IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI IN ITALIA

IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI IN ITALIA

L’Osservatorio Congiunturale sull’Industria delle Costruzioni curato dalla Direzione Affari Economici e Centro Studi dell’Ance, presentato ieri, ha evidenziato come nel 2014 gli investimenti in costruzioni (al netto dei costi per il trasferimento della proprietà) ammontano, a livello nazionale, a 128.200 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente si rileva un’ulteriore flessione del 5,1% in termini reali (-5,4% in valori correnti). Secondo stime Ance la caduta dei livelli produttivi coinvolge tutti i comparti, dalla produzione di nuove abitazioni, che nel 2014 perde il 16,1%, all’edilizia non residenziale privata, che segna una riduzione del 6,1%, alle opere pubbliche, che registrano una caduta del 5,1%. Solo il comparto della riqualificazione degli immobili residenziali mostra una tenuta dei livelli produttivi +1,5% nel confronto con l’anno precedente.

Gli effetti della crisi nel settore continuano a incidere pesantemente sul tessuto produttivo e sull’occupazione: il numero delle imprese iscritte alle Casse Edili, nel 2014, si riduce del 7,8%, mentre le ore effettivamente lavorate ed il numero degli operai iscritti hanno subito un calo rispettivamente dell’8,4% e dell’8,5% su base annua. Complessivamente nel periodo compreso tra il 2008 ed il 2014 le riduzioni sono state del 38,8% per le imprese iscritte, del 47,6% per le ore lavorate e del 44,5% per gli operai iscritti.

Anche i dati Istat sulle forze di lavoro continuano ad evidenziare riduzioni di occupazione nel settore delle costruzioni: nel 2014 il numero di occupati nel settore si è ulteriormente ridotto del 4,4% rispetto al 2013, dopo i cali già rilevanti negli anni precedenti. La flessione coinvolge soprattutto i lavoratori dipendenti (-6,3% rispetto al 2013), mentre per gli occupati indipendenti la diminuzione si attesta al -1,8%. Nel corso del 2014 le costruzioni sono state l’unico settore di attività economica a registrare ancora un segno negativo (-4,4% su base annua). L’agricoltura ha visto aumentare i propri occupati dell’1,6% rispetto al 2013, l’industria in senso stretto dell’1,4% ed i servizi dello 0,5%. L’intero sistema economico, nell’anno considerato, ha registrato una lieve crescita di occupazione dello 0,4% su base annua. Un ulteriore indicatore delle difficoltà del settore è il numero crescente di imprese di costruzioni entrate in procedura fallimentare. Secondo i dati di Cerved Group, le imprese che hanno avviato tale procedura nel 2014 sono state 3.500, in crescita, rispetto all’anno precedente, del 12,4%, a conferma della tendenza in atto da sei anni. Le imprese entrate in procedura fallimentare sono passate da 2.147 nel 2009 a 3.113 nel 2014, con un aumento del 45%. Complessivamente dal 2009 al 2014 le imprese che hanno avviato tale procedura sono state 13.325 su un totale di circa 75mila nell’insieme di tutti i settori economici. La tendenza negativa del settore risulta visibile anche dall’evoluzione delle quantità di cemento consegnate. Nel 2014 le quantità consegnate sono diminuite del 7,4% su base annua.

