilliana della copertura a verde, questo vantaggio porta come conseguenza la riduzione dell’anidride carbonica nell’aria, e contribuisce quindi in modo significativo al miglioramento della sua salubrità, in modo particolare nelle zone altamente urbanizzate
– prolungamento della vita dell’impermeabilizzazione. Alla guaina è garantita protezione meccanica e protezione ai raggi U.V., protezione termica (soprattutto nei confronti di sbalzi termici elevati in tempi brevissimi), nonché difesa di tipo chimico in ambienti industriali o altamente urbanizzati: la combinazione dell’acqua piovana con le anidridi presenti nell’atmosfera genera infatti acidi che nella prima pioggia possono essere presenti in alta concentrazione; una copertura a verde assorbe l’acqua di prima pioggia a livello di terriccio, per cui il contatto con il manto avviene solo in tempi successivi, con l’apporto di ulteriori volumi di pioggia in cui gli acidi sono molto più diluiti
– guadagno in termini di superfici vivibili, nel caso di rivestimento a verde intensivo

Le tipologie
Una copertura continua a verde è un giardino realizzato sopra ad una superficie che non si trova a contatto con il terreno naturale. Le tecniche progettuali e costruttive per il verde pensile devono essere necessariamente diverse rispetto a quelle conosciute per il verde tradizionale perché:
– le caratteristiche statiche del piano di posa possono rappresentare un vincolo
– il piano di posa è coperto da una impermeabilizzazione che non può essere danneggiata;
– i tetti verdi devono assolvere alle funzioni classiche del giardino ma anche a quelle della copertura tradizionale, che sostituiscono completamente

L’inverdimento pensile può essere pensato in due differenti soluzioni, intensivo o estensivo.
Verde pensile intensivo:
si tratta di un giardino con cespugli, fiori e alberi, e cioè del classico giardino da terra riportato in copertura. In genere necessita di molto impegno per la manutenzione (sfalci, irrigazioni, diserbi, concimazioni); richiede maggiori spessori di strato vegetativo, per garantire alle piantumazioni il giusto apporto degli elementi indispensabili per la sussistenza; è caratterizzato da elevate prestazioni in termini di accessibilità e fruibilità.
Verde pensile estensivo:
la differenza sostanziale rispetto alla tipologia di inverdimento intensivo è costituita dal fatto che, a parte l’irrigazione iniziale e l’approvvigionamento di sostanze nutritive al momento della realizzazione, non richiede che uno o due passaggi di manutenzione all’anno. Una copertura a verde estensivo è tipicamente realizzata con sedum, erbacee perenni tappezzanti, aromatiche e muschi, e cioè con essenze caratterizzate da un’alta adattabilità alle condizioni climatiche e da una elevata capacità di rigenerazione ed autopropagazione.

Gli elementi
La successione degli strati che costituiscono il verde pensile adatto a colture deve ricreare le condizioni ideali per il loro sviluppo, provvedendo a fornire adeguata alimentazione e sostegno, garantendo assorbimento di riserva idrica e contemporaneamente drenaggio dell’acqua in eccesso.
Gli elementi funzionali del verde pensile sono:
– l’elemento di supporto
– i contenimenti
– lo strato di pendenza
– la rete di deflusso delle acque dal solaio
– lo strato impermeabile
– lo strato di protezione alle radici
– lo strato di protezione del pacchetto impermeabile
– l’elemento drenante
– lo strato di compensazione igrometrica
– l’elemento filtrante
– il substrato di coltivazione
– la vegetazione
Oltre a tali elementi è buona norma tenere nella giusta considerazione, già a partire dalla fase progettuale, una serie di altri elementi quali:
– il sistema di ispezione della rete di deflusso delle acque
– l’impianto di irrigazione
– il sistema di trattenimento (per coperture in pendenza)
– il sistema di ancoraggio della vegetazione

