Al via i progetti sugli interventi contro il dissesto idrogeologico

Al via i progetti sugli interventi contro il dissesto idrogeologico

Cento milioni di euro per 99 interventi in materia di dissesto. Ministero dell’Ambiente con la Struttura di Missione di Palazzo Chigi pronti a mandare in gara gli elaborati delle Regioni al livello esecutivo. 

dissesto

Il Governo ha appena chiuso i lavori sul provvedimento che riguarda tutte le modalità di funzionamento del suddetto fondo, gli interventi prioritari, i meccanismi di selezione e rotazione.

Il 20 febbraio dello scorso anno è giunta la delibera Cipe n. 32 che, “con l’obiettivo di stimolare l’efficace avanzamento, in particolare nel Mezzogiorno, delle attività progettuali delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico”, ha assegnato 100 milioni di euro del fondo di sviluppo e coesione 2014-2020 al ministero dell’Ambiente per l’istituzione di un fondo rotativo.
Questo stesso fondo veniva regolato dall’articolo 55 della legge n. 221 del 2015, il collegato ambientale. Qui veniva previsto che questo plafond sarebbe stato organizzato tramite un Dpcm.
E il decreto, dopo una lunga lavorazione che ha coinvolto l’Unità di missione e il ministero dell’Ambiente, è finalmente pronto. La regola generale è che a beneficiare del fondo saranno i presidenti delle Regioni, qualità di commissari di Govemo. Potranno utilizzare il denaro per la redazione dei progetti esecutivi da mettere a base di gara. Bisogna, infatti, ricordare che con le nuove regole del Codice appalti (Dlgs n. 50 del 2016) non è mai possibile attivare un bando tramite definitivo o, peggio, con un preliminare.

In altre parole, il plafond sarà dedicato solo ai nuovi interventi e non a rattoppare finanziamenti passati.
Quanto all’ordine di priorità per accedere al fondo, è fondamentale ‘quanto previsto dall’articolo 3 del Dpcm in pubblicazione. Avranno prelazione sui 100 milioni le progettazioni degli interventi già inseriti nelle tabelle del piano stralcio aree metropolitane, approvato lo scorso settembre. Gli elenchi questione sono due e comprendono, essenzialmente, 94 progetti a un livello di elaborazione più avanzata, dal valore di poco meno di 590 milioni

Sono distribuiti praticamente in tutto il paese: Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte. Lombardia. Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto.
Quelli ancora fermi allo stato di progettazione definitiva dovranno essere portati all’esecutivo. In questo modo, quando saranno materialmente disponibili i fondi per avviare i lavori, si potrà passare alla fase di cantiere in tempi rapidi.
Il secondo bacino è più ristretto e riguarda cinque interventi dal valore di 149 milioni di euro. Sono fermi al preliminare o allo studio di fattibilità ma, sono comunque considerati prioritari e urgenti dalle Regioni.

In questi casi, quindi, serviranno più risorse per chiudere subito la fase di progettazione. Il perimetro totale dei lavori da mettere in moto vale, allora, circa 740 milioni. E non è tutto: altri interventi potranno essere selezionati in futuro dagli archivi del ministero dell’Ambiente e dell’Unità di missione.
Le domande dovranno essere presentate dalle Regioni e saranno selezionate in base agli stessi criteri già utilizzati per la composizione degli elenchi del piano stralcio per le aree metropolitane. L’entità del finanziamento sarà calcolata partendo dall’importo dell’intervento totale: il Governo, in sostanza, terrà conto della complessità del lavoro di progettazione da eseguire.

I progetti saranno inclusi in elenchi regionali, da pubblicare con un provvedimento del ministero dell’Ambiente. Il denaro sarà versalo in più tranche: prima un 26% al momento dell’assegnazione del finanziamento, poi un 47% dopo l’inserimento del progetto nella banca dati, l’ultima quota pari al 27% dopo che sia stata certificata la spesa dei fondi già assegnati. Trascorsi dodici mesi dall’assegnazione di ogni quota di finanziamento senza sia avviala l’esecuzione, il ministero dell’Ambiente potrà intervenire per nominare un commissario.

Infine, viene anche regolato il meccanismo di rotazione del fondo: al momento dell’assegnazione delle risorse per l’esecuzione dell’intervento, le somme per la progettazione sono recuperate e ritrasferite al planfond dedicato alla progettazione.

Fonte Ilsole24ore

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