Serve il regolamento edilizio unico

Serve il regolamento edilizio unico

Che l’Italia non sia più in grado di progettare è la preoccupata riflessione del Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano al Saie di Bologna. “Le amministrazioni non avendo le risorse per fare le opere ricorrono a meccanismi interni con l’incentivo del 2%, quando in tutta Europa il costo di una progettazione è del 16% in media. Noi ci stiamo ponendo in un’ottica di sussidiarietà ma spesso le proposte restano nei cassetti a causa della macchina burocratica che sovrasta la politica”.
Proposte sui tavoli o nei cassetti dei ministeri rimasti lettera morta da anni, semplificazioni inesistenti nonostante le numerose sollecitazioni delle categorie professionali. Il motivo?
“Riconducibile ad una classe burocratica amministrativa che riesce ad essere più forte della politica.
E ce ne accorgiamo quotidianamente quando cerchiamo di modificare delle norme che sono completamente incomprensibili” risponde il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano durante il proprio intervento al Saie di Bologna.
E che cosa servirebbe, secondo Zambrano, con grande urgenza al Paese? Senz’altro il regolamento edilizio unico, “ogni Comune si pone come una specie di “Repubblica indipendente”, scrivendo spesso norme incomprensibili. Con un regolamento unico nazionale si potrebbe facilitare, e di molto, lo snellimento della macchina statale”. Ma la classe burocratica in Italia asfissia ogni potenzialità ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La Rete delle Professioni Tecniche però non è rimasta ferma, ha avanzato proposte con cognizione di causa: “Ci siamo posti in un’ottica di sussidarietà per ovviare alla incapacità della pubblica amministrazione di emettere particolari pareri e provvedimenti, come accade in altri Paesi europei, in modo da risparmiare e rendere più efficiente il sistema”. Ma la vera perdita di competenze, secondo il presidente della Rpt resta ancorata “all’incapacità nazionale di fare progettazione”, continua Zambrano, facendo riferimento alla legge Merloni che “vent’anni fa confermò un principio importante: il progetto è centrale nella realizzazione delle opere pubbliche.
Ebbene si è perso completamente questa capacità.
Le amministrazioni non avendo le risorse per fare le opere ricorrono spesso a meccanismi interni con l’incentivo del 2%. In tutta Europa il costo di una progettazione è mediamente del 16%. Nei Paesi anglosassoni del 30%.
E in Italia si pensa di fare il tutto con il 2%”. Insomma, “se non si rilancia una cultura della progettazione sarà impossibile che in Italia si possa assistere ad un rilancio di opere pubbliche. Anche nel piano riguardante il dissesto idrogeologico all’interno della sblocca – Italia si fa riferimento alle società in house, quelle che, per parlarci chiaro, hanno creato tanti scandali alla Protezione civile”.
In conclusione Zambrano lancia un invito: “Tutta la filiera del mondo delle costruzioni deve fare fronte comune, anche in virtù del delicato momento che stiamo attraversando, tanto che rivendichiamo il merito di aver svolto anche una funzione essenziale di ammortizzatore sociale a fronte di tanti professionisti espulsi dalla pubblica amministrazione o dalle stesse imprese, come dimostra l’aumento degli iscritti”.

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