Mercato internazionale delle tecnologie per il legno

Mercato internazionale delle tecnologie per il legno

Cosa succede nel settore delle macchine per la trasformazione del legno e dei suoi derivati? Ha risposto l’Ufficio studi di Acimall, l’Associazione costruttori italiani macchine e accessori lavorazione legno, realtà confindustriale che rappresenta le imprese del settore.
L’indagine nasce dalla elaborazione degli ultimi dati disponibili e delinea, per il periodo gennaio-giugno 2014, un andamento positivo per tutti i principali competitor mondiali, ovvero – nell’ordine – Germania, Italia, Cina, Taiwan, Austria e Stati Uniti.
La Germania, che ancora una volta ribadisce il proprio ruolo di primo esportatore mondiale, si attesta a quota 788 milioni di euro, con una crescita dello 0,44 per cento, una percentuale sostanzialmente identica a quella rilevata per lo stesso periodo dell’anno precedente.
In termini percentuali è senz’altro migliore il trend delle esportazioni italiane, cresciute del 7 per cento, per una esportazione nei sei mesi che ha sfiorato i 549 milioni di euro.

Al terzo posto per valore assoluto, forte di un valore pari a 376 milioni di euro, si colloca la Cina di cui si stima (inevitabile usare questo termine, alla luce delle maggiori difficoltà ad avere dati omogenei sull’argomento) una crescita delle esportazioni nei primi sei mesi dell’anno in corso del 13,6 per cento, più o meno il doppio della crescita Italiana.
Diminuiscono dell’8,8 per cento le esportazioni di Taiwan, quarta in classifica con 252 milioni di euro in valore, mentre al quinto posto troviamo l’Austria (193,5 milioni, più 12,27 per cento) e al sesto gli Stati Uniti, con un valore delle esportazioni di tecnologie per il legno pari a 136,4 milioni di euro nel primo semestre 2014, il 10,77 per cento in meno rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Da segnalare che fra i sei maggiori competitor sono solo Stati Uniti e Taiwan a rivelare un trend negativo.
E’ evidente che la crescita del 7 per cento delle esportazioni italiane è un dato positivo, che ci auguriamo venga confermato anche alla fine dell’anno.
La Cina, segna il trend migliore, di un punto superiore a quello registrato da Taiwan, di oltre due punti rispetto all’Austria e, come abbiamo già sottolineato, quasi doppio rispetto a quello italiano.

EXPORT DEI PRINCIPALI PRODUTTORI

Gennaio-giugno 2014 (milioni di euro)

Paese esportatore        Valore        ∆% 14/13
Germania 788,6 0,44
ITALIA 548,9 7,06
Cina 376,8*                    13,60
Taiwan 252,2                     -8,80
Austria 193,5                    12,27
Usa 136,4                   -10,77
 * Stima.

Fonte: elaborazione Ufficio studi Acimall su dati International Trade Center; novembre 2014.

LE IMPORTAZIONI

E chi sono i migliori clienti, i più forti investitori nelle tecnologie per il legno? L’analisi dell’Ufficio studi di Acimall fornisce preziose indicazioni anche su questo versante, stilando una classifica dei primi 50 Paesi importatori a livello mondiale. Al primo posto si collocano gli Stati Uniti, che nei primi sei mesi del 2014 hanno importato macchine per il legno per un valore vicino ai 434 milioni di euro (più 17,7 per cento rispetto al gennaio-giugno 2013). Al secondo posto la Russia (219,6 milioni di euro, più 3,57 per cento), anche se si tratta di un risultato che per la seconda parte dell’anno dovrà fare i conti con la svalutazione del rublo e le sanzioni internazionali. Sul terzo gradino del podio la Germania, che importa tecnologie per il legno per 187,4 milioni di euro (più 6,5 per cento).
Seguono, nell’ordine, Cina (157,6 milioni di euro, meno 12,4 per cento), Canada (115,3 milioni, meno 6,6 per cento), Francia (107,4 milioni, più 2,1 per cento), Polonia (97,5 milioni, più 45,1 per cento), Austria (94,9 milioni, più 14,2 per cento), Malesia (83,5 milioni, più 95,1 per cento), Regno Unito (più 80,7 milioni, più 31,5 per cento), Bielorussia (73,4 milioni, più 111,6 per cento), Turchia (72,5 milioni, più 19,3 per cento), Svizzera (68,2 milioni, più 30,9 per cento), Belgio (più 60,6 milioni, 11,6 per cento).
In quindicesima posizione troviamo l’Italia, che nei primi sei mesi 2014 ha importato macchine (prevalentemente tedesche o cinesi) per “soli” 59,4 milioni di euro, il 19,42 per cento in meno rispetto allo stesso periodo 2013. Ci piacerebbe poter dire che questa posizione è dovuta a una produzione nazionale che soddisfa pienamente la domanda “autoctona”, ma la realtà induce a pensare che la contrazione sia più da imputare al prolungarsi della limitata propensione agli investimenti degli imprenditori piuttosto che a una crescente passione per il “made in Italy”.
In termini più generali possiamo aggiungere che nella classifica per valore dei primi 50 Paesi importatori ben 36 denotano un incremento degli acquisti oltre confine. Tra i più forti importatori segnaliamo la Polonia (più 5 per cento) e il Regno Unito (più 31,5 per cento); bene anche Svizzera e Spagna, quest’ultima forse pronta a mostrare concreti segnali di una certa ripresa.
Le “delusioni” maggiori per i grandi esportatori, fra cui i costruttori italiani, vengono dal Brasile che taglia le importazioni di un importante 40 per cento. Poche soddisfazioni anche da Tailandia (meno 20,2 per cento) e dal Messico (meno 18,6 per cento), in Europa perdono posizioni Svezia, Norvegia, Ucraina e Ungheria.

 

 

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