La conservazione dei beni culturali e la normativa tecnica

Ma cosa si intende per “approccio scientifico”?
L’acquisizione delle più esaustive informazioni scientifiche sulla natura del materiale costituente il bene ed indipendentemente dalla classe di afferenza del materiale stesso (pietre, malte, stucchi, prodotti ceramici, legni, metalli), sullo stato di conservazione (inteso come identificazione delle cause, dei meccanismi e dell’entità del degrado), sulle condizioni ambientali al contorno.
Per supportare quest’attività è necessario avere punti di riferimento precisi e di valore, come furono negli anni ’80 le Raccomandazioni NorMaL. Nel 1980, infatti, il Ministero
per i Beni Culturali promulgò la costituzione di una commissione, denominata NorMaL (Normativa Materiali Lapidei), la cui finalità era esplicitamente indicata nel Decreto Ministeriale 11 novembre 1982: “Normazione
dei metodi di studio e controllo dei manufatti artistici in pietra”.
Verso la fine degli anni ’90, però, la Commissione NorMaL in un suo logico sviluppo – anche in ottica sovranazionale – confluisce nell’ambito della normazione tecnica volontaria: attraverso un’opportuna convenzione stipulata tra UNI e Ministero Beni Culturali viene costituita presso l’Ente Nazionale di Unificazione la Commissione UNI “Beni Culturali – NorMaL”, avente lo scopo di “Definire metodologie unificate per lo studio delle alterazioni dei materiali lapidei e dell’efficacia dei trattamenti conservativi per manufatti di interesse storico-artistico”.
Il continuo richiamo alla normativa italiana da parte degli esperti europei interessati alla conservazione del patrimonio artistico del proprio Paese, nel 2002 ha indotto UNI ad avanzare al Comitato Europeo di Normazione (CEN) la proposta per l’attivazione di una commissione dedicata all’elaborazione di norme di riferimento valide in tutti i Paesi europei: per unificare l’approccio scientifico
nei confronti della conservazione del patrimonio culturale in tutta la UE.
A livello nazionale ed europeo, quindi, l’Italia detiene una leadership “tecnica” nel campo dei beni culturali, che non si limita agli aspetti di indagine prettamente scientifica ma si amplia agli aspetti di gestione dei beni in sicurezza, alla oro fruibilità (e quindi alla valutazione dei principi del trasporto sicuro e all’organizzazione di attività che li valorizzino) e – per quanto riguarda gli edifici di interesse
storico – agli aspetti di estrema attualità di massimizzazione dell’efficienza energetica.
Nel dossier riportiamo alcune esperienze significative in questi campi:
– quella della Commissione Speciale Permanente per la Sicurezza del Patrimonio Culturale Nazionale istituita dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, che con appositi studi ha approfondito e risolto i problemi derivanti dal contrasto tra le esigenze di conservazione e tutela proprie del patrimonio culturale e quelle derivanti dalla
pubblica fruizione e quindi dall’esposizione ai diversi rischi, sia di natura antropica che derivanti da fenomeni naturali;
– quella della identificazione, valutazione e minimizzazione dei rischi derivanti dal trasporto (più in dettaglio: dalla manipolazione e movimentazione, dell’imballaggio, dal trasporto, dalla consegna al destinatario, dal disimballaggio e dalla collocazione nella nuova sede espositiva e/o di restauro) di un bene culturale;
– quella della promozione delle competenze, del know-how e delle tradizioni delle imprese della filiera del restauro, in particolare del così detto “restauro architettonico”, finalizzato a valorizzare le potenzialità
di una città d’arte.
I cantieri dell’arte di Milano sono, infatti i luoghi in cui si
manifestano le eccellenze del “sistema restauro”, che il progetto intende far conoscere al pubblico coniugando cultura e lavoro in un progetto che si estende dal 2009 al 2015 gestito sinergicamente da istituzioni e privati;
– infine, quella relativa alle azioni di trasferimento
tecnologico per il miglioramento delle prestazioni energetico-ambientali dell’edilizia storica (considerando non solo i beni tutelati di massimo pregio, ma anche l’edilizia storica seriale e il “sistema centro storico”) secondo i criteri dell’edilizia sostenibile, in corso di realizzazione in Veneto.

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