Da sala cinematografica a loft: il recupero secondo i principi della bioarchitettura

Una sala cinematografica trasformata in loft: questo edificio nato negli anni cinquanta è la prima casa ecologica del paese di Arzago, un piccolo centro nella provincia di Bergamo.Ristrutturazione di una sala cinematograficaDurante la ristrutturazione la struttura esterna non ha subito rilevanti cambiamenti, infatti l’edificio conserva tutt’ora la propria forma originaria con l’insegna che campeggia ancora intatta sulla facciata sud, distinguendosi dal contesto urbano. Tuttavia le problematiche causate dalla morfologia dell’edificio sono state diverse, infatti la sua forma rettangolare, lunga e stretta, con il lato sud limitato e il lato ovest molto esteso, hanno costituito un problema per la climatizzazione degli spazi. Si era in presenza di un forte surriscaldamento estivo e un ridotto riscaldamento invernale sul fronte sud.

Il problema è stato risolto con il rifacimento della copertura, l’inserimento sulla facciata ovest di ampie vetrate e l’utilizzo di materiali naturali e traspiranti. La ristrutturazione della copertura è stata attuata per esigenze di coibentazione, in quanto originariamente non era stata progettata per un uso residenziale e quindi era insufficiente. Il tetto è stato rifatto mantenendo l’orditura principale originaria e ricostruendo tutto il manto di copertura con un sistema a doppia ventilazione, con 10 cm di sughero granulare. Il risultato ottenuto è quello di un tetto interamente in legno con travi a vista, realizzato eliminando tutti i materiali sintetici preesistenti.

Per quanto riguarda le murature, l’intervento principale è consistito nella demolizione e ricostruzione del fronte ovest, fino ad allora privo di finestre, inserendo grandi serramenti che potessero dar luce all’edificio. Per l’esecuzione è stata usata una trave di sostegno per il tetto, è stato demolito in parte il muro vecchio e, quindi, sostituito con una muratura di 40 cm di spessore in laterizio porizzato con farina di legno.

Trasformare una sala cinematografica in loft
Le ante sostenute da ruote di acciaio, scorrono su un binario che percorre il fronte Ovest, costituendo il particolare sistema di oscuramento.

La finitura esterna è stata ottenuta con un intonaco di calce idraulica. Con questo tipo di intervento si è ottenuta un’adeguata coibentazione degli ambienti interni, risanando al contempo la struttura esistente.
Sul lato est, invece, avente le stesse caratteristiche, non è stata possibile la demolizione in quanto costituisce il muro di confine con un’altra proprietà.
L’intervento su questo paramento si è limitato allo scrostamento della sua superficie e alla messa in opera di un isolamento con pannelli di sughero. Successivamente è stata costruita una controparete in cemento cellulare, materiale costituito da blocchi di cemento addittivati con della polvere di alluminio.
Questi blocchi possiedono un buon potere isolante, sono molto leggeri e sono un buon prodotto dal punto di vista ecologico perché il cemento, sottoposto a un processo di lievitazione che lo rende cellulare, perde la sua caratteristica di scarsa permeabilità al vapore.
Per quanto riguarda la parte sottostante il fabbricato, è stato creato un vespaio areato realizzato in tavelloni, per garantire una buona ventilazione del pavimento e per evitare l’accumulo di gas radon.

Interni della sala cinematografica
Nel salone sono stati recuperati alcuni sedili del cinema, datati anni ’50 come l’edificio.

L’intercapedine che corre lungo tutto il lato ovest/sud, in cui convergono i condotti di ventilazione del vespaio, è ventilata con un camino, ha cioè un ingresso d’aria a nord e un’espulsione d’aria con un condotto in rame posto a sud. Il tubo di rame, scaldandosi per effetto della radiazione solare, richiama l’aria fredda che si scalda e sale.
Un ulteriore intervento apportato alla struttura, originariamente costituita da un salone unico, è stata la creazione di un soppalco che ne copre la metà della superficie.

