Squinzi: Bisogna crescere!

Squinzi: Bisogna crescere!

Se è vero da una parte che l’economia italiana “va meglio dell’atteso” e l’incremento del Pil nel primo trimestre, pari a +0,3%m “è stato più alto delle stime” e “rende possibile raggiungere nel 2015-16 risultati superiori alle previsioni prevalenti”, è pur vero che resta “indispensabile cogliere l’opportunità di innalzare il potenziale di crescita del Paese offerta da fattori molto favorevoli”.
A dirlo è stato il presidente di Confindustria Squinzi, che fa notare che la crescita acquisita per il 2015 è dello 0,2% dopo la “stagnazione” degli ultimi tre mesi del 2014.

C’è però da sottolineare che “gli zero virgola, non bastano. Dobbiamo crescere”. “Si devono fare i lavori in casa, senza riforme non so se agganceremo veramente la ripresa”. “Sono convinto che parlare di crescita e ripresa sia un po’ prematuro, sicuramente il trend sta cambiando, ma grazie ai fattori esterni come il prezzo del petrolio, il calo dell’euro e il Qe” ha spiegato, “di buono c’è che abbiamo smesso di scendere. Aspettiamo e vediamo di consolidare” questi andamenti.

Secondo gli economisti “l’accelerazione già dalla primavera è nelle carte delle spinte esterne (cambio, tassi, petrolio, ripresa Usa e nel resto dell’eurozona) ed è confermata dagli indicatori disponibili. Ciò aiuta la fiducia e, dunque, consolida il miglioramento”. Per il Csc “i progressi congiunturali non vogliono dire che le gravi conseguenze della crisi spariscano né fanno dell’Italia un’economia dinamica: la performance rimane inferiore a quelle tedesca, spagnola, inglese e, perfino, francese. Solo proseguendo lungo la strada delle riforme si potrà chiudere il divario di crescita e, soprattutto, aumentare sensibilmente occupazione e reddito degli italiani”. “Il ritardo rispetto a quanto necessario – proseguono gli economisti di Confindustria – resta ampio, nonostante il grande sforzo in atto abbia già dato importanti risultati. Due aspetti vanno tenuti ben presenti: la finestra internazionale propizia è una tantum e temporanea; gli altri paesi non stanno immobili, ma sono un cantiere aperto di cambiamenti, più o meno profondi e rapidi”. “Quindi per recuperare terreno serve operare a velocità superiore alla loro”, evidenzia ancora il Csc.

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