L’accesso al credito a medio-lungo termine continua, nel 2014, ad essere problematico per le imprese. L’importo dei mutui erogati per il finanziamento degli investimenti in edilizia residenziale continua a diminuire di un ulteriore 18,3% rispetto al 2013, con una riduzione complessiva tra il 2007 ed il 2014 di oltre il 70%. Per quanto riguarda, invece, il settore non residenziale nel 2014 i mutui destinati ai nuovi investimenti sono tornati a crescere del 6,7%, aumento totalmente ascrivibile all’ultimo trimestre dell’anno (+74% rispetto al quarto trimestre 2013). Questo primo segnale positivo viene registrato dopo sette anni di continue diminuzioni nelle erogazioni di finanziamenti in tale comparto: complessivamente, infatti, tra il 2007 e il 2014 i nuovi mutui per investimenti nel settore non residenziale sono diminuiti del 71,7%. Nonostante il permanere di una situazione di difficoltà per il settore delle costruzioni sul lato della produzione, emergono segnali positivi nel mercato immobiliare, nei mutui erogati alle famiglie per l’acquisto di un’abitazione e nei bandi di gara per lavori pubblici. Dopo sette anni consecutivi di riduzione del numero di abitazioni compravendute (-53,6% tra il 2007 ed il 2013), nel corso del 2014 si registra un’interruzione del trend negativo con una crescita del 3,6% rispetto al 2013. Nel primo trimestre del 2015 il numero di abitazioni compravendute si riduce del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale andamento, però, risulta alterato, dall’elevato valore di confronto del primo trimestre 2014, periodo nel quale il numero di abitazioni compravendute era aumentato in modo significativo per effetto dell’entrata in vigore dal 1 gennaio 2014, del nuovo regime delle imposte di registro, ipotecaria e catastale che ha reso più conveniente l’acquisto dell’abitazione soprattutto per gli immobili usati. Infatti, al netto dell’effetto fiscale del mutato regime di imposta l’Agenzia delle Entrate stima, nel primo trimestre 2015, una variazione positiva dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Su questi primi segnali positivi incide, certamente, il diverso atteggiamento delle banche che, nel 2014, sembrano aver ridotto la diffidenza verso il settore immobiliare residenziale. Infatti, lo scorso anno i mutui per l’acquisto delle abitazioni da parte delle famiglie sono aumentati del 13,4% su base annua, dopo il drastico calo degli anni precedenti (-65% tra il 2007 ed il 2013). Una tendenza che si conferma anche nei primi tre mesi dell’anno in corso (+35% rispetto al primo trimestre 2014).

Con riferimento ai bandi di gara per lavori pubblici nel 2014, secondo il monitoraggio Ance-Infoplus, si registra, dopo anni di rilevanti cali, una crescita sia nel numero (+30,3%) che nell’ importo posto in gara (+18,6%) rispetto all’anno precedente. A livello territoriale, la crescita dei bandi di gara per lavori nel 2014 si concentra nel Sud (+36,9% in valore e del 43,4% del numero) e, in misura contenuta, nel Centro (+15,2% nell’importo e -0,1% in numero), mentre al Nord si registra ancora una riduzione nell’importo (-8,1% degli importi banditi rispetto al 2013 e +21,4% in numero). L’aumento dei bandi di gara può essere collegato a diversi fattori: la misura contenuta nella Legge di Stabilità 2014 di allentamento del Patto di Stabilità Interno a favore degli investimenti degli enti locali per un miliardo di euro; la necessità di accelerare la spesa dei fondi strutturali europei; l’attuazione di misure governative adottate a partire dalla seconda metà del 2013 a favore di Ferrovie dello Stato e Anas.

Previsioni 2015

Lo scenario formulato dall’Ance per l’anno in corso evidenzia ancora una riduzione tendenziale degli investimenti in costruzioni dell’1,3% in termini reali (+0,5% in valori correnti) in miglioramento rispetto alla stima rilasciata a dicembre 2014 (-2,4%). La nuova previsione tiene conto delle valutazioni delle imprese associate Ance, nell’indagine rapida svolta nel mese di maggio 2015, che indicano, per l‘anno in corso, per la prima volta dopo molti anni, un’aspettativa di allentamento della crisi. Le previsioni di attività, seppur ancor in calo, si posizionano su livelli di intensità più contenuti rispetto a quelle espresse nelle precedenti indagini.

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Anche gli indicatori settoriali che si stanno rendendo via via disponibili, riferiti ai primi mesi dell’anno in corso, evidenziano ancora flessioni ma con livelli di intensità inferiori rispetto agli anni precedenti ed in alcuni mesi si riscontrano dei primi segni positivi.
L’indice Istat della produzione nelle costruzioni , corretto per gli effetti di calendario, che comprende, oltre i beni di investimento, anche la manutenzione ordinaria, registra nei primi quattro mesi del 2015 una flessione del 2,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un livello di intensità più contenuto dopo i significativi cali degli anni precedenti (-6,9% nel 2014 su base annua; -10,8% nel 2013).

I dati Istat riferiti agli occupati nelle costruzioni relativi al primo trimestre 2015 evidenziano ancora una riduzione tendenziale dell’1,2%, in rallentamento rispetto al -4,4% registrato nel 2014 su base annua. Le indicazioni fornite dalle Casse edili evidenziano nei primi tre mesi dell’anno in corso, per le ore lavorate, riduzioni mensili tendenziali di intensità via via più contenute fino a registrare nel mese di aprile 2015 un primo segno positivo (+0,6% rispetto ad aprile 2014). Un ulteriore indicatore che testimonia un’attenuazione della tendenza negativa è il consumo di cemento.

