La ceramica alla Triennale per EXPO

Continua il lavoro progettuale, in preparazione della mostra, ”Laboratorio Ceramics of Italy” organizzata in occasione di Expo, all’interno della Triennale di Milano. Accanto al coinvolgimento di alcune aziende del settore, sia nell’ambito delle piastrelle sia in  relazione della stoviglieria. Casalgrande Padana, Coem, Cooperativa Ceramica d’Imola, Florim, Keope, Marazzi, Panariagroup, Refin, da un lato, e dall’altro lato, per quanto riguarda le stoviglie in ceramica, Richard Ginori 1735, Ancap, I.P.A. Industria Porcellane, con la regia progettuale di Riccardo Blumer, stanno mettendo a punto, utilizzando esclusivamente prodotti di serie, una vero e proprio laboratorio, in grado di funzionare e soprattutto mostrare le forti analogie tra il mondo della ceramica industriale e il sistema della produzione del cibo, in linea con il concetto di EXPO, ”Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Si scopre che la ceramica ha delle incredibili similitudini con il cibo sia nell’atto della miscela che della cottura; entrambi i processi sono irreversibili. Infatti ceramica e cibo hanno una genesi comune: ”la ceramica”, precisa l’architetto Riccardo Blumer, ”attraverso trasformazioni di terra, acqua che sono l’alimento dell’agricoltura, e quindi del cibo, diventa il luogo in cui quest’ultimo può essere consumato, lavorato e conservato”. Dalla terra all’uomo, dall’uomo alla terra, in un ciclo infinito. Al centro del progetto, in Triennale, i visitatori potranno toccare con mano, attraverso una serie di vibrazioni,cosa significa “mescolare” gli ingredienti, necessari per preparare il cibo, il tutto in un ambiente totalmente realizzato con i prodotti industriale della aziende coinvolte. Scopriranno, i visitatori, che le superfici ceramiche hanno una qualità tattile unica, sconosciuta all’uomo prima della sua invenzione. ”Non ha odore, e non li assorbe; a seconda del colore, riflette e codifica la luce, nell’ampia gamma di possibilità offerta dagli infiniti pigmenti”, sottolinea Blumer. Le superfici mostrano qualità metamorfiche che rispondono, adattandosi ai diversi usi. Come il cibo, ciascuno prepara il proprio piatto, il tutto nel rispetto della sostenibilità e della totale riciclabilità.

Un’altra scoperta è quella che la ceramica suona frequenze “alte”, come tutti i materiali di grande densità e resistenza; questi suoni, e durante la mostra sarà possibile sperimentarlo, attraverso la partecipazione al laboratorio, sotto la guida di studenti della Facoltà di Design dello IUAV di San Marino, guidati da Riccardo Blumer, si possono ascoltare anche da lontano, mettendo in evidenza la tenacia “materica” che sta alla base della ceramica italiana.

Sarà una mostra laboratorio “sinestetica”, ovvero tutti i nostri 5 sensi saranno coinvolti e messi all’opera, e il visitatore scoprirà le fortissime analogie tra il mondo della ceramica e quello del cibo: dalla vista all’udito, dal gusto al tatto, fino ad arrivare all’odorato dei piatti e degli ingredienti utilizzati.
Aldo Colonetti, curatore della mostra “Laboratorio Ceramics of Italy” relativa all’evento

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