Continua il trend positivo delle tecnologie per il legno

Continua il trend positivo delle tecnologie per il legno

Il secondo trimestre 2015 ha evidenziato una crescita degli ordini di tecnologie per il legno, ulteriore conferma di un trend positivo che ha segnato l’anno in corso. Una nuova ventata di ottimismo, dunque, per quanto non sia certo possibile abbassare la guardia: sono ancora molte, infatti, le criticità che potrebbero causare una nuova inversione di tendenza. A partire, elemento che non possiamo non sottolineare ancora una volta, dal perdurare della stagnazione della domanda sul mercato interno: l’economia nazionale, come evidenziato da più parti, sembra oramai improntata a una nuova, più soddisfacente stagione, eppure gli investimenti in tecnologia tardano a seguire questo trend.

Alcuni mercati stranieri, inoltre, non sono così attenti alle nostre macchine: la Russia è ancora, di fatto, un mercato chiuso, mentre non sono poche le preoccupazioni – peraltro stemperate dalle dichiarazioni delle autorità cinesi degli ultimi giorni – per gli effetti che la politica di svalutazione dello yuan potrebbe avere sui mercati mondiali.

E’ questo lo scenario nel quale si collocano i risultati della tradizionale indagine congiunturale effettuata dall’Ufficio Studi di Acimall, associazione confindustriale che rappresenta le imprese impegnate nella produzione di tecnologie, utensili e accessori per la lavorazione del legno, una delle eccellenze del “made in Italy”.

L’indagine – che coinvolge un campione statistico significativo per dimensione aziendale e tipologia di prodotto – rivela che gli ordini aumentano complessivamente del 5,3 per cento rispetto al periodo aprile-giugno 2014. In contrazione gli ordini dal mercato domestico, che nel secondo trimestre 2015 sono stati inferiori dell’11,9 per cento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.

Crescono di un robusto 15,9 per cento gli ordini dall’estero, nonostante le già ricordate difficoltà in due dei mercati più rilevanti per l’industria di settore.

Il carnet ordini viene valutato dall’analisi Acimall attorno ai 2,8 mesi (erano 3 nell’indagine relativa al trimestre precedente); l’aumento dei prezzi, dall’inizio dell’anno, si attesta a quota 0,8 per cento, contro lo 0,9 registrato nei primi tre mesi dell’anno.

L’INDAGINE QUALITATIVA

Veniamo ai risultati dell’indagine qualitativa: secondo il 57 per cento degli intervistati il trend della produzione è positivo, per il 38 per cento è stabile e il 5 per cento propende per un calo. C’è, dunque, maggior soddisfazione rispetto al periodo gennaio-marzo 2015, quando i “pensieri positivi” appartenevano solo al 27 per cento del campione, a fronte di un 55 per cento che contavano su una sostanziale stabilità e il 18 per cento preoccupati da un ulteriore calo.

Stabili le sensazioni a livello di occupazione (il 62 per cento non prevede variazioni, il 14 per cento una crescita, il 24 per cento una diminuzione). Giacenze in aumento per il 33 per cento degli intervistati, stabili per il 62, in flessione per il rimanente 5 per cento.

L’INDAGINE PREVISIONALE

E il futuro? Nessuno ha la sfera di cristallo, ma l’indagine dell’Ufficio Studi di Acimall fornisce alcune preziose indicazioni su quali sono le “sensazioni” che dominano nelle aziende italiane del settore.

E ancora una volta emerge una sostanziale fiducia nei risultati che sarà possibile conseguire oltreconfine, mentre aumentano le preoccupazioni sul mercato interno, tanto è vero che le opinioni raccolte portano a un saldo negativo dopo due trimestri caratterizzati da un maggiore ottimismo anche sul fronte nazionale.

Il 38 per cento del campione crede che anche nel prossimo trimestre gli ordini dall’estero saranno in crescita; Propende per una sostanziale stabilità il 52 per cento, mentre il 10 per cento si aspetta un calo (saldo positivo pari a 28).

Come abbiamo accennato sul versante nazionale dobbiamo fare i conti con un saldo negativo, pari a meno 4, risultato di un 14 per cento del campione che vede una ulteriore contrazione degli ordini interni, un 76 per cento che vota per una sostanziale stabilità e un risicato 10 per cento di ottimisti che, invece, si attendono una crescita.

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