Antitrust, Federcostruzioni e Ance, per un mercato più aperto

Antitrust, Federcostruzioni e Ance, per un mercato più aperto
Un mercato maggiormente aperto ed una più ampia concorrenza sono le condizioni essenziali per rilanciare l’economia e far ripartire le opere pubbliche nel nostro Paese.
Un battaglia fondamentale, che vede unite l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, Federcostruzioni e Ance, e che è stata il tema centrale del convegno “Regole, concorrenza e mercato”, che si è tenuto oggi alla Camera dei deputati.
“L’Italia è molto indietro su questo fronte – ha sottolineato il presidente di Federcostruzioni, Rudy Girardi – e per questo ha urgente bisogno di mercati trasparenti e concorrenza. Solo liberalizzando le concessioni dei servizi pubblici si muoverebbero 70-80 miliardi ogni anno.” Al centro del dibattito, in particolare, tutti i mercati esclusi alla concorrenza, come i servizi pubblici locali, alcuni ambiti dei lavori pubblici a cominciare dalle concessioni autostradali.
Un punto su cui ha insistito il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, ricordando l’importanza della legislazione europea in questa materia, che è da sempre orientata a mettere la gara al centro di tutti gli interventi che devono essere realizzati dai concessionari.  A entrare nel vivo della questione è stata la relazione del professor Marco D’Alberti, ordinario di diritto amministrativo alla Sapienza, che ha fatto una ricognizione a tutto campo dei numerosi settori dell’economia che necessitano ancora di una vera liberalizzazione.
Gli effetti negativi della mancata concorrenza nel settore delle infrastrutture sono stati illustrati dal vicepresidente di Federcostruzioni, Roberto Mascellani, che ha evidenziato la scarsa competitività dell’Italia proprio per la presenza di “numerosi comparti dei servizi e delle infrastrutture a rete che beneficiano di ampi margini di protezione, con effetti negativi sulla performance economica”.
Ragioni condivise dal presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato, Giovanni Pitruzzella, che ha proposto alle associazioni imprenditoriali una stretta collaborazione per contrastare l’eccessivo ricorso all’in house da parte delle amministrazioni pubbliche. E a questo proposito la vicepresidente del Senato, Linda Lanzillotta, ha invocato la creazione di “un alto commissario, dotato di poteri ispettivi, che renda effettive le norme sulla concorrenza, che troppo spesso rimangono lettera morta”.

LECONOMIA PUOAVANZARE CON REGOLE CHIARE

Come le infrastrutture invisibili possono far ripartire lItalia

“Per lo sviluppo del mercato edile e infrastrutturale, che si conferma una realtà produttiva decisiva del nostro Paese nonostante la crisi recessiva, è necessario partire dalle infrastrutture invisibili: un mercato trasparente in regime di concorrenza, frutto della attuazione di regole chiare. Solo così il Paese potrà ripartire”. Lo ha dichiarato il presidente di Federcostruzioni, Rudy Girardi, aprendo i lavori alla Camera dei deputati per il convegno su “Mercato, regole e concorrenza”. In qualità di relatori, all’incontro sono intervenuti Roberto Mascellani, Vice Presidente, Marco DAlberti, Ordinario di diritto amministrativo La Sapienza, Andrea Bianchi, Direttore Area Politiche Industriali di Confindustria, Paolo Buzzetti, Presidente di ANCE, Paolo Costa, Presidente Autorità Portuali di Venezia, Linda Lanzillotta, Vice Presidente del Senato della Repubblica, Pier Francesco Maran, Delegato ANCI per trasposto pubblico e mobilità, Andrea Bossola, Direttore Area reti e Area idrico di Acea, Gennarino Tozzi, Direttore Progetti Infrastrutturali Atlantia Spa

