Acciaio. Per gli utilizzatori due sfide: meno costi e mercati più ampi

Frammentazione e dimensione limitata sono due caratteristiche tipiche del sistema imprenditoriale italiano.
Anche nel mondo dell'acciaio.
Un fattore che, alla luce delle evoluzioni dei mercati, potrebbe rivelarsi un limite allo sviluppo.
Se ne è parlato stamattina a Made in Steel durante il convegno “Clienti d'acciaio” durante il quale è stata presentata la ricerca sulle strategie e politiche di acquisto di acciaio condotta dal prof. Rino Ferrata, docente di Strategia e Politica Aziendale all'Università degli Studi di Brescia, con il supporto di Andrea Brasili
dell'ufficio studi di UniCredit e Gianfranco Tosini dell'ufficio studi di Siderweb, il portale della siderurgia.
A portare testimonianze industriali Gianpietro Franchini, presidente di Franchini Lamiere, e Luca Ceriali di Amministratore Delegato di OMR (Officine Meccanichedi Remedello)
«La parte principale della ricerca – ha spiegato Rino Ferrata, autore della ricerca – ha fatt oemergere che a livello strategico, se rappresentiamo in un piano cartesiano ideale un asse dato dalla specificità dei prodotti, dal prototipo alla commodity indifferenziata, e su un asse i processi produttivi dalla lavorazione manuale a quella seriale in catena, si nota che il livello ottimale costi- rendimento si ha quanto più vicini si resta alla diagonale, il che implica che qualsiasi realtà voglia ampliare il proprio mercato passando a prodotti più generalizzati debba
procedere con movimenti estremamente rapidi nel discostarsi dalla traiettoria ottimale.
Qualsiasi scompenso rischia di mettere a rischio o i margini o i costi dell’azienda».
«Dall’analisi emerge – ha spiegato Gianfranco Tosini, responsabile del Centro Studi d iSiderweb – che ad eccezione dei comparti automotive e elettrodomestici, più equilibrati, i restanti comparti e soprattutto quello delle costruzioni e dei prodotti in metallo generici risultano estremamente frammentati con richieste di lavorazioni ultra specializzate in cui è quasi impossibile rispondere con logiche e lavorazioni standardizzate alla miriade di richieste
provenienti dall’universo delle imprese presenti con organici minori dei 10 addetti.
Servite da un esercito di 1250 realtà distributive, un numero immenso se confrontato con i 760 presenti in Germania, i 480 spagnoli e 145 francesi. Un panorama questo che rende molto difficile e complesso fare e pensare ad economie di scala».
«Le leve competitive per il futuro di questo settore – ha spiegato Andrea Brasili – sono sempre di più la riduzione dei costi di produzione, l'innalzamento della qualità di prodotto e il poter disporre di una gamma d'offerta sempre più ampia». Resta un capitolo aperto quella della volatilità dei prezzi dell'acciaio. «L'oscillazione delle quotazioni – ha ricordato Brasili – ha un assorbimento diverso a seconda dei settori cui si rivolge. Chi si concentra su produzioni più semplici subisce in minor tempo e con margini di recupero più contenuti le oscillazioni della materia prima, soprattutto nel caso di aumenti».
A supporto di quanto presentato anche la testimonianza di Gianpietro Franchini, FranchiniAcciai, e Luca Ceriali di OMR Spa, che hanno evidenziato le macro dinamiche presentate inprecedenza attraverso esperienze concrete e tendenze nuove come ad esempio la fidelizzazione dei grandi clienti, grazie allo sviluppo di reparti di ricerca in grado di supportare già dalla fase di progettazione dei prodotti le aziende unendo la propria esperienza a quella del cliente in maniera propositiva. Un valore in grado di far superare la barriera del minor prezzo a tutti i costi.

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