I primi dati disponibili sul primo quadrimestre del 2015 indicano un’attenuazione della caduta rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-1,8%). Nel primo trimestre 2015, per la prima volta, il numero di fallimenti nelle costruzioni risulta in calo. Le imprese entrate in procedura fallimentare sono state 852, in diminuzione del 2,5% rispetto ai primi tre mesi del 2014.
Per quanto riguarda il comparto dei lavori pubblici, il monitoraggio Ance-Infoplus sui bandi pubblicati, rileva, nei primi cinque mesi del 2015 il proseguimento della dinamica positiva già iniziata nel 2014, con un ulteriore aumento del 16,6% nel numero di pubblicazioni e del 22,9% in termini di importo posto in gara rispetto al periodo gennaio – maggio dello scorso anno (già +30,3% in numero e +18,6% in valore nel 2014 su base annua). La stima per l’anno in corso tiene conto, anche dell’impatto sugli investimenti derivante dalla proroga fino a dicembre 2015 del potenziamento degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficientamento energetico (previsti dalla Legge di Stabilità per il 2015). A ciò si aggiungono alcuni provvedimenti relativi alle opere pubbliche che, sebbene non sufficienti ad invertire il ciclo, ne mitigano, tuttavia, già nel 2015, la flessione. Con riferimento alle opere pubbliche, per la prima volta, dopo molti anni, il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2015 formula una previsione di spesa per investimenti fissi lordi della Pubblica Amministrazione in crescita dopo i forti cali degli anni precedenti. Secondo il documento programmatico, per questo aggregato, costituito per la maggior parte da opere pubbliche, sono stimati aumenti tendenziali in valori correnti dell’1,9% nel 2015, del +4,5% nel 2016 e del +2,4% nel 2017 (-6% nel 2014).
Il DEF attribuisce questa previsione di aumento di spesa per investimenti fissi principalmente alle misure contenute in tre recenti provvedimenti: il Piano europeo di rilancio degli investimenti (c.d. “Piano Juncker”), il decreto Sblocca-Italia (DL 133/2014) dell’autunno 2014 e la modifica del Patto di stabilità interno degli enti locali. Secondo l’Ance, questi provvedimenti avranno effetti limitati sul rilancio degli investimenti pubblici, in particolare nel 2015: la tempistica di avvio del Piano Juncker e la previsione di un significativo coinvolgimento di risorse private su cui si basa il programma, non lascia prevedere un aumento importante degli investimenti quest’anno; il profilo temporale eccessivamente lungo delle risorse dello Sblocca Italia mina la capacità del decreto di produrre effetti positivi nel 2015; infine, in assenza di vincoli a favore degli investimenti, i potenziali effetti espansivi determinati dalla ridefinizione degli obiettivi del Patto di stabilità restano da valutare.
Al contrario, secondo l’Ance, l’accelerazione dei programmi di edilizia scolastica (per citarne alcuni: il programma #ScuoleSicure e il Decreto Mutui), di mitigazione del rischio idrogeologico e la necessità di spendere i fondi europei della programmazione 2007-2013 entro l’anno, contribuiscono a dare un impulso alla realizzazione di investimenti già nel 2015 e, di conseguenza, ad attenuare la caduta inizialmente prevista nelle costruzioni non residenziali pubbliche quest’anno. In questo contesto, per dare ulteriore impulso agli investimenti in opere pubbliche, con effetti positivi su PIL e occupazione più duraturi, serve una forte accelerazione dei programmi previsti e, soprattutto, il rapido avvio di nuove iniziative per rilanciare le opere pubbliche. A tal fine, negli ultimi mesi, l’Ance ha effettuato una ricognizione di opere rapidamente cantierabili, prive di finanziamento o il cui avvio è bloccato a causa del Patto di stabilità interno. Da questa iniziativa, denominata “La Carica dei 5mila cantieri per fare ripartire l’Italia”, sono emersi circa 5.300 progetti cantierabili, diffusi su tutto il territorio nazionale, per un importo complessivo di oltre 9,8 miliardi di euro. Tali progetti sono all’esame della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Il 2015, sebbene mostri un rallentamento della flessione dei livelli produttivi del settore rispetto agli anni precedenti, rappresenta l’ottavo anno consecutivo di crisi. Complessivamente dal 2008 al 2015, il settore delle costruzioni perde il 34,8% degli investimenti pari a circa 69 miliardi di euro.

