Panorama Giustinelli

Come nasce il progetto Giustinelli?
Panorama Giustinelli nasce innanzi tutto come una sfida. Che cosa volevamo fare? Qualcosa di nuovo, riusando però suolo urbano già edificato in passato, senza andare a intaccare altro spazio. Volevamo fare una casa altamente innovativa e sostenibile fin dalle sue origini, cioè a partire dall’avvio del cantiere.  Ci siamo quindi ritrovati a creare un modello assolutamente evoluto, operando nel contesto più difficile che si possa immaginare, dal punto di vista della logistica: un luogo densamente antropizzato e storico.

Cosa significa autosufficienza energetica per Panorama Giustinelli?
Panorama Giustinelli si pone il problema dell’energia su due fronti: abbattimento dei consumi e autosufficienza. Partiamo dalla dispersione: l’edificio è talmente evoluto nelle tecniche di isolamento, che il consumo di gasolio equivalente è di 2,7 litri per metro quadro, contro una media italiana di 20 litri per metro quadro. In più, quei 2,7 litri Panorama Giustinelli li produce da sé, grazie a  un sistema integrato di energie rinnovabili: la geotermia, il fotovoltaico e l’eolico. 

Perché è un modello e a chi si rivolge?
Panorama Giustinelli è un modello evoluto: raccoglie il meglio dell’innovazione oggi disponibile in tema di sostenibilità urbana. Contiamo di replicarne l’esperienza, in diverse declinazioni: edilizia popolare, industriale, pubblico. Alla base di questo modello c’è una cultura della sostenibilità che viene vissuta innanzi tutto in senso etico: la sostenibilità è una scelta doverosa, anche se non sempre la più economicamente vantaggiosa nell’immediato. Ma il ritorno sul lungo termine è senza pari.

Perché il legno?
La scelta del legno è l’unica scelta sostenibile già in fase di costruzione: il legno è più leggero, più facilmente trasportabile, impiega risorse naturali, che poi potranno rigenerarsi. Un materiale pronto che non comporta emissioni da combustione come il cemento e l’acciaio. Il grande risultato del progetto è il cosiddetto “involucro”, il contenitore virtuoso che è la vera forza di Panorama Giustinelli: raggiunge livelli di isolamento – termico e acustico – straordinari. Il tutto senza presentare il conto all’ambiente. Ecco, Panorama Giustinelli è soprattutto questo: dimostrare che si può scegliere, anche in costruzioni così complesse, importanti e insediate nel tessuto urbano, di percorrere una strada realmente sostenibile.

Quanto costa la sostenibilità?
Per noi è stata una domanda secondaria rispetto all’imperativo di essere sostenibili: i tempi ci impongono un’ottica diversa da quella economicamente più vantaggiosa, soprattutto quando abbiamo a che fare con principi davvero “senza costo”. Quanto sarebbe costata in meno una casa dalle caratteristiche analoghe, ma in materiali tradizionali? circa 600.000 euro in meno, per quanto riguarda la struttura.   

E i costi degli impianti?
Anche in questo caso abbiamo operato una scelta più costosa oggi, ma vantaggiosa per il futuro. Potevamo ricorrere a un impianto aria/acqua tecnicamente analogo, e più facilmente realizzabile, ma l’idea è stata scartata in partenza, perché rumoroso e invasivo. Abbiamo scelto un investimento per gli impianti pari a 270mila euro (comprensivo di geotermia, fotovoltaico e sperimentazione eolica): ricorrendo a un tradizionale impianto a caldaia avremmo speso 45.000 euro, cui vanno aggiunti 18.500 euro all’anno di costi di gestione (costo gestione impianto caldaia + funzionamento pompe). Abbiamo quindi scelto di investire 225 mila euro in più sugli impianti, inserendoli nel nostro edificio termicamente virtuoso: risultato? In 12 anni circa il nostro investimento sarà a pareggio.  

La diffusione di queste costruzioni potrebbe offrire un’opportunità di prevenzione antisismica. Perché?
Perché una casa in legno ha una massa che è 1/4 di una casa tradizionale e una resistenza alla meccanica pari a quella in acciaio. Possiamo quindi immaginare scuole e fabbriche, ogni sorta di applicazione: con Epoca – la nostra società di sviluppo immobiliare – siamo pronti ad avviare nel prossimo futuro la costruzione di due capannoni industriali con queste stesse caratteristiche. Certo il nostro paese ha un patrimonio storico con cui deve fare i conti: in tutto ciò che di nuovo c’è da costruire, o da ri-costruire – e penso proprio al tessuto produttivo dell’Emilia – il modello Giustinelli potrebbe essere una strada assolutamente ripercorribile, forse l’investimento ideale.  

Questo è il primo palazzo del genere in Italia. Esistono altri esempi 
simili in Europa?
Questo è un progetto unico in Italia: in Italia sono tante le case in legno, ma nessuna con piani a pianta libera, di questa altezza e con una simile dotazione impiantistica. Quanto alle case di legno in Europa, sono ovviamente maggiormente diffuse che da noi: ma edifici così grandi, e con una tale flessibilità d’uso, non ce ne sono, neppure gli esempi di Londra (9 piani) e Berlino (7 piani). La gara è aperta e dal Canada alla Danimarca si vedranno grandi cose.

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