Nuova Direttiva Appalti

Da ITACA il DOCUMENTO DI ANALISI DELLA DIRETTIVA 2014/24/UE IN MATERIA DI APPALTI PUBBLICI

Nuova Direttiva Appalti

Il 2014, per i contratti pubblici, ha visto l’inizio di un processo di riforma di particolare rilevanza in quanto, con l’approvazione da parte del legislatore comunitario delle tre nuove direttive in materia di appalti e concessioni (23/2014 che disciplina le concessioni di servizi e lavori, 24/2014 che disciplina gli appalti di forniture, servizi e lavori e la 25/2014 che disciplina gli appalti di forniture, servizi e lavori nei settori speciali), ha preso avvio per il nostro legislatore la complessa attività di recepimento che, nell’attuale momento storico, costituisce un’importante occasione per rivedere l’attuale normativa nazionale in materia di appalti.

Itaca nel suo ruolo di supporto alla Conferenza delle Regioni e agli operatori pubblici e privati che operano negli appalti ha intrapreso un lavoro di analisi delle direttive, partendo dalla direttiva che disciplina gli appalti di forniture, servizi e lavori, la 24/2014, attraverso un Gruppo di lavoro ristretto “Direttive appalti” istituito, nell’ambito del Gruppo di lavoro “Direttive UE Appalti Pubblici”, il 18 maggio 2014 all’interno dell’Area tematica “Contratti pubblici”.

Esso costituisce attuazione dell’iniziativa assunta dal Gruppo di lavoro “Contratti pubblici” allo scopo di rispondere ad un segnale diffuso di necessità di conoscenza delle rilevanti e significative innovazioni che interesseranno lo strategico settore degli appalti pubblici con il recepimento delle tre Direttive europee pubblicate nel mese di marzo del 2014.
Il gruppo di lavoro composto da funzionari pubblici, rappresentanti delle categorie imprenditoriali ed esperti del settore ha sviluppato il suo lavoro con un approccio tecnico e neutrale procedendo con l’analisi del testo delle disposizioni della direttiva e dei considerando al fine di evidenziare le opportunità e le criticità delle nuove regole sugli appalti pubblici- senza assumere posizioni al riguardo- tenendo conto anche delle finalità e priorità che hanno ispirato il legislatore comunitario della riforma: facilitare l’accesso delle Piccole Medie Imprese al mercato degli appalti pubblici, favorire la realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, assicurando al contempo un efficiente uso dei finanziamenti pubblici, promuovere la dematerializzazione delle procedure di gare e l’innovazione negli appalti, ecc..

Tale analisi costituisce il punto di partenza per poter recepire le disposizioni della direttiva e costituisce un elemento necessario per il ruolo che la Conferenza delle Regioni sarà chiamata a svolgere ai fini del rilascio del parere sul testo di recepimento e per esprimere le proprie posizioni favorevoli o contrarie sulle scelte che il legislatore dovrà operare, in particolare relativamente alle disposizioni a recepimento facoltativo. Gli strumenti individuati per l’attuazione di questi ambiziosi obiettivi infatti sono destinati a produrre un considerevole impatto sul funzionamento e sull’organizzazione del nostro sistema, e sullo stesso modo di concepire e gestire l’intero ciclo del contratto. Basti pensare: alla preferenza accordata alle procedure negoziate nell’ottica di promuovere la ricerca di soluzioni innovative, alla ridefinizione della disciplina dei criteri di aggiudicazione e all’introduzione del criterio del costo del “ciclo di vita”, all’obbligo di utilizzo degli strumenti elettronici di comunicazione per la presentazione delle offerte, ecc. In fase di analisi sono state messe a confronto le nuove disposizioni con quelle della precedente direttiva e con quelle contenute nell’attuale normativa nazionale. Durante l’analisi sono state evidenziate:
▪ la previsione di disposizione a recepimento obbligatorio o facoltativo;
▪ la presenza nei considerando di previsioni che andrebbero trasfuse in articoli, in quanto contenenti elementi per la corretta applicazione della direttiva;
▪ opportunità che in fase di recepimento potrebbero essere colte dal legislatore nazionale;
▪ criticità presenti anche in relazione all’attuale assetto normativo che andrebbero tenute in considerazione;
▪ l’impatto delle disposizioni sulle MPMI.