Negli otto anni, per la nuova edilizia abitativa la flessione raggiunge il 66,5%, l’edilizia non residenziale privata segna una riduzione del 30,7%, mentre le opere pubbliche registrano un caduta del 48,7% (-54,7% dal 2005 al 2015). Solo il comparto della riqualificazione degli immobili residenziali mostra una tenuta dei livelli produttivi (+20,9%).

Previsioni 2016

L’ Ance ha formulato per il 2016 un doppio scenario previsionale. Per il 2016, l’Ance, in assenza di specifici interventi di sostegno al settore, prevede un’ulteriore flessione, pur di intensità più contenuta rispetto al passato, dello 0,5% in termini reali su base annua (scenario definito “tendenziale). Al fine di consolidare i segnali positivi che si stanno manifestando e dare avvio alla ripresa è necessario un impegno concreto per il rilancio delle infrastrutture, la riqualificazione delle città e per il mercato privato. Lo “scenario con il recepimento delle proposte Ance” tiene conto dell’impatto sui livelli produttivi della proroga del potenziamento degli incentivi fiscali (50% e 65%) relativi agli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica, di una parziale detassazione degli acquisti di abitazioni nuove in classe energetica elevata e di un rapido avvio di nuove iniziative sul fronte dei lavori pubblici. 2016 –

Scenario tendenziale

L’ Ance prevede per il 2016 un calo di modesta entità dei livelli produttivi stimabile nello 0,5%% in termini reali su base annua. Nell’analisi dei singoli comparti, la nuova edilizia abitativa perderà il 4,1% nel confronto con il 2015, mentre per gli investimenti non residenziali privati, si stima una lieve flessione tendenziale dello 0,4%, in ragione di un miglioramento del Pil più robusto previsto per il prossimo anno. Relativamente agli investimenti del recupero abitativo, in assenza di modifiche legislative, si stima un aumento più contenuto dello 0,1%. Per gli investimenti in costruzioni non residenziali pubbliche si stima un lieve aumento dello 0,8%, che interrompe la progressiva caduta in atto dal 2005.

Scenario con proposte Ance

Nello “scenario con il recepimento delle proposte Ance” è prevista una concreta e rapida attuazione di nuove misure da parte del Governo, anche a seguito dell’adozione di un piano di opere cantierabili simile a quello proposto dall’Ance in occasione dell’iniziativa “5mila cantieri” che comprenda lo stanziamento di risorse aggiuntive e un allentamento del Patto di stabilità interno. Nella previsione è stato quantificato un investimento nel comparto delle opere pubbliche aggiuntivo, rispetto allo scenario tendenziale, di circa 4 miliardi di euro.

A questo si aggiunge un aumento di circa 900 milioni di euro collegato alla proroga del potenziamento degli incentivi fiscali (50% e 65%) relativi agli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica e all’impatto sugli investimenti di una parziale detassazione degli acquisti di abitazioni nuove in classe energetica elevata che può essere determinato da un’accelerazione dell’attività nei cantieri in corso. In questo scenario per il settore delle costruzioni si prefigura un’interruzione della caduta nel 2016, con una crescita dei livelli produttivi del 3,2% in termini reali su base annua. Nel dettaglio dei singoli comparti si osserverebbe una crescita del 16,9% rispetto al 2015 per gli investimenti in opere pubbliche, un ulteriore aumento dell’1,5% per gli investimenti in manutenzione straordinaria ed un calo più contenuto per gli investimenti in nuove abitazioni pari al -3,1%. Prevedere maggiori investimenti in infrastrutture anche nei prossimi anni produrrà indubbi effetti positivi sul settore e sull’economia del Paese. Per gli investimenti in costruzioni non residenziali private l’andamento risulta analogo allo scenario “tendenziale” 2016. L’adozione delle misure proposte pur non avendo un impatto sufficiente a compensare la forte caduta dei livelli produttivi del settore in atto dal 2008, consentirebbe di contenere la perdita produttiva dal -35,2% al -33,1% ponendo le basi per una effettiva ripresa.

 

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