Le pendenze e il deflusso delle acque
Nel verde pensile lo strato drenante è parte costituente di un sistema di deflusso dalla copertura delle acque in eccesso, nel quale gli elementi devono essere progettati in funzione dello strato drenante stesso.
Nella progettazione del sistema drenante pertanto sarà necessario definire:
– i piani di scorrimento dell’acqua di deflusso e la loro pendenza
– il numero, la dislocazione e la dimensione dei canali di gronda
Il numero e la dislocazione dei piani di scorrimento determinano infatti il numero e la dimensione dei pluviali da asservire ai relativi settori di deflusso della copertura, i quali devono essere progettati in modo da consentire l’allontanamento agevole delle acque.
E’ consigliabile prevedere a questo proposito due distinti canali di scarico per ogni settore di deflusso, in modo che l’eventuale intasamento dell’uno non comporti il blocco totale della capacità di scarico. I bocchettoni devono essere naturalmente posizionati nel punto più basso della relativa superficie di deflusso, e devono essere facilmente ispezionabili; pertanto sarà opportuno prevedere attorno allo scarico un pozzetto con piastra amovibile.
È opportuno inoltre suddividere la superficie della copertura in aree di drenaggio ridotte (80-120 m2) con pendenze maggiori o uguali all’1,5% convergenti verso i bocchettoni di pertinenza, e tali per cui la distanza massima percorsa dall’acqua prima di raggiungere il punto di scarico sia compresa tra i 15 ed i 20 m; queste indicazioni consentono di evitare che ristagni eventuali dovuti ad avvallamento dei massetti di pendenza vengano in contatto con lo strato filtrante o con il substrato di coltura, procurando un tasso di umidità non omogeneamente distribuito agli strati sovrastanti e causando problemi alla vegetazione. In ogni caso la realizzazione dei massetti di pendenza dovrebbe essere particolarmente curata, al fine di evitare tali ristagni.

La compensazione igrometrica
In genere gli strati più profondi del terreno, anche in assenza di acqua di falda poco profonda, sono in grado di fornire alla vegetazione un apporto prolungato di umidità attraverso il fenomeno della diffusione del vapore verso l’esterno, dovuto all’evaporazione dell’acqua contenuta in tali strati. Nelle coperture a verde questo effetto è ridotto a causa degli spessori limitati di substrato riportati in copertura: prevedere in stratigrafia uno strato di compensazione igrometrica permette alle radici di avere il necessario apporto idrico nella stagione secca, ed al terriccio sovrastante di mantenere costante il tasso di umidità. La perlite espansa ben si presta ad assolvere questa funzione, e garantisce adeguata ossigenazione, diffusività e riserva di acqua e sostanze nutritive per lo sviluppo degli apparati radicali.
I percettori igroscopici della perlite richiamano infatti acqua se in difetto e la smaltiscono se in eccesso; l’acqua può essere piovana, o diffusa da un impianto di irrigazione le cui tubazioni sono poste in opera a diretto contatto con lo strato di perlite stessa. In genere sono previsti additivi a base di elementi minerali per migliorare lo scambio ionico e la ritenzione delle soluzioni fertilizzanti.
Una precisazione importante infine, riguarda quei prodotti che garantiscono un elevato accumulo d’acqua: tali prodotti hanno in genere una bassa capacità drenante, che può causare la marcescenza per asfissia della vegetazione prevista in copertura.
È consigliabile pertanto provvedere ad un utilizzo combinato di uno strato di compensazione igrometrica e di uno strato drenante che garantisca uno smaltimento veloce dell’acqua in eccesso. In tal modo si può evitare il ristagno che causerebbe asfissia radicale soprattutto alle radici più profonde, mantenendo in efficienza solo le radici situate nello strato più superficiale, e facendo così in modo che la vegetazione risulti particolarmente vulnerabile ai periodi di siccità.