Nel soppalco, interamente costruito con legno di abete massiccio trattato con vernici e oli vegetali, si trova la zona notte, costituita da due camere da letto e un bagno. Dalla camera padronale è possibile raggiungere, attraverso una passerella sempre in legno, un altro piccolo soppalco sul quale è situata la cabina armadio. Questa passerella, oltre ad avere un aspetto funzionale, è l’elemento che caratterizza esteticamente il volume a doppia altezza del salone, in quanto lo attraversa per tutta la sua lunghezza; la cabina armadio, inoltre, costituisce la controsoffittatura della zona ingresso rendendola più accogliente.

I tavolati interni del soppalco, costituiti da perline di abete, hanno la particolarità di essere facilmente smontabili: sono stati, infatti, realizzati montandoli a incastro su un telaio in legno.
Anche il sughero che riempie l’intercapedine delle pareti si può recuperare facilmente in quanto non è stato usato nessun tipo di colla.
Al piano terra si trova la zona giorno, costituita da un unico vasto locale che ospita la grande cucina in acciaio e il salotto; separati da tramezzi si trovano il bagno, lo studio e il locale caldaia.
I mobili presenti sono pochi ma scelti con cura. Lo spazio interno, inoltre, è molto luminoso per la presenza delle grandi vetrate che si aprono verso il giardino e per l’uso sapiente dei materiali e dei colori utilizzati.

Esterno della sala cinematografica
Sul fronte Ovest, una listellatura in abete costituisce un sistema di schermatura dalla radiazione solare.

Tutti gli interni sono tinteggiati di bianco, in contrapposizione al colore caldo del parquet in larice russo.
La scelta di questa essenza è motivata sia dal tipo di legno, molto stabile, sia dalle nodature, molto evidenti, che conferiscono all’ambiente un aspetto più naturale.
Una nota di colore agli interni è data dalle porte che sono tinte in diverse tonalità e che definiscono le diverse funzioni svolte nell’abitazione; per la zona giorno sono stati realizzati colori caldi, mentre per la zona notte colori freddi.
Per quanto riguarda l’oscuramento delle grandi vetrate che si affacciano verso il giardino è stato pensato un sistema particolare: sono state realizzate delle grandi ante a scorrimento industriale costituite da un telaio in ferro zincato e da un rivestimento in perline, trattate con prodotti ecologici.
Alle ante sono collegate delle ruote che scorrono su un binario in acciaio che percorre tutto il fronte ovest; sia il binario che le ruote sono volutamente lasciate a vista, rappresentando degli elementi sia funzionali che estetici della facciata esterna.

Finitura di facciata
L’insegna originaria del cinema e stata conservata, distinguendo l’edificio dal contesto urbano.

Nel giardino, un bersò costituisce un sistema di schermatura della radiazione solare che nei mesi estivi è molto intensa e che penetra nell’edificio attraverso i serramenti della facciata ovest.
Questo pergolato, che corre lungo tutta la facciata, è costituito da una perlinatura in legno impermeabilizzato; la schermatura delle aperture avviene per mezzo di una listellatura in abete che, in prossimità delle finestre della zona notte ha una doppia altezza.
Sotto il pergolato che, attualmente, è costituito solo dalla struttura, verrà realizzato un giardino d’inverno.
Per quanto riguarda il lato sud, che un tempo costituiva l’ingresso del cinema, al portone di legno è stato sostituito un grande serramento di vetro, dotato di un sistema di oscuramento motorizzato, che permette di modulare la radiazione solare sul serramento raccogliendo i raggi solari d’inverno e oscurandolo d’estate.
Anche per la pavimentazione esterna del lato ovest dell’edificio è stato utilizzato il legno, materiale a bassa conduzione di calore che permette di ridurre il surriscaldamento dei percorsi durante il periodo estivo. Tutti gli altri percorsi esterni sono, invece, in conglomerato (ghiaia e calce) inserito in barre di ottone, con getto in opera.
Le barre creano sui pavimenti delle forme geometriche astratte, su disegno del progettista.
Per mezzo dei materiali naturali utilizzati e dell’uso sapiente della luce e della radiazione solare è stato possibile, così, creare un ambiente salubre e confortevole, in armonia con la natura.

