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La geografia del mondo dell’edilizia si sta globalmente modificando con la rincorsa delle economie emergenti, a fronte del ridimensionamento dei mercati europei e dell’esaurirsi della “golden age” statunitense. Risulta considerevole il peso dei cosiddetti “nuovi” mercati sugli investimenti mondiali nel settore, aumentato di oltre 20 punti percentuali tra il 2005 e il 2014, arrivando nell’ultimo anno a rappresentare circa il 45% (29% la quota ascrivibile alla sola Asia emergente). Le prospettive di questi mercati, a medio periodo, rimangono orientate all’ottimismo, con attese di una crescita ancora marcata degli investimenti (quasi il 5% medio annuo nel quinquennio 2015-2019), pur scontando una certa moderazione rispetto ai ritmi espansivi molto elevati dello scorso decennio. Altro elemento distintivo dello scenario appare la (relativamente) maggiore eterogeneità tra paesi e aree geografiche, che impone di non guardare ai nuovi mercati come a un “unicum” omogeneo. A tale scopo presentiamo il quadro prospettico di medio periodo integrandolo con informazioni di carattere strutturale (es. ampiezza del mercato nelle sue componenti principali) e con informazioni quali/quantitative sugli interventi di stimolo all’edilizia attualmente in vigore e/o attesi nel periodo di previsione, arrivando a definire un indicatore sintetico di potenzialità del mercato.[1] Il ranking tra i paesi emergenti che risulta dall’analisi vede confermato, seppure con elementi di distinzione, il ruolo cruciale dell’Asia emergente nello scenario mondiale dell’edilizia. La regione dovrebbe sperimentare una crescita complessiva degli investimenti intorno al 5.5% annuo nel quinquennio in esame e si posiziona con quattro economie (Cina, India, Indonesia e Malesia) nella graduatoria dei dieci mercati a più alto potenziale. La Cina, in particolare, si confermerà come il primo mercato residenziale a livello mondiale – fino a raggiungere una quota prossima al 25% nel 2019 – ma dovrebbe gradualmente andare verso ritmi di espansione più moderati nel medio termine. Nonostante il deterioramento in atto della congiuntura immobiliare, escludiamo la possibilità di un brusco arresto della crescita degli investimenti. I segnali di surriscaldamento dei prezzi appaiono limitati alle grandi aree urbane, mentre nei centri medio-piccoli permangono condizioni di accessibilità al mercato più favorevoli. Le autorità cinesi dispongono di ampi spazi di manovra (riduzione dei tassi di interesse sui mutui, allentamento della normativa sugli acquisti immobiliari) per guidare un aggiustamento graduale dei prezzi nel real estate. Sullo sfondo, continueranno però a operare alcuni driver di medio-lungo periodo del settore (urbanizzazione, incremento dei redditi delle famiglie), in grado di contrastare almeno in parte la tendenza al rallentamento dell’attività edilizia. L’altro colosso asiatico, l’India, risulta premiato dal posizionamento relativo all’edilizia commerciale, sia in termini di dimensione del mercato che per le aspettative di un’espansione robusta, sostenuta dalla domanda di spazi commerciali. Molto favorevoli anche le prospettive degli investimenti residenziali, previsti in progressiva accelerazione fino a raggiungere nel medio termine tassi di sviluppo superiori a quelli cinesi. Un impulso al settore è atteso dalle politiche governative, alla luce degli annunci di un piano di edilizia pubblica e di incentivi agli investimenti esteri nel real estate. Tra gli altri paesi asiatici, mercati dell’edilizia potenzialmente in forte espansione sono Indonesia e Malesia, dove le spinte derivanti dall’evoluzione demografica e dal processo di urbanizzazione, oltre che dalla dinamica dei redditi, inducono a prevedere investimenti in crescita a un ritmo superiore al 6% annuo nel 2015-2019. Anche l’area del Golfo è attesa confermarsi come uno dei mercati più dinamici a livello mondiale, nonostante lo scenario previsto sui mercati petroliferi. Il crollo recente delle quotazioni del greggio non dovrebbe incidere sui progetti di investimento avviati nell’edilizia residenziale e commerciale (specialmente in Arabia Saudita) grazie alle ingenti riserve accumulate negli scorsi anni. Una maggiore incertezza circonda invece le previsioni per il Nord Africa, condizionate dall’evoluzione geo-politica; in quest’area le opportunità più interessanti sembrano riguardare l’Egitto, dove la relativa stabilizzazione del quadro istituzionale potrà favorire la ripresa degli afflussi di investimenti nel real estate e l’avvio di importanti programmi pubblici nell’edilizia residenziale. Per l’America Latina il quadro prospettico indica un profilo espansivo (intorno al 3.5% medio annuo) più moderato rispetto alla media dei nuovi mercati, scontando, soprattutto nel 2015-2016, una modesta performance dell’edilizia in Brasile. L’orientamento restrittivo della politica monetaria, il surriscaldamento dei prezzi nei grandi centri urbani e l’incertezza politica, che ha influito sull’attuazione dei programmi di edilizia pubblica, sono stati all’origine della frenata degli investimenti residenziali nel 2014 e continueranno a condizionare, almeno nel breve periodo, le possibilità di recupero del mercato brasiliano. Nella regione i mercati più dinamici sono individuabili in Messico, Colombia e Perù. Dopo la correzione sperimentata nel 2013, l’edilizia messicana ha ritrovato un sentiero di crescita che potrebbe accentuarsi soprattutto in un orizzonte di medio termine; per quest’ultimo paese, come anche per gli altri due mercati, svolgono un ruolo rilevante le politiche pubbliche volte alla riduzione del deficit abitativo. Con l’eccezione della Turchia, i paesi dell’Europa Centro-orientale non sono posizionati tra i primi dieci nel ranking dei mercati più interessanti. In questa regione si possono, tuttavia, cogliere situazioni fra loro eterogenee. Le economie dell’Europa Centrale potranno beneficiare di un miglioramento prospettico dell’attività edilizia grazie alle condizioni più favorevoli del credito e, come nel caso della Polonia, agli stimoli dei programmi di edilizia sociale. Al contrario, per il mercato russo è atteso a partire da quest’anno un marcato deterioramento, dopo il boom edilizio del 2014 alimentato dalla corsa all’investimento immobiliare come bene-rifugio. [1] L’indicatore, utilizzato nelle elaborazioni per il report “Bussole Mercati” di Prometeia-Confindustria Ceramica, segnala la potenzialità di medio termine di un paese sulla base di un set di variabili specifiche del settore edilizio (dimensioni del mercato, prospettive di crescita nel medio termine, struttura degli investimenti, interventi di policy/incentivi Fonte PROMETEIA [email protected] Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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