Il substrato di coltivazione
Il substrato di coltivazione rappresenta l’ambiente di vita della vegetazione, in quanto fornisce alle piante l’ancoraggio e gli elementi nutritivi: acqua ed ossigeno.
Dal momento che su una copertura a verde è molto difficile ed oneroso intervenire per ripristinare o modificare le caratteristiche di eventuali substrati inadeguati, è opportuno adoperarne di specificatamente studiati per l’utilizzo su tali coperture, invece di utilizzare terreno vegetale o tradizionali substrati per giardinaggio e vivaismo. L’elevato contenuto di argilla e di torba, la scarsa presenza di elementi minerali e curve granulometriche non adatte possono infatti determinare conseguenze dannose come l’eccessivo compattamento del substrato, il ristagno idrico, l’asfissia delle radici, lo sviluppo di patogeni e la perdita di fertilità.
Il tipo e lo spessore del substrato devono essere scelti in funzione del tipo di inverdimento desiderato, della modalità di impianto e della portata a disposizione: il substrato infatti è spesso lo strato di maggior peso, per cui se ne deve tenere conto nella scelta dei materiali per non gravare eccessivamente la struttura.

Il sistema di trattenimento per coperture in pendenza
Una copertura in pendenza viene inverdita secondo la stessa stratigrafia di una copertura piana; in aggiunta è però necessario prevedere sistemi di trattenimento quali: traverse per l’assorbimento della spinta di scivolamento (interrotte in modo opportuno per consentire il deflusso dell’acqua); prodotti di contenimento e di protezione dall’erosione superficiale dei substrati freschi di riporto.
In particolare i contenimenti devono essere realizzati con opportune travi di gronda fissate con elementi angolari metallici in modo che la spinta generata dall’inverdimento sia orientata verso la struttura del tetto; lo scarico delle acque nelle coperture a verde in pendenza è infatti ottenuto generalmente con una grondaia esterna.
Una condizione che deve essere infine soddisfatta nel caso di coperture a verde sia piane che inclinate, è la stabilità anche in presenza di forte vento. In genere infatti nella parte centrale della copertura è sufficiente il peso del substrato per impedire il sollevamento della stratigrafia dovuto all’effetto aspirante del vento; in corrispondenza di angoli e bordi invece è opportuna la posa in opera di ghiaia o di piastre in cls per raggiungere l’appesantimento necessario.

Fioriere e fosse per alberi
Anche per fioriere di grandi dimensioni si rende necessario prevedere la medesima stratigrafia consigliata per la copertura a verde, e pertanto è necessario impermeabilizzare l’interno della fioriera stessa e provvedere alla posa di adeguati strati di protezione della guaina, di drenaggio e di filtrazione, nonché di un apposito sistema di smaltimento delle acque meteoriche.
Nel caso inoltre di opere di giardinaggio di un certo impegno, dove si preveda la messa a dimora di piante da fusto di una certa altezza, si devono prevedere vasconi che forniscano un interramento in profondità per la crescita delle radici. Tali vasche possono essere poste in opera sulla guaina, separata da uno strato ripartitore di pesi, ed al loro interno dovranno disporre di uno strato drenante con relativi scarichi e di uno strato filtrante.

IL DRENAGGIO NELLA REALIZZAZIONE DI AREE VERDI PENSILI
Il verde pensile può essere vantaggiosamente usato per il recupero di spazi vitali e per il miglioramento dell’abitabilità nei complessi edilizi, con contributi anche di tipo estetico: coperture di garage e scantinati, realizzazione di terrazze e coperture di edifici pubblici. La progettazione del verde pensile e la sua realizzazione devono però essere definite fin dall’inizio in tutti i particolari, per dare il giusto peso sia alla parte di competenza degli operatori edili (dalla struttura all’impermeabilizzazione), sia a quella di competenza del giardiniere (dall’impianto di irrigazione alla scelta delle essenze).

1. Manto erboso realizzato con Tenax EG/S

2. Pareti di contenimento
Anche le pareti verticali di contenimento devono essere impermeabilizzate e protette: a tale scopo
Tenax DP1 viene fissato sull’impermeabilizzazione risvoltata in verticale. Il raccordo tra il piano di posa e le pareti verticali può essere realizzato con appositi elementi prefabbricati di sezione triangolare.

