Città d’Italia

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Inaugurata lo scorso 16 luglio, resterà aperta fino al 25 settembre, presso la sede dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano, in via Solferino 17-19, la rassegna fotografica, che va a comporre un immaginario viaggio in Italia attraverso alcuni dei più significativi momenti di cambiamento e sviluppo delle 14 città metropolitane.

Il racconto di ciascuna di queste realtà si snoda attraverso tre momenti differenti: lo sguardo a un passato che rappresenta la grande tradizione degli studi urbani italiani; le recenti metamorfosi che hanno caratterizzato con forza le città italiane negli ultimi anni e, in ultimo, le concrete occasioni di trasformazione e le prospettive di sviluppo delle città metropolitane, individuando per ciascuna realtà le migliori opportunità di rigenerazione urbana in chiave sostenibile.

Obiettivo della mostra, che inaugura a Milano il proprio circuito espositivo che attraverserà tutta l’Italia prima e il resto del mondo poi, è non tanto e non solo mostrare e dimostrare le peculiarità e la ricchezza – unica – delle stratificazioni del contesto nazionale, quanto mettere in luce le grandi opportunità di rilancio dell’economia italiana investendo in una prospettiva di sviluppo sostenibile e di rigenerazione, innestando nel tessuto del Belpaese nuove funzioni, volumi, spazi e soluzioni che incontrino e anticipo le nuove esigenze dell’abitare, del vivere e della mobilità: un nuovo habitat adatto alle nuove forme di socialità ed economia contemporanee e futuribili.

Esportare nel mondo un modello sostenibile di sviluppo urbano attraverso la rigenerazione dei vuoti intervenuti nel suo tessuto è senza dubbio un modo efficace per far conoscere a livello internazionale il nostro grande patrimonio culturale e professionale, un primato che nasce dalla sapiente amalgama tra una cultura dalle radici profonde e lo slancio dell’innovazione tecnica.

Focus Milano | 1861-domani

Il costruire sul costruito è parte del codice genetico della città di Milano, il cui naturale sviluppo per cerchi concentrici si è via via articolato e arricchito, dando via a una trasformazione che si è sovrapposta ai tessuti urbani storici con nuove geometrie, nuovi allineamenti e, spesso, con rinnovata spregiudicatezza.

Alle testimonianze storiche del progressivo succedersi delle mura romane, medievali e spagnole, fino all’annessione dei comuni contermini, si sono affiancati i segni della modernità anteguerra, legata al consolidamento della cultura industriale e borghese. Milano amplia il proprio respiro d’azione, registra forti incrementi demografici, annette territori attigui, mentre anche al proprio interno si adopera a sostituire brani sempre più importanti del proprio tessuto storico. Le opportunità, generose, offerte alla progettazione e allo sviluppo urbano, danno forma e sostanza alla idea della ‘città moderna’ per antonomasia.

Una città che, dopo i bombardamenti, ha saputo rigenerarsi trovando un equilibrio, inedito e sorprendente, tra tradizione e modernità, sollecitazioni internazionali e richiamo identitario. È in questa epoca che Milano, con le sue architetture, diventa modello architettonico e urbanistico di caratura sovranazionale.

Le trasformazioni degli ultimi decenni del Novecento sono spesso legate a politiche di governance alterne che hanno espresso un ridisegno non condiviso ed esplicito della città.

È con la fine del secolo che lo star-system dell’architettura internazionale interviene nelle principali aree di rigenerazione urbana. Una presenza che ha modificato il tradizionale approccio urbano e ha avviato un dibattito culturale diffuso e accesso anche sul linguaggio dell’architettura consegnato dai nuovi interventi: Bicocca Pirelli, Portello, Palazzo della Regione, Garibaldi Repubblica, City Life, Santa Giulia, solo per citare le principali; una corona di interventi per decine di milioni di mq.

Al ventaglio di trasformazioni in atto, col XXI secolo si aggiungono e si aggiungeranno le aree orientate al recupero del territorio costruito e le spinte al rinnovamento del tessuto urbano residenziale e produttivo.

Poiché le politiche, in architettura, diventano luoghi, anche la definizione dell’area Expo potrebbe diventare un luogo di sperimentazione metropolitana, dando ulteriore continuità al concetto di Milano quale riferimento della cultura architettonica contemporanea, e non solo a livello nazionale.

 

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