Duemila miliardi la svalutazione degli immobili

Duemila miliardi la svalutazione degli immobili

Cala notevolmente il valore del patrimonio immobiliare in Italia, con una riduzione del 30% “verificatasi per effetto soprattutto della forte imposizione fiscale”, puntualizza il presidente, Giorgio Spaziani Testa. E “quanto alle tasse: di sole imposte patrimoniali, l’aumento rispetto al 2011 è stato del 178%, dai 9 miliardi dell’Ici ai 25 di Imu e Tasi”.
Una situazione che “necessita, come non ci stanchiamo di ripetere, di azioni urgenti per porvi rimedio”. Sul fronte del patrimonio immobiliare “siamo meno ricchi, ma paghiamo di più, due fenomeni di segno opposto che hanno contribuito a spingere il settore dell’edilizia nella crisi più pesante mai registrata negli ultimi 70 anni” dice anche la Cgia di Mestre: “In questi ultimi 5 anni il valore economico degli immobili – calcola il suo centro studi – è crollato di circa 1.200 miliardi di euro (-14,2%) ma nel contempo le tasse sono salite in misura esponenziale: +31,2 per cento”; così “in termini assoluti, il carico fiscale sul mattone è aumentato di 12,3 miliardi di euro: se nel 2010 era pari a 39,48 miliardi di euro nel 2014 ha toccato i 51,8 miliardi”.
Ancora secondo i calcoli della la Cgia di Mestre in termini assoluti è sceso soprattutto il valore economico delle abitazioni: in 5 anni la perdita è stata di 1 miliardo di euro (-16,6%), mentre gli altri immobili (capannoni, uffici, negozi, laboratori artigianali, etc.) hanno subito una contrazione pari a 136,6 milioni di euro (-6,7%).
E’ uno scenario in cui le compravendite sono in “forte contrazione: sempre tra il 2010 e il 2014 per le abitazioni sono diminuite di circa 208.000 unità (-27,3%); per gli immobili strumentali la contrazione ha sfiorato le 12.500 unità (-25,1%). “Speriamo – dice il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – che la riforma del catasto tenga conto di questa situazione. Con la revisione delle rendite e l’introduzione della local tax, che dovrebbe eliminare almeno la Tasi e l’Imu, va assolutamente scongiurata l’ipotesi di un ulteriore aggravio fiscale sugli immobili”.
Che intanto la crisi non abbandona il settore delle costruzioni emerge anche dai dati di Confartigianato: rispetto ad un anno prima, nel primo trimestre 2015 il numero delle aziende del settore è calato dell’1,4% e quello degli occupati dell’1,2% sull’anno; da marzo 2008 a marzo 2015 l’edilizia ha perso un quarto della forza lavoro: 460.400 occupati in meno, di cui 87.053 imprenditori e 373.374 lavoratori.

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