3. Strato di compensazione igrometrica
Il composito Tenax DP1 è posto in opera tra la membrana impermeabilizzante ed uno strato di compensazione.

4. Composito filtrante, drenante e protettivo
Tenax DP1 assolve contemporaneamente a più funzioni all’interno della stratigrafia proposta: la protezione dalle radici; la protezione meccanica del pacchetto impermeabile; il drenaggio e la filtrazione delle acque. Le strisce di prodotto devono essere disposte lungo la linea di massima pendenza del piano di posa.

5. Membrana impermeabile
Le radici possono danneggiare la guaina con una aggressione sia di tipo fisico (perforazione della guaina) che di tipo chimico; l’utilizzo di prodotti inadatti o posati in modo non corretto è quindi molto pericoloso per l’integrità della struttura e per il danno economico conseguente ai rifacimenti che si rendono eventualmente necessari.

Tenax DP1
Prodotto composito costituito da una membrana protettiva e drenante estrusa in polietilene ad alta densità (HDPE) – caratterizzata da una faccia piana e da una faccia cuspidata – e da un geotessile da fiocco non tessuto in polipropilene (PP), accoppiato alla membrana in corrispondenza della sommità delle cuspidi.

Vantaggi
– Le soluzioni tradizionalmente usate per la protezione delle guaine presentano molti svantaggi: i geotessili possono essere attraversati dalle radici in quanto porosi; le cappe in cls sono invece vulnerabili per la presenza di fessure e cavillature. La membrana protettiva di Tenax DP1 risulta invece essere inattaccabile da parte delle radici ed il prodotto garantisce una ispezione agevole del manto in caso di necessità. Per la corretta protezione del manto inoltre, i giunti laterali di Tenax DP1 devono essere opportunamente sovrapposti: sono previsti infatti sbordi di tessuto e di membrana per assicurare la continuità dell’azione protettiva
– La membrana protettiva in HDPE è inattaccabile da parte degli acidi umici e dei fertilizzanti
– Il geotessile non tessuto di fibre sintetiche imputrescibili in PP trattiene le particelle di terra senza interferire con il passaggio di acqua, e contribuisce a distribuire in modo uniforme l’umidità che nella stagione secca sale per capillarità
– La funzione drenante di Tenax DP1 è importante in relazione allo sviluppo dello strato di vegetazione: permette infatti di allontanare dal terreno l’acqua in eccesso oltre che evitare la formazione di battenti idrici sull’impermeabilizzazione
– La flessibilità e l’alta efficienza del composito Tenax DP1 lo rendono adatto anche per coperture irregolari e di piccole dimensioni
– Tenax DP1 è riciclabile, perché completamente realizzato con poliolefine

Applicazione
Lo strato di scorrimento Tenax FL ripartisce le sollecitazioni meccaniche
tra il piano di posa e l’impermeabilizzazione per cui, nell’eventualità in cui si aprisse una fessura nel solaio portante, ne eviterebbe la propagazione al manto sovrastante.
Nella copertura a verde di terrazze nel corpo dell’edificio o tetti piani, viene previsto l’inserimento in stratigrafia di uno strato di isolante, che può essere posato al di sotto del manto impermeabile: in tal caso Tenax FL svolge la funzione di barriera al vapore, a salvaguardia dell’efficienza dello strato isolante stesso.

La portata idraulica di Tenax DP1 e della ghiaia
Per assicurare una capacità drenante equivalente a quella del composito Tenax DP1, sono necessari spessori importanti di ghiaia.
Esempio: sistema per il drenaggio dell’acqua a contatto con un supporto impermeabilizzato pressoché orizzontale (pendenza pari al 3%: gradiente idraulico i = 0,03).

