Crescono, dopo 10 anni, i comparti del terziario, del commerciale e del produttivo

Nel 2016 il settore non residenziale mostra un deciso rialzo dei volumi di compravendita: +16,1% complessivamente rispetto al 2015.

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Si tratta del primo anno, dal 2006, inizio del calo degli scambi per il complesso del settore, che la crescita riguarda contemporaneamente tutti e tre i comparti. È il produttivo a mostrare il rialzo maggiore, +22,1%, segue l’aumento del 16,6% del settore commerciale e infine, +12,5% è la crescita che si osserva per il segmento terziario.

Il mercato dei settori terziario, commerciale e produttivo rappresenta il 6,5% dello stock immobiliare complessivo e il 4,6% dell’universo delle transazioni.

I volumi di compravendita

Dopo dieci anni di cali consecutivi, nel 2016 si arresta la discesa degli scambi di unità immobiliari a destinazione ufficio e, rispetto al 2015, si osserva un rialzo del 12,3%. Come mostrato dalla Tabella 9, che riporta l’analisi delle transazioni del comparto per macro aree geografiche, le variazioni positive sono confermate in quasi tutte le aree del paese con il Nord Ovest, area nella quale si concentra la quota (37% del totale nazionale) maggiore di transazioni di unità a destinazione uffici, che cresce del 17,5%. Decisamente positivi sono anche gli andamenti del Nord Est, +14,7% e del Sud, +13,0% mentre più timida è la crescita al Centro, +5,0%.

L’unica ripartizione territoriale in campo negativo è quella delle Isole, di nuovo in calo, -1,7%, dopo due anni in positivo. L’andamento appare piuttosto diversificato anche osservando la ripartizione per regioni con variazioni che cambiano di segno e di entità.

La Lombardia che da sola rappresenta più di un quarto degli scambi nazionali (2.766 NTN, 28,4% del totale NTN), cresce, rispetto al 2015, di quasi il 20%. Ottimi risultati anche in Liguria, dove il rialzo delle compravendite di uffici supera il 40%, in Basilicata (+79,4%) e Molise (+28,9%), anche se in queste ultime due regioni la quota di mercato è ben al di sotto di un punto percentuale. Le altre regioni con una quota di mercato superiore al 10%, Veneto ed Emilia Romagna, con 1.157 NTN e 1.013 NTN rispettivamente, crescono anch’esse con rialzi decisi, +12,9% e +17,1%. Valle d’Aosta, Umbria e Sicilia sono le uniche tre regioni dove il numero di compravendite di uffici arretra rispetto al 2015. Nel 2016, l’intensità del mercato degli uffici misurata dall’IMI recupera 0,17 punti percentuali raggiungendo l’1,51%.

I segni risultano concordi con quanto osservato per il NTN con rialzi per le aree e le regioni ove si è registrato un aumento delle transazioni e negativo laddove si è avuto un calo degli scambi. È al Nord Ovest che si osserva la quota maggiore di scambi rispetto allo stock, dove l’IMI nel 2016 raggiunge l’1,81%, con la Lombardia che con un valore prossimo al 2% è la regione dove l’IMI raggiunge il massimo. Dinamiche risultano anche le regioni Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana e Veneto, con valori dell’IMI che superano l’1,5%. Marche, Umbria, Sicilia e Calabria sono le regioni con il valore più basso dell’IMI, intorno all’1%.

L’analisi delle serie evidenzia, per tutte le macro aree, il calo ininterrotto, con sporadiche eccezioni di rialzi nel Sud, nelle Isole e nel Centro, degli scambi di queste unità fino al 2015 e nel 2016 una ripresa con l’unica eccezione delle Isole e in particolare nei capoluoghi. Il livello nazionale delle compravendite degli uffici è nel 2016 il 47,2% rispetto all’anno base (2004) e ha perso circa il 56% rispetto al 2005, anno in cui il volume degli scambi è risultato massimo. L’analisi degli indici del NTN nel dettaglio dei capoluoghi mostra un andamento simile, con una perdita complessiva, dal 2004, del 56%, che arriva al 58% rispetto al 2005. L’andamento dell’indicatore dell’intensità del mercato, segue le compravendite, evidenziando una flessione generale dal 2006 con poche eccezioni. A livello nazionale l’IMI ha perso dal 2004 quasi 2,7 punti percentuali passando da 4,20% all’1,51%.

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