In particolare, in merito alle disposizioni a recepimento facoltativo, nell’analisi dei singoli articoli, al fine di porre l’accento sull’esigenza di valutare con particolare attenzione le differenti opzioni offerte al riguardo dal legislatore comunitario, sono state precisate le diverse declinazioni assunte da tale forma di recepimento, così inquadrabili:
− ipotesi in cui l’ambito del recepimento facoltativo comprende l’intera disciplina di un istituto o di una sua parte (es. art. 39- Appalti riservati, art. 26, paragrafo 6 e art. 32
– Procedura negoziata senza previa pubblicazione, art. 37
– Attività di centralizzazione delle committenze e centrali di committenza, art. 71, paragrafo 3
– pagamento diretto del subappaltatore);
– regole destinate a trovare diretta applicazione, salva disposizione nazionale di recepimento che ne restringa o escluda integralmente l’applicazione (es. art. 56, paragrafo 2, secondo commainversione delle fasi di gara e paragrafo 3- soccorso istruttorio);
– fattispecie nelle quali l’ambito oggettivo del recepimento facoltativo si riferisce alle modalità specifiche con cui gli Stati membri possono disciplinare un peculiare aspetto della materia, in deroga a quanto direttamente previsto dalla Direttiva (es. art. 22, paragrafo 4
– possibilità di richiedere l’uso di strumenti elettronici di comunicazione specifici per gli appalti di lavori e i concorsi di progettazione, art. 26, paragrafi 5 e 6- indizione di procedura mediante avviso di preinformazione, art. 57, par. 3
– deroga alle cause di esclusione obbligatorie e a quelle indicate nel paragrafo 2, art. 71, paragrafo 2
– richiesta all’offerente di indicare le parti che intende subappaltare a terzi);
– disposizioni che attribuiscono agli Stati membri la facoltà di delimitare i poteri discrezionali riconosciuti alle amministrazioni aggiudicatrici dalla Direttiva con norma altrimenti direttamente applicabile, rendendo obbligatori per le amministrazioni stesse, a seconda dei casi, l’assunzione di determinati atti (es. art. 57, paragrafo 2, comma 2 e paragrafo 4
– cause di esclusione indicate come “facoltative” per le amministrazioni aggiudicatrici e che possono essere rese obbligatorie dagli Stati membri, art. 63, paragrafo 1, secondo comma
– richiesta di sostituzione dell’impresa ausiliaria nell’avvalimento), ovvero le modalità di ottemperanza a determinate condizioni (es. art. 19, paragrafo 2- disciplina, da parte dello Stato membro, delle condizioni generali per l’ottemperanza dei requisiti di qualificazione da parte dei raggruppamenti di operatori economici, che altrimenti le Amministrazioni potrebbero definire direttamente nella lex specialis).

In questa logica è stato articolato il documento che per ogni articolo evidenzia i collegamenti con i considerando e i corrispondenti articoli della precedente direttiva 18/2004, contiene l’analisi della disposizione, le opportunità, le criticità e l’impatto sulle MPMI. Il documento ha preso in considerazione gli articoli da 1 a 86, il gruppo di lavoro si è soffermato maggiormente su quegli articoli che contengono disposizioni innovative di particolare rilievo o per le quali, all’interno del nostro ordinamento sono ancora presenti delle criticità applicative, che possono essere risolte in fase di recepimento. Per ogni articolo è stata redatta una scheda di sintesi quale strumento più agevole nella fase di esame anche del testo di recepimento che sarà predisposto dal nostro legislatore.

Scarica l’intero DOCUMENTO DI ANALISI DELLA DIRETTIVA 2014/24/UE IN MATERIA DI APPALTI PUBBLICI in PDF

 

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