Si assume, a scopo cautelativo, un valore di permeabilità k elevato per la ghiaia lavata:

k = 1,00 .10-1 [m/s]

La portata d’acqua Q che può essere smaltita da uno strato drenante è espressa dalla legge di Darcy:

Q = kAi [m³/s]

essendo

A [m²]

l’area della sezione drenante (assumendo la larghezza unitaria, A è lo spessore dello strato drenante).
La portata idraulica di un composito è dipendente dal carico verticale applicato. Ipotizzando pertanto che la profondità di posa t (ossia lo spessore di terreno sovrastante) sia:

t = 0,5 [m]

e che il peso g del volume del terreno sia:

g = 20 [kN/ m²]

Il carico verticale applicato sv* (v*: in pedice) è:

sv* = g t =
10 [kPa] = 0,1 [kg/cm²] =1 [t/m²]

Dai diagrammi di trasmissività di Tenax DP1, riportati sulla relativa scheda tecnica, si ricava la portata idraulica per un gradiente i = 0,03 e sotto un carico applicato di 10 kPa; lo spessore di ghiaia equivalente si ricava dividendo le portata ricavata per la sua permeabilità, per la larghezza di raffronto (e.g.: 1 m) e per il gradiente. Quindi:

Spessore di Tenax DP1:

8 [mm]

Portata idraulica di Tenax DP1:

5,83 . 10-4 [m³/s m]
= 35 l/min m

Spessore di ghiaia equivalente:

20 [cm]

L’esempio evidenzia che, a parità di portata idraulica garantita, i sistemi di drenaggio tradizionali comportano il reperimento di notevoli volumi di materiale drenante, nonché maggiori costi di trasporto e posa in opera. Il drenaggio con ghiaia comporta inoltre un aggravio di carico sul supporto:
1 m² di ghiaia di spessore 20 cm pesa oltre 400 kg; Tenax DP1 riduce invece il carico a soli 1,38 kg.

Come verificare l’idoneità del composito drenante
Per la buona esecuzione di una copertura a verde è indispensabile la scelta corretta di uno strato drenante che permetta una rapida evacuazione dell’acqua, in modo da evitare travasi o ristagni che possano risultare dannosi alla vegetazione.
Quando è un composito drenante chiamato ad assolvere a tale funzione, è possibile fare riferimento al seguente schema per l’eventuale verifica dell’adeguatezza del prodotto al contesto specifico.
Data una certa piovosità j, intesa come intensità della massima precipitazione locale annua:

j [mm/h] = h/t

essendo

h [mm]

l’altezza della precipitazione e

t [h]

la durata della precipitazione, la portata idraulica q richiesta per unità di superficie è:

q [m³/s m2] = 2,777.10-7 j

La portata idraulica Q per metro lineare di scorrimento è ottenuta moltiplicando q per la lunghezza in orizzontale della pendenza:

Q [m³/s] = q cos(a) f L

essendo

a [°]

l’angolo di pendenza,

L [m]

la lunghezza del pendio, e

f [m]

il coefficiente di infiltrazione della stratigrafia considerata in occasione dell’evento j (infatti l’acqua che non si infiltra attraverso la stratigrafia scorre in superficie).
Date inoltre le caratteristiche del terreno sovrastante, ossia:

t [m]

spessore di terreno e

g [kN/m³]

peso del volume del terreno, si ottiene che il carico verticale applicato sv* è:

sv* [kPa] = g t

A questo punto se il gradiente

i = tg(a)

è indicato nei diagrammi o nelle tabelle di portata idraulica del composito, allora è necessario scegliere quel composito che soggetto al carico sv e per il gradiente i garantisce una portata idraulica maggiore o uguale a Q.

Nota: (v*: in pedice)

Se i non è un gradiente indicato nei diagrammi di caratterizzazione del composito, è possibile determinare la portata idraulica corrispondente del prodotto con la formula empirica:
Reti e compositi nella realizzazione di aree verdi, verde pensile, prati armati

I PRATI ARMATI
Realizzare manti erbosi che associno caratteristiche di elevata resistenza al transito di veicoli ad un aspetto estetico assolutamente naturale, oggi è semplice ed economico. Le prestazioni delle reti Tenax TR e Tenax GP, la loro estrema semplicità e velocità di installazione, e la possibilità di creare facilmente manti erbosi con Tenax EG/T, garantiscono ottimi risultati con il minimo sforzo.

