Nuove norme nel settore ascensoristico per nuovi prodotti

Di significativo interesse è la EN 81-72, “Ascensori antincendio”. Si tratta di una norma che riguarda un prodotto particolare, che sicuramente avrà una certa diffusione sul mercato, dove del resto è già presente. Si tratta di ascensori che, in condizioni normali, funzionano normalmente per il pubblico, ma, in caso di incendio, o di una similare emergenza, diventano ascensori per l’uso esclusivo da parte dei pompieri e in generale del personale di assistenza all’emergenza stessa. Essi devono avere alcune caratteristiche particolari che li rendono più sicuri (o…meno insicuri) per consentirne l’uso in situazioni critiche. Lo scopo principale è quello di permettere ai pompieri di pervenire meglio con le proprie attrezzature al piano d’incendio di un edificio multipiano. In secondo luogo le squadre d’emergenza potranno usare questi impianti, solo sotto proprio diretto controllo, per favorire l’evacuazione dell’edificio da parte di disabili, anziani, e di chi ne abbia un bisogno particolare, non potendo percorrere le scale.
Un’altra norma oggi piuttosto importante è la EN 81-28, “Allarmi a distanza per ascensori e montacarichi”. Uno dei requisiti della Direttiva 95/16/CE, nuovo nel nostro mercato, è che deve essere possibile a chi restasse intrappolato nell’ascensore chiedere aiuto tramite un dispositivo vocale bidirezionale, in pratica un sistema telefonico. Questo sistema deve essere in contatto 24 ore su 24 con un servizio di soccorso, un centro che sia in grado di organizzare entro tempi ragionevoli la liberazione delle persone intrappolate in cabina o nel vano ascensore (in questo caso potrebbe trattarsi di personale tecnico).
La nuova norma detta le regole secondo cui il sistema di allarme deve essere organizzato. Un tempo, nella maggior parte degli edifici serviti da un ascensore, era ragionevole attendersi un aiuto, in caso di intrappolamento, da chi era presente appunto nell’edificio; spesso c’era un portinaio. Oggi, invece, nella maggior parte dei casi, anche se si suona la “campanella d’allarme”, non c’è nessuno che la senta, oppure non si interviene per diffidenza o paura, e comunque gli abitanti dell’edificio non sono in grado di eseguire in modo tempestivo e sicuro le manovre di emergenza che consentono la liberazione degli occupanti della cabina. E’ quindi diventato importante che l’installatore dell’ascensore provveda un adeguato dispositivo telefonico, e che il manutentore lo tenga in efficienza, e risulti reperibile al servizio di soccorso, in modo che possa intervenire lui stesso, o chi per lui (sempre che sia a ciò qualificato), per evitare non solo il panico, ma anche la possibilità che, durante manovre di liberazione improvvisate, avvengano degli incidenti alle persone.
La norma EN 13015, che in realtà è stata pubblicata già nel 2001, ma solo ora è stata armonizzata, si intitola “Regole per le istruzioni di manutenzione”, e si applica non solo agli ascensori, ma anche alle scale mobili. Questa norma è importante perché traccia le regole comuni con cui devono essere non solo scritte le obbligatorie istruzioni di manutenzione, ma in pratica su come debba essere organizzato un efficace servizio di manutenzione. Ciò per assicurare costantemente la sicurezza dell’impianto, e anche la sua efficienza. Si tratta anche di una norma importante per il mercato, in quanto, almeno in linea di principio, la presenza in loco di adeguate istruzioni di manutenzione dovrebbe assicurare la possibilità che il servizio non possa essere effettuato solo dall’installatore, che si troverebbe così in una posizione di monopolio “naturale”, ma anche da altre aziende, purché specializzate, che possono così competere per questo servizio. Va osservato che, purtroppo, dal 2001 ad oggi, forse anche per la mancata pubblicazione come norma armonizzata, nella realtà non si sono distribuite molte istruzioni veramente operative che rappresentino un effettivo vantaggio nel senso sperato.
Infine, una norma molto particolare, è la EN 81-58, “Porte di piano di ascensore – Prova di resistenza al fuoco”. In realtà molti ascensori in Europa dispongono di porte di piano resistenti al fuoco, a causa della tipologia dell’edificio in cui sono installati. Può trattarsi di ospedale, scuola, teatro, o anche solo di un edificio piuttosto alto. Però, a seconda della nazione in cui ci si trova, le specifiche di queste porte sono determinate dalle autorità antincendio locali, che sono generalmente diverse da luogo a luogo, talvolta anche all’interno della stessa nazione. Ciò rende difficile il lavoro degli ascensoristi, e determina diverse condizioni di sicurezza, laddove dovrebbero invece essere equivalenti. Con questa norma, per lo meno, ci si è messi d’accordo sul tipo di prove a cui sottoporre i prototipi di porte di piano per ascensori, sperando che ciò aiuti poi ad armonizzare anche i prodotti stessi.
Uscendo poi dal campo delle norme armonizzate vere e proprie, che valgono per i nuovi ascensori immessi sul mercato ora (e dal 1° luglio del 1999), sono in questo periodo state pubblicate altre norme importanti per gli ascensori esistenti, la cui sicurezza va mantenuta e possibilmente incrementata nel tempo, in modo da avvicinarsi allo stato dell’arte attuale.
In gennaio è stata pubblicata in Italia la nuova edizione della norma nazionale UNI 10411-1, che detta le regole su come debbano essere realizzate le operazioni di modernizzazione parziale e volontaria che venissero eseguite sugli ascensori esistenti. Va evidenziato che, anche qualora del vecchio impianto restino in opera solo parti marginali, quali le guide di cabina o parti del contrappeso, l’impianto parzialmente nuovo lo si considera soggetto a questa norma nazionale e non alla Direttiva 95/16/CE. Ciò consente in pratica di realizzare modernizzazioni importanti ad un costo complessivo minore, pur con buona efficacia, e con un sensibile aumento della sicurezza rispetto al vecchio impianto. E’ inoltre uscita a maggio la edizione italiana della norma EN 81-80Incremento della sicurezza degli ascensori esistenti”. In questo caso si parla sempre di ascensori esistenti, però non tanto di modernizzazioni volontarie, quanto di azioni utili per tutti gli ascensori esistenti, che andrebbero intraprese su tutti quelli ove fosse ritenuto necessario non tanto dai proprietari, o anche dagli ascensoristi, quanto dalle autorità locali competenti per la sicurezza.
In molti casi, infatti, nel passato, non si è mai voluto provvedere alla modernizzazione parziale o totale dell’ascensore esistente, magari vecchio di 50 e più anni, per cui oggi continua a funzionare un insieme di dispositivi superati, sia ai fini della sicurezza, che delle esigenze funzionali di oggi. Ad esempio ci si può riferire all’accessibilità ai disabili, che spesso i vecchi ascensori non assicurano, oppure alla protezione degli impianti contro il vandalismo, al comportamento in caso d’incendio, e così via. La norma EN 81-80, anche in quanto non armonizzata, non è “obbligatoria”, però i singoli stati nazionali possono adottarla, o adottare provvedimenti legislativi ad essa ispirati. Il Belgio l’ha già fatto, e la Francia si sta preparando a farlo a breve. In Italia, per il momento, solo UNI si è mossa, pubblicando, con la traduzione della norma dall’originale inglese, una sorta di guida all’applicazione nell’ambito nazionale che sarà molto utile agli operatori, quando le autorità competenti riterranno sia giunto il momento di agire.
Sperando che non avvenga a seguito di una serie di incidenti mortali paragonabile a quella verificatasi nello scorso 2003.

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