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Il contributo italiano al Piano 20 20 20 attraverso la diagnosi energetica

Tra il 2009 e il 2012 è entrato in vigore nel territorio UE il Pacchetto Clima ed Energia, un insieme di norme contenute in sette Direttive che hanno recepito gli impegni del Protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas serra, rinnovati nello spirito e nelle intenzioni proprio pochi giorni fa nel contesto della Conferenza sul Clima di Parigi. Le Direttive, note comunemente come Piano 20 20 20, richiedono agli Stati membri l’adozione di normative in materia ambientale per il raggiungimento di tre obiettivi strategici in ambito europeo entro il 2020.

Il pacchetto prevede la riduzione del 20% dell’emissione dei gas serra, una quota di produzione di energia rinnovabile pari al 20% e infine la riduzione del 20% dell’utilizzo di energie primarie rispetto al presente, con interventi strutturali di risparmio energetico. Il Piano impone come data per centrare i tre obiettivi fissati il 2020, anno-simbolo dell’impegno di un futuro migliore sul piano del global warming.

Lo Stato Italiano ha recepito il pacchetto con diversi strumenti normativi tra il 2010 e il 2015. Nell’ambito dell’efficienza energetica è da menzionare il Decreto Legislativo 102/2014, emanato il 4 luglio 2014, in attuazione della Direttiva 2012/27/UE “Direttiva Efficienza Energetica”. L’articolo 8 del decreto, nell’ottica di una razionalizzazione delle risorse energetiche destinate all’industria italiana, ha reso obbligatoria ogni 4 anni la diagnosi energetica per imprese energivore e grandi imprese, ad eccezione delle realtà produttive che si sono dotate di sistemi di gestione conformi EMAS e alle norme ISO 50001 o EN ISO 14001, con audit energetico. I report di diagnosi, eseguiti da auditor interni o esterni oppure da EGE o ESCo nominati dall’azienda, devono essere consegnati tassativamente entro il 22 dicembre 2015 all’ENEA, attraverso il portale Audit 102.

Secondo la definizione data dal D.M. 5 aprile 2013 le imprese energivore sono aziende che consumano almeno 2,4 GWh annui di energia e hanno un rapporto tra costo effettivo dell’energia e fatturato che supera il 3%. Le imprese energivore, in virtù della loro particolare attività, hanno anche diritto alle riduzioni delle accise e agli oneri agevolati previsti dalla delibera 437/2013 dell’AEEG. Le grandi imprese vengono definite dal D. Lgs. 102/2014 come aziende con almeno 250 dipendenti, oppure con un fatturato superiore a 50 milioni di euro e un bilancio annuo di almeno 43 milioni di euro. Le imprese inadempienti sono sottoposte a sanzioni amministrative fino a 40.000 euro, in caso di parziale o totale omissione dell’atto richiesto.

Da un obbligo imposto dalla legge, si può trarre però una grande opportunità di risparmio per le aziende che si adeguano alla normativa europea. Acotel Net, in collaborazione con Bartucci SpA, mette a disposizione dei professionisti dell’energia ETA – Energy Track & Audit, un software cloud per l’analisi dei consumi finalizzato alla diagnosi energetica e soprattutto ad approntare un piano di azione correttivo volto all’efficientamento energetico. La piattaforma, a cui si può accedere anche da tablet e senza effettuare alcun download, offre un modello che valuta l’investimento più adatto in base alla natura dell’attività produttiva, per ottimizzare al meglio le risorse. Il servizio ETA ha una durata di un anno e garantisce, grazie ad una banca dati continuamente aggiornata, le migliori tecnologie applicate al risparmio energetico.

L’appuntamento con l’invio dei moduli ENEA è ormai alle porte e chi compra una licenza ETA entro il 22 dicembre otterrà uno sconto del 50% sull’acquisto delle successive.

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