Lazio, una moria nel settore costruzioni

Lazio, una moria nel settore costruzioni

La grave crisi di tutti i settori, in primis quello delle costruzioni, e nello specifico quello degli appalti pubblici, ha bisogno di una risposta decisa ed immediata da parte delle istituzioni competenti.
Così il segretario generale della Filca Cisl del Lazio, Stefano Macale, chiede al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, l’istituzione dell’annunciato “Tavolo permanente di crisi del settore delle costruzioni” composto dalle forze sociali del settore e dell’Amministrazione Regionale che prevede al suo interno anche la firma del protocollo su appalti-sicurezza e legalità presentato all’inizio della consiliatura regionale da Cgil-Cisl-Uil del Lazio e da Feneal Uil- Filca Cisl e Fillea Cgil del Lazio.
Dai dati enunciati dalle casse edili delle 5 province del Lazio, rispetto a 5 anni fa, 32 operai ogni giorno perdono il posto di lavoro solamente in edilizia.
Se poi andiamo a verificare l’intero settore delle costruzioni, comprendendo quindi oltre all’edilizia anche cemento, nautica, legno, laterizi e lapidei, arriviamo, secondo l’ultima rilevazione Istat, terzo trimestre 2014, paragonata a quella del secondo trimestre del 2010, ad oltre 71mila posti di lavoro in meno nel Lazio, pari alla chiusura di 35 stabilimenti Fiat di Termini Imerese ed ad una perdita quotidiana di 56 posti di lavoro. Infatti erano 212.783 gli occupati nel comparto nel secondo trimestre 2010 e nell’ultima rilevazione effettuata dall’Istat sono 141mila con il rischio del dilagare del lavoro nero e del caporalato tra i cantieri. Inoltre per effetto della crisi il ricorso alla cassa integrazione nel comparto delle costruzioni è andato sempre più incrementandosi, rispetto al 2010 sono state 8milioni245mila le ore di cassa integrazione straordinaria, ordinaria ed in deroga concesse in più. Le imprese edili che hanno dovuto chiudere dal 2009 sono state 4.799 secondo i dati pervenutici dalle Casse Edili e dall’Edilcassa, una media di quattro aziende al giorno. Per il rilancio dell’edilizia servono regole certe, legalità e trasparenza e per questo come sindacato chiediamo la patente a punti per le imprese che rispettano le norme ed i contratti ed una legge sugli appalti che eviti l’eccesso di subappalti, troppo frequenti nel ramo edile. E’ poi indispensabile un serrato controllo dell’applicazione del contratto nazionale dell’edilizia e di tutte le normative vigenti in materia di sicurezza sul lavoro nel settore, inserendo espressamente nei bandi di gara tali obbligatorietà. Nel frattempo il numero degli appalti banditi nel territorio regionale si è praticamente più che dimezzato rispetto all’annualità precedente che era già caratterizzata da una flessione considerevole, non vorremmo che la decisione del blocco di tutti gli appalti in riferimento a Mafia Capitale aggravasse ancora di più tale situazione. Quello del calo quotidiano del settore delle costruzioni è una tragedia che si sta consumando nell’indifferenza generale, occorre liberare risorse da destinare agli investimenti in opere pubbliche, nelle infrastrutture, nella messa in sicurezza del territorio. Considerato il quadro drammatico della situazione chiediamo dunque al Presidente Zingaretti un incontro urgente sicuri che soltanto con l’unità di tutti gli attori sociali ed istituzionali si possa trovare una soluzione alla crisi, rilanciare il settore, favorire la legalità e la trasparenza, combattere il lavoro nero e sommerso e le infiltrazioni malavitose negli appalti.

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