Impianto di riscaldamento

L’impianto di riscaldamento è costituito da un sistema a pavimento e a pareti radianti alimentati da una caldaia a metano.
La temperatura interna è bassa perché la caldaia a condensazione produce acqua intorno ai 40 °C, per cui mediamente l’acqua che circola nei tubi dell’impianto raggiunge i 30/35 °C.
Con questo impianto viene utilizzato il calore radioattivo in alternativa al calore convettivo: la sua particolarità è di conferire una sensazione di benessere e di calore in un ambiente dove l’aria non è calda.
L’assenza di aria calda, inoltre, fa si che l’aria non sia “secca” e non sia in movimento, limitando la circolazione di polvere, a tutto vantaggio delle vie respiratorie, e riducendo i problemi di umidificazione.
Oltre al sistema a pareti e pavimenti radianti, la forte presenza di legno e i muri perimetrali intonacati a calce, stabiliscono un controllo dell’umidità relativa dell’aria in quanto sono tutti materiali molto assorbenti e porosi; in questo modo si è ottenuto un equilibrio interno efficace che suscita un forte senso di benessere in chi vi abita.
Nel fabbricato, inoltre, è presente un sistema solare passivo determinato dalla grande apertura sulla facciata sud, quella che un tempo era l’ingresso, costituita da un serramento in vetro opalino.
Questo vetro permette la visione dell’esterno dall’interno, ma non il contrario; inoltre lascia entrare i raggi solari invernali con il risultato di avere un buon rapporto termico, ottenendo in tal modo, un sistema a guadagno di calore diretto.

Sistema di illuminazione

Per quanto riguarda l’illuminazione sono state usate lampade industriali per la zona pranzo, e dei binari con faretti orientati per il resto dell’edificio.
Per la zona notte è stato utilizzato un disgiuntore di rete; si tratta di un apparecchio che permette di ridurre notevolmente la tensione nei cavi elettrici durante le ore notturne, favorendo il riposo.

Impianto di aspirazione

A differenza dell’aspirapolvere che trattiene lo sporco nel filtro ributtando l’aria nell’ambiente, con un impianto centralizzato di aspirazione l’aria aspirata viene convogliata fuori dall’ambiente. Il passaggio dello sporco aspirato avviene per mezzo di bocchettoni inseriti sulle pareti (uguali a prese elettriche) ai quali sono collegati dei tubi che si diramano sotto il pavimento e nei muri; tutto ciò
che viene aspirato finisce in un contenitore nel locale caldaia che, attraverso un tubo che lo collega all’esterno, fa confluire l’aria fuori dall’edificio. Il sistema di aspirazione funziona con un collegamento elettrico a bassa tensione: inserendo il tubo nella presa un contatto elettrico attiva l’aspiratore.
Il vantaggio rispetto ai vecchi sistemi è che, mentre si aspira lo sporco, viene contemporaneamente eseguito il ricambio d’aria. L’estrazione d’aria crea una depressione che viene ripristinata attraverso gli “spifferi”, la copertura e la permeabilità dei muri.

Il progettista e l’autrice

Giancarlo Allen, architetto, è Segretario nazionale di ANAB, Associazione Nazionale Architettura Bioecologica. Attualmente è Professore a contratto di “Progettazione Ambientale” presso la Prima Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.
Oltre alla attività progettuale, applicata soprattutto ai temi della residenza e del recupero, svolge una intensa attività di formazione e comunicazione attraverso seminari e conferenze.
È direttore della rivista “L’Architettura Naturale”.

Roberta Gerli, architetto, laureata al Politecnico di Milano, si sta specializzando in Architettura Bioecologica presso l’ANAB. Professionalmente si occupa di progettazione architettonica, di ristrutturazioni di interni e di Interior Design; collabora, inoltre, con il gruppo APE
(Architettura, Progettazione, Ecologia).
È autrice per diverse riviste.

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