Industria nel parco. Architettura Energia Paesaggio

Industria nel parco. Architettura Energia Paesaggio

Si sta concludendo proprio in questi giorni  l’iter autorizzativo per l’approvazione del “masterplan strategico” di rigenerazione dell’area industriale di Nera Montoro, a cura della Scuola di Architettura e Società del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, con il gruppo Italeaf. Il progetto è stato presentato ieri a Milano nell’ambito del workshop “Industria nel parco. Architettura Energia Paesaggio”, con la partecipazione – tra gli altri – dei coordinatori del piano di rigenerazione dell’ex polo chimico, gli architetti Roberto Spagnolo e Barbara Coppetti e del presidente di Italeaf, Stefano Neri.

“Nei prossimi mesi partiremo con i lavori – ha annunciato proprio Neri -, dando vita nella nostra area industriale di 24 ettari a un intervento strategico di ridisegno dello stabilimento in direzione di una nuova visione. Abbiamo fatto nostra la sfida progettuale propostaci dal Politecnico di Milano e ci muoveremo secondo le linee guida di questo progetto, per realizzare un parco eco-industriale nel quale convivano aziende ad alto contenuto innovativo nel settore cleantech. Società e imprese, startup e iniziative produttive, con una propensione industriale e una vocazione all’affermazione di un nuovo modello di creazione del valore. Il nostro non sarà un intervento di sviluppo come se ne sono visti tanti in Italia e in Europa, con cambi di destinazione d’uso e investimenti tradizionali nell’immobiliare, nei centri commerciali, nei servizi. Si tratterà, invece, di dare vita a un nuovo ecosistema produttivo, inserito nel paesaggio e nella storia produttiva territoriale, capace però di declinare i paradigmi dell’industria di domani a disposizione delle nuove generazioni e a servizio di una modalità innovativa di fare industria manifatturiera”.

Neri ha anche confermato che Italeaf si quoterà su l mercato AIM UK della Borsa Londra entro l’anno e che il progetto sarà presentato agli investitori internazionali nell’ambito del piano industriale della società, che intende qualificarsi come “startupper company” con l’obiettivo di accelerare il business di startup cleantech ad elevato tasso di innovazione.

Il progetto del Politecnico prevede una trama di corrispondenze tra il paesaggio rurale e gli spazi della produzione attraverso la definizione degli ambiti di passaggio: un nuovo accesso all’area industriale la realizzazione di un piazzale dell’Archeologia industriale, un nuovo Centro Ricerche (edificio pensato come una macchina di ferro che si avvicina alle forme dell’industria, divenendo un basamento percorribile ricoperto di granulato di pneumatici fuori uso, prodotto dal limitrofo impianto di recupero PFU), la previsione di un nuovo “Viale dell’Innovazione”, impianto per la produzione delle idee, che interseca perpendicolarmente il “Viale del lavoro”.

Alla giornata di lavori hanno partecipato anche Ilaria Valente, Preside Scuola di Architettura e Società, che ha illustrato il progetto di ricerca del Ministero dell’Ambiente PRIN Re-Cycle Italy “Nuovi cicli di vita per architetture e infrastrutture della città e del paesaggio” del quale è coordinatrice, Gabriele Pasqui, Direttore Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, Manuel Marangon, Responsabile Ingegneria e Tecnologie Ambientali di ENI Syndial, Carlo Gasparrini dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha illustrato il progetto di riqualificazione dell’ex raffineria K8 Petroleum di Napoli, e Cecilia Bolognesi, direttore della rivista Direttore Dedalo e consulente di Assimpredil, ANCE.

Infine il convegno ha previsto un interessante confronto tra l’esperienza italiana e quella tedesca della Ruhr, con Peter Latz, l’architetto che ha curato il recupero degli spazi metallurgici e siderurgici del bacino teutonico. Latz, considerato un maestro della rigenerazione degli spazi dismessi dall’industria pesante, ha condiviso l’impostazione del progetto Italeaf e ne ha sottolineato alcuni punti di forza, come il recupero del rapporto tra fabbrica e paesaggio circostante e l’osmosi tra nuove produzioni materiali green e modelli di sviluppo innovativi.

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