I blocchi di alleggerimento nei solai secondo le nuove norme tecniche

Con le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (DM 14/01/2008), l’aspetto progettuale riguardante gli elementi di alleggerimento nei solai ha assunto una nuova connotazione.
E’ bene premettere che, nello specifico decreto ministeriale, le disposizioni relative ai solai si riducono a pochissimi concetti riportati nel paragrafo 4.1.9 che, a sua volta, rimanda alle indicazioni più generali del cap. 4.1 “Costruzioni in calcestruzzo”.
In sostanza, il cap. 4.1.9 distingue due tipologie di solai in base al materiale impiegato per l’alleggerimento:
– solai misti di c.a. e c.a.p. e blocchi forati in laterizio (§ 4.1.9.1 – NTC);
– solai misti di c.a. e c.a.p. e blocchi diversi dal laterizio (§ 4.1.9.2 – NTC).
Secondo la normativa, i blocchi in laterizio hanno funzione di “alleggerimento” e/o di “aumento della rigidezza flessionale” del solaio e si suddividono,
rispettivamente, in blocchi non collaboranti e blocchi collaboranti. Nel caso di blocchi non collaboranti, la resistenza allo stato limite ultimo è affidata al calcestruzzo ed alle armature ordinarie e/o di precompressione. I blocchi collaboranti, viceversa, partecipano alla resistenza strutturale in modo solidale
con gli altri materiali.
Per quanto riguarda, invece, i blocchi diversi dal laterizio, a tali elementi è dichiaratamente affidata esclusivamente la funzione di alleggerimento. Questi particolari blocchi, che possono essere in calcestruzzo (leggero, di argilla
espansa), in polistirolo, in altre sostanze plastiche, in materiali organici mineralizzati ecc, devono essere dimensionalmente stabili, non fragili e in grado di seguire le deformazioni del solaio.
Altrettanto generica è la parte introduttiva del punto C.4.1.9 della Circolare n. 617/2009, Istruzioni per l’applicazione delle NTC di cui al DM 14/01/2008. In essa, si chiarisce che ai solai è affidato il compito di garantire la resistenza ai carichi, verticali e localizzati, e la rigidezza nel proprio piano al fine di distribuire correttamente le azioni orizzontali tra le strutture verticali. Il progettista, dunque, ha il compito di verificare che le caratteristiche dei materiali, delle sezioni resistenti, nonché i rapporti dimensionali tra le varie parti, siano coerenti con tali aspettative.
A tale scopo, egli deve accertare che:
1. le deformazioni risultino compatibili con le condizioni di esercizio del solaio e degli elementi costruttivi ed impiantistici ad esso collegati;
2. il rapporto tra la sezione delle armature di acciaio, la larghezza delle nervature in conglomerato cementizio, il loro interasse e lo spessore della soletta di completamento sia adeguato, in base alle resistenze meccaniche dei materiali, in modo che sia assicurata la “rigidezza nel piano”, evitando il pericolo di effetti secondari indesiderati.

Per scaricare l’intero articolo di V. Bacco della sezione Solai in Laterizio dell’ANDIL
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