Infrastrutture, Federcostruzioni: Autostrade sono a scarsa competitivita

Roberto Mascellani, vicepresidente di Federcostruzioni, nella sua relazione, ha sottolineato come una maggiore concorrenza può rivestire un ruolo prioritario nel rilancio della competitività del Paese. “L’Italia – ha evidenziato – per il World Economic Forum che ogni anno prende in esame le economie di 150 paesi da diversi punti di vista e ne analizza l’efficienza, è in 49° posizione dopo Malta e Panama, prima di Kazakistan e Costa Rica. Molti sono i fattori che risultano critici. L’Italia sicuramente sconta scelte istituzionali del passato. Diversi comparti dei servizi e delle infrastrutture a rete beneficiano di ampi margini di protezione, con effetti negativi sulla performance economica. E’ il caso, ad esempio, delle autostrade: il mercato delle concessioni autostradali è contraddistinto da una diffusa assenza del confronto competitivo, in contrasto con i principi comunitari e nazionali in materia di concorrenza, dal momento che la quasi totalità delle concessioni in essere sono state affidate o prorogate senza gara. Invece di alzare l’attenzione sul controllo, lo Stato, in tutte le sue articolazioni continua a voler occupare posizioni improprie, a danno della concorrenza e dello sviluppo del Paese”.

“La problematica della concorrenza nella realizzazione e gestione delle infrastrutture e’ molto articolata – scrive il prof. Marco D’Alberti, professore di diritto amministrativo presso l’Università di Roma “La Sapienza” nella relazione di base del convegno – poiché assume una dimensione trasversale, venendo a investire diversi settori economici. Le infrastrutture più rilevanti, infatti, incidono nel settore dei trasporti su: autostrade; i porti; gli aeroporti. Per quel che concerne l’energia, vanno esaminate le infrastrutture utilizzate per i servizi di trasmissione e distribuzione dell’elettricità, del gas e dell’acqua. Per quel che riguarda le comunicazioni elettroniche, occorre analizzare le infrastrutture per la telefonia e i servizi internet, nonché le infrastrutture per la trasmissione dei segnali radiotelevisivi”.

La qualita delle istituzioni è migliorabile

L’Italia – ha rilevato il vicepresidente di Federcostruzioni, Roberto Mascellani –, sconta diverse criticità. Uno dei più importanti indicatori dei requisiti di base, la qualità delle istituzioni, nel nostro Paese risulta molto carente secondo il giudizio internazionale. L’attitudine dei Governi verso i mercati, l’eccessiva burocrazia o il peso della PA, l’eccessiva regolamentazione, la corruzione, la mancanza di trasparenza, l’incapacità di fornire servizi basilari per l’attività economica, si traducono in diseconomie e, quindi, in costi aggiuntivi per le imprese. L’Italia per il World Economic Forum si posiziona al 106° posto su 144 Paesi, tra l’Honduras e la Sierra Leone.

La mano pubblicaha perdite palesi di circa 1,2 miliardi

“Se Stato ed enti locali, la “mano pubblica” non decidono ad arretrare in determinati settori sarà impossibile intraprendere una strada per lo sviluppo. Nel caso dei Servizi Pubblici Locali in base al Rapporto Cottarelli, secondo la banca dati del MEF, a fine 2012, le società partecipate nei comparti elettrico, gas, idrico e dei rifiuti erano circa 1.500. Una stima delle loro perdite “palesi” è di circa 1,2 miliardi di euro, a cui bisogna aggiungere quelle “non palesi” finanziate da ulteriori trasferimenti di denaro pubblico”. Ha dichiarato il vicepresidente di Federcostruzioni, Roberto Mascellani.

Infrastrutture, Federcostruzioni: Tempi per costruire a due velocita, 151 giorni a Milano, 316 a Palermo

“Per quanto riguarda i tempi dei permessi per costruire, considerato dal World Economic Forum come uno dei criteri per valutare  l’effettiva concorrenza nei mercati, la  media italiana è pari a 233 giorni lavorativi contro una media Ocse di 150. (+83 giorni, vale a dire, in termini percentuali, il 55% in più). La media – si legge nel position paper di Federcostruzioni – non rappresenta a sufficienza il fenomeno, perché l’oscillazione è troppo ampia: a Milano occorrono 151 giorni, perfettamente in linea con i Paesi avanzati, a Catanzaro 309 giorni e 316 a Palermo.

Federcostruzioni: Tasse troppe e difficili da pagare

“L’Italia risulta ancora in pessima posizione anche nella classifica relativa alla facilità ad ottemperare all’obbligo del pagamento delle tasse. La Banca Mondiale certifica che anche i soggetti che vogliono fare il proprio dovere trovano, sul proprio cammino, ostacoli di tutti i tipi. Lo sforzo di semplificazione e di alleggerimento del carico fiscale che viene richiesto allo Stato deve trovare un impegno da parte del mondo produttivo”. Si legge nel position paper della Federazione di categoria.

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