Edilizia sociale privata

Edilizia sociale privata

L’edilizia sociale privata, sviluppatasi soprattutto in Lombardia, come regione-pilota, si rivolge a coloro i quali non sono abbastanza poveri da chiedere l’assegnazione di case popolari (ex Iacp, il cui settore è sostanzialmente fermo da anni anche per un complicato meccanismo di ripartizione delle risorse tra Stato Centrale e regioni) ma neanche così abbienti da poter accedere ai prezzi del mercato libero. In Europa è una formula già perfettamente rodata, soprattutto in Inghilterra dove lo Stato contribuisce per circa 10 miliardi di euro all’anno. Qui da noi è ancora in uno stato embrionale. Ad ogni modo il canone medio dell’housing sociale (e la formula della locazione si sta trasformando nel modello preponderante, dicono gli esperti) a Milano si aggira intorno ai 500 euro per un trilocale di 70-75 metri quadri, un prezzo economico per il mercato degli affitti milanese. Ai costi (e ai potenziali ricavi, che per gli investitori si aggirano attorno a un rendimento del 3% più l’inflazione) di realizzazione stanno contribuendo finora le fondazioni di origine bancaria (come Cariplo, azionista di Banca Intesa), ma anche le casse previdenziali, le compagnie assicurative. Con il supporto – insostituibile – del pilastro pubblico di Cassa Depositi e Prestiti, contenitore della raccolta postale degli italiani. Fino a dicembre scorso Fia (fondo investire per l’abitare) non poteva superare il tetto del 40% nel sistema integrato dei fondi ripartiti a livello locale.

Edilizia sociale privata
Edilizia sociale privata 2

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia



Categoria notizia

MERCATO

Le ultime notizie sull’argomento