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Il numero degli alberghi all’asta in Italia è aumentato del 23% in sei mesi: le procedure che riguardano hotel, bed & breakfast, motel, campeggi e simili sono infatti 194, a fronte delle 158 rilevate all’inizio di luglio 2015. Lo rileva il rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro studi Sogeea. Poco meno di un quarto degli immobili oggetto dell’analisi è localizzato sulle Isole: 26 in Sardegna, la regione italiana che presenta il maggior numero di strutture all’incanto, e 19 in Sicilia. In mezzo si colloca la Toscana (24), mentre a seguire troviamo Piemonte (18), Umbria (15), Campania (14), Lazio (14), Liguria (9), Trentino-Alto Adige (9) e Abruzzo (8). Una sola regione non entra in questa classifica, la Valle d’Aosta, che non ha procedure di aste giudiziarie in corso. A livello di province, invece, Perugia stacca tutte le altre con 14 strutture in vendita; seguono Grosseto (10), Trento (9), Palermo (8), Salerno (8), Rimini (7) e Roma (7). «Il settore turistico è nettamente in controtendenza rispetto a quello residenziale – spiega l’ing. Sandro Simoncini, presidente di Sogeea SpA e docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma –. Se a livello di case avevamo registrato una contrazione del 6,7% di vendite all’incanto, nel caso delle strutture ricettive siamo di fronte a un’impennata assai significativa: in pratica, rispetto a luglio 2015, il numero degli immobili all’asta è aumentato addirittura di un quarto. Questo è un chiaro segnale che se per le famiglie italiane gli orizzonti sembrano schiarirsi, chi fa impresa trova molto più difficile scorgere la luce in fondo al tunnel. Spesso anche per colpa di un penalizzante e farraginoso sistema di accesso al credito. Tra l’altro, per l’ennesima volta, a pagare dazio sono soprattutto le aziende medio-piccole: quasi il 60% delle aste riguarda infatti strutture comprese nella fascia di prezzo fino a un milione di euro. La concentrazione di immobili in vendita in Sardegna e Sicilia, poi, sottolinea la delicata situazione in cui versano due delle zone più turisticamente attrattive del nostro Paese. Di contro, come sempre in questi casi, la presenza sul mercato di così tante strutture offre a chi ha disponibilità di capitali notevoli opportunità di investimento. Le procedure delle vendite all’asta offrono ampie garanzie di correttezza e trasparenza, ma per ciò che riguarda gli immobili turistico-ricettivi va sempre chiarito se all’incanto sia stata messa la struttura insieme all’attività di gestione e, nel caso, se sia possibile avanzare offerte anche solo per uno dei due asset in questione. È altresì importante comprendere a fondo quali vincoli e oneri verranno cancellati e quali invece rimarranno a carico dell’acquirente, calcolare i tempi dell’effettiva disponibilità della struttura, informarsi sulle potenzialità del contesto ambientale in cui essa è inserita, avere piena contezza delle eventuali spese arretrate accumulate e delle imposte che graveranno sull’immobile». Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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