Come posare Tenax EG/T con Tenax TR
– Preparare il terreno come per una semina tradizionale: eliminare le erbe preesistenti e le pietre, rivoltare la terra in superficie, sbriciolare la struttura grossa e livellare
– Compattare il piano di posa con rulli compattatori fino ad ottenere una costipazione pari a circa il 95% dello Standard Proctor – Stendere Tenax EG/T e bagnarlo facendolo bene aderire al terreno, grazie anche all’acqua di irrigazione
– Srotolare la bobina di Tenax TR e fissare un’estremità del rotolo ed i suoi bordi laterali ogni 2 m con chiodi Tenax a “U” o simili. La rete va inoltre fissata dove risulti eccessivamente distante dalla superficie di posa
– Irrigare quotidianamente (due volte al giorno, alla mattina ed alla sera se la stagione è calda; in funzione dell’umidità nelle altre stagioni) per i primi 25-30 giorni, fino al completo insediamento del manto erboso
– Per avere risultati ottimali si consiglia di non transitare con veicoli sul manto erboso rinforzato fino al completo insediamento del manto erboso. Una volta completata tale fase, il prato può essere trattato normalmente (taglio a non meno di 10 cm di altezza)
– Tenax EG/T contiene la giusta quantità di fertilizzante per la prima crescita del tappeto erboso ed evita la crescita di erbacce. Le caratteristiche del prodotto sono pertanto tali da non richiedere ulteriori trattamenti, al di fuori del taglio periodico, per varie stagioni

Come posare Tenax EG/T con Tenax GP
– Preparare il terreno come per una semina tradizionale: eliminare le erbe preesistenti e le pietre, rivoltare la terra in superficie, sbriciolare la struttura grossa e livellare
– Compattare il piano di posa con rulli compattatori fino ad ottenere una costipazione pari a circa il 95% dello Standard Proctor
– Stendere Tenax EG/T e bagnarlo facendolo bene aderire al terreno, grazie anche all’acqua di irrigazione.
– Srotolare la bobina di Tenax GP e fissare un’estremità del rotolo ed i suoi bordi laterali ogni 1 m con chiodi Tenax a “U” o “J” o simili. La rete va inoltre fissata dove risulti eccessivamente distante dalla superficie di posa
– Irrigare quotidianamente (due volte al giorno, alla mattina ed alla sera se la stagione è calda; in funzione dell’umidità nelle altre stagioni) per i primi 25-30 giorni, fino al completo insediamento del manto erboso
– Per avere risultati ottimali si consiglia di non transitare con veicoli sul manto erboso rinforzato fino al completo insediamento del manto erboso. Una volta completata tale fase, il prato può essere trattato normalmente (taglio a non meno di 10 cm di altezza)
– Tenax EG/T contiene la giusta quantità di fertilizzante per la prima crescita del tappeto erboso ed evita la crescita di erbacce. Le caratteristiche del prodotto sono pertanto tali da non richiedere ulteriori trattamenti, al di fuori del taglio periodico, per varie stagioni.

* Presente da oltre quarant’anni sul mercato come produttore di reti ottenute dall’estrusione di polimeri termoplastici, Tenax è oggi un Gruppo che conta sedi produttive, studi tecnici ed unità commerciali e distributive nei 5 continenti. Tenax si distingue a livello internazionale per la capacità di operare in scenari di mercato molto diversificati. La gamma dei prodotti è in grado di soddisfare le esigenze di diversi settori: Edilizia, Geotecnica, Giardinaggio e Fai-da-te, Agricoltura, Industria ed Imballaggio. La scelta di progettare e realizzare gli impianti produttivi al proprio interno, assicura al Gruppo Tenax un know-how unico che consente di rispondere con flessibilità e prontezza alle esigenze di un mercato in continuo cambiamento.

Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici

Commenta questo approfondimento