Lo spread in aiuto alla Legge di Stabilità

Lo spread in aiuto alla Legge di Stabilità

La Legge di Stabilità prevista per il 2015 si annuncia di circa 20 miliardi di euro.
Ebbene, il calo dello spread potrebbe aiutare i conti pubblici italiani con un effetto piu’ che benefico sulle coperture della manovra, con un risparmio di circa 2,5 miliardi.
La cifra arriverebbe a coprire, ad esempio, tutta la riforma della scuola, le cui necessita’ finanziarie si aggirano sui 2-3 miliardi, di cui almeno 1 nel 2015. “La riduzione dello spread ha una ricaduta economica molto importante, e’ un segnale”, ha spiegato anche il premier Matteo Renzi. Se poi “l’euro perde un po’ posizioni sul dollaro, le nostre imprese non si mettono a piangere. E’ un segnale positivo, ci sono elementi incoraggianti”, ha proseguito. Ed effettivamente, la discesa dei differenziali tra titoli e italiani e tedeschi potrebbe dare al nostro Paese una maggiore elasticita’ almeno per quanto riguarda il pagamento dei tassi di interesse sul debito.

Difficile quantificare esattamente l’impatto ma, per avere un’idea, secondo le stime del Tesoro, il calo dei rendimenti sulle emissioni a medio-lungo termine ha gia’ avuto da gennaio a luglio un impatto positivo di 1,1 miliardi di euro. Il ministero del Tesoro sta ancora lavorando a stime piu’ precise, cosi’ come sta concentrando l’attenzione ormai da qualche giorno alle nuove cifre che saranno contenute nella nota di aggiornamento del Def, primo tassello in vista della legge di stabilita’. Escluso ormai il rinnovo del contratto degli statali, e’ li’ che dovranno comunque trovare spazio il bonus da 80 euro (forse con qualche piccolo ampliamento di platea), il finanziamento della cig, le spese indifferibili (a partire dalle missioni militari), la scuola e – in primis – il rispetto del patto di stabilita’ con l’Europa.

La caccia alle risorse e’ aperta anche perche’, almeno stando ai dati aggiornati di luglio, le entrate erariali si stanno confermando al momento sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno, con un calo anzi frazionale dello 0,6%. Il calo dell’Ires dovuto ai minori versamenti a saldo 2013 e in acconto 2014, effettuati da banche e assicurazioni, ha infatti bilanciato l’aumento del gettito Iva e i risultati positivi della lotta all’evasione. Del resto anche se non si tratta di un patto, dopo la mossa della Bce l’Italia, come tutti gli altri governi dei paesi piu’ in difficolta’, dovra’ fare la sua parte. Dovra’ cioe’ spingere sull’acceleratore delle riforme che l’Europa, e lo stesso Mario Draghi, si aspettano, dalla giustizia a – soprattutto – il lavoro, fino alla spending review.

Tra i tagli alla spesa, dopo l’analisi di Cottarelli, a Palazzo Chigi e’ quindi approdato in questi giorni anche il dossier immobili pubblici, un settore al centro dell’attenzione anche per la riduzione del debito. Dopo il passaggio di Stefano Scalera dall’Agenzia del Demanio al Mef, lo staff di Matteo Renzi sta ora valutando la possibile sostituzione con un nuovo direttore proveniente dal mondo immobiliare privato. Ma sul tavolo c’e’ anche il futuro e il possibile nuovo ruolo di Invimit, il cui cda e’ fissato per l’11 settembre.
Fonte ANSA

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