Norme per il legno strutturale

Per il legno strutturale arriva la classificazione “nazionale”.
In una situazione di particolare effervescenza del settore del legno strutturale, caratterizzata dal rinnovato interesse per i tetti di legno nell’edilizia civile residenziale, da un uso sempre più sistematico del legno lamellare incollato per le coperture di grande luce (impianti sportivi e fieristici) nonché dall’aumentata sensibilità nei confronti del restauro conservativo delle strutture lignee monumentali, non era più procrastinabile una profonda revisione della normativa sulla classificazione secondo la resistenza del legname di produzione italiana. La “vecchia” UNI 8198, infatti, a vent’anni dalla sua introduzione in un contesto completamente diverso (si tratta infatti della traduzione in italiano di una raccomandazione FAO-ECE nata in ambito centro-nord-europeo), non presenta regole adatte alla classificazione delle specie e provenienze nazionali. Inoltre essa non fornisce i valori caratteristici di resistenza, rigidezza e massa volumica indispensabili per il dimensionamento e la progettazione secondo gli Eurocodici.
Questo lungo intervallo di tempo trascorso fra la pubblicazione della UNI 8198 e la presentazione dei nuovi progetti sulla classificazione del legno strutturale (U40.01.254.1 e U40.01.254.2) è stato necessario per accumulare dati ed esperienza in un campo quasi completamente nuovo per l’Italia. Sono state condotte campagne di prova in cui campioni di centinaia di elementi strutturali lignei in dimensione d’uso sono stati classificati e successivamente portati a rottura seguendo precisi protocolli sperimentali concordati a livello internazionale e riuniti oggi nella UNI EN 408. Le indagini non si sono limitate alle sole Conifere (altra limitazione della vecchia UNI 8198), bensì hanno riguardato anche le principali Latifoglie utilizzate in Italia per le costruzioni: Castagno, Quercia, Gattice e altre. I risultati sperimentali sono stati elaborati conformemente alla UNI EN 384, allo scopo di derivare valori caratteristici per le principali proprietˆ fisico-meccaniche. La stessa UNI EN 384 ha fornito inoltre la procedura per integrare nei “nuovi” valori caratteristici riportati nel progetto U40.01.254.2 anche tutta l’esperienza derivante dalle prove tradizionali effettuate in passato su provini piccoli e netti (quelle su cui, per intendersi, sono basate le ben note tabelle delle tensioni ammissibili e dei carichi di sicurezza), che quindi non è andata affatto perduta. I progetti di norma UNI sulla classificazione secondo la resistenza saranno recepiti all’interno del documento attualmente in fase di avanzato studio da parte della commissione N.I.CO.LE istituita dal Ministero dei Lavori Pubblici. Tale documento costituirà il primo vero e proprio codice di calcolo italiano per le costruzioni di legno.

Il progetto U40.01.254.1 (requisiti generali per le regole di classificazione a vista secondo la resistenza) identifica criteri generali di qualità ai quali deve risultare conforme ciascun singolo elemento ligneo di provenienza italiana destinato all’uso in strutture portanti, cioè quello per il quale è previsto il dimensionamento delle sezioni secondo la UNI ENV 1995-1-1 (Eurocodice 5). I requisiti riguardano l’umidità di riferimento, le limitazioni per le caratteristiche che riducono la resistenza (nodi, direzione e inclinazione della fibratura, massa volumica, fessurazioni), limitazioni per le caratteristiche geometriche (smusso, deformazioni), limitazioni per le caratteristiche biologiche (degrado da insetti, degradamento da funghi) e lesioni per danni meccanici.

Il progetto U40.01.254.2 (regole per la classificazione a vista secondo la resistenza e valori caratteristici per tipi di legname strutturale italiani) individua i più comuni tipi italiani di legname utilizzati per applicazioni strutturali. I tipi di legname sono definiti dal rapporto specie/provenienza, mentre le categorie sono assegnate in base a regole di classificazione visuale che prevedono:

l’esame a vista di tutte le facce e delle testate di ciascun segato;
l’applicazione a tutte le sezioni del segato di tutti i criteri di classificazione previste;
l’assegnazione del segato alla categoria peggiore fra quelle ottenute secondo i criteri di classificazione;
lo scarto dei segati che non rientrano nella categoria minima anche per uno soltanto dei criteri di classificazione, in quanto “non classificabile per l’uso strutturale”.
Per quanto riguarda le regole di classificazione, sono previste due distinte regole per le Conifere e una sola regola riservata alle Latifoglie.
Nota: i testi dei progetti di norma citati nel testo saranno a breve sottoposti alla fase di inchiesta pubblica e quindi scaricabili gratuitamente dal sito UNI in formato pdf all’indirizzo http://catalogo.uni.com/pii/home.html

Pubblicato sul n. 49 (17-21 dicembre 2001) di “Edilizia e Territorio”

Per informazioni:
UNI, Fabrizio Tacca
Comparto Costruzioni
tel. 02 70024.482, fax 02 70106106
e-mail: [email protected]

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