110.000 imprese a forte rischio di insolvenza commerciale nel 2013

110.000 imprese a forte rischio di insolvenza commerciale nel 2013

L’edilizia continua a essere uno dei settori che più soffrono per la crisi, e lo dimostrano molti indicatori. A fine dicembre 2012, ad esempio, le imprese operanti nel settore edile hanno mostrato un maggior livello di rischiosità rispetto alla media delle imprese italiane, già alta. Nello specifico, il 13,99% delle imprese del settore in questione ha presentato un’alta rischiosità di generare insoluti commerciali nei confronti dei propri fornitori nei 12 mesi successivi, contro l’11,26% medio.

Entrando maggiormente nel dettaglio, il 73,28% delle imprese edili si è caratterizzato per una rischiosità media, l’11,34% una rischiosità medio-bassa. Solamente l’1,39% del totale, infine, presentava una rischiosità bassa, cioè una totale affidabilità, contro il 6,08% della media nazionale.
Edilizia Specializzata e Costruzione di Edifici si sono dimostrati i microsettori più in difficoltà, con rispettivamente il 23,53% e il 21,18% di imprese con un alta rischiosità potenziale. In particolare, sono risultate più di 60.000 le imprese operanti nella costruzione di edifici a caratterizzarsi per l’elevata probabilità di generare insoluti commerciali nel corso dei 12 mesi successivi alla rilevazione.
Quella degli Installatori, invece, è risultata essere la categoria più affidabile con una percentuale di imprese ad alto rischio pari al 9,87% del totale, un dato inferiore alla media italiana di 1,39 punti percentuali.

È quanto emerge dall’Osservatorio sulla rischiosità commerciale realizzato da CRIBIS D&B, società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che analizza il grado di affidabilità delle imprese edili italiane e la loro capacità di fronteggiare gli impegni presi nei confronti dei propri fornitori, con la conseguente probabilità di generare insoluti commerciali nei 12 mesi successivi.

Livello di rischiosità – confronto totale Italia/Edilizia, Dicembre 2012

1

Fonte: CRIBIS D&B

“I dati che abbiamo rilevato a fine 2012 confermano l’impressione generale di un contesto economico tendenzialmente più rischioso e, soprattutto, più ‘fluido’, cioè maggiormente caratterizzato da cambiamenti repentini, sia a livello di controparti (clienti e fornitori), sia a livello di andamento di mercato – illustra Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B -. Basti pensare che, nel corso del 2012, 1 insoluto grave su 4 è provenuto da clienti con un’anzianità superiore ai 5 anni, quindi da clienti storici che si pensava di conoscere bene e su cui di solito le aziende sono molto esposte sia come valore della fornitura, sia come tempi di pagamento”.

Affidabilità delle imprese edili in grande calo

Dall’analisi di CRIBIS D&B emerge che nel corso degli ultimi 5 anni il comparto edilizio ha subito un deterioramento più veloce e consistente rispetto all’economia nazionale. La percentuale di imprese edili con un alto livello di rischiosità commerciale è infatti passato dal 9,84% del 2008 al 13,99% della fine del 2012, con un aumento di 4,15 punti percentuali (contro un +2,27% nazionale). Al contempo, la quota delle imprese edili con una bassa rischiosità è letteralmente crollata, passando dal 9,16% del 2008 al 1,39% di fine 2012, un calo di ben 7,77 punti percentuali contro il -3,45% delle imprese italiane in generale.

Trend del livello di rischiosità settore edile, Dicembre 2008 – Dicembre 2012

2

Fonte: CRIBIS D&B

Edilizia Specializzata: +11,27% di alta rischiosità in 5 anni
Entrando nel dettaglio del settore, è il comparto dell’Edilizia Specializzata ad aver evidenziato il maggior incremento di imprese ad elevata rischiosità, passando negli ultimi 5 anni da una percentuale del 12,26% al 23,53% (+11,27%), mentre la categoria degli Installatori ha segnalato un vistoso calo di imprese a basso rischio, dal 10,85% all’1,41% (-9,44%). Il microsettore dei Costruttori di edifici ha segnalato un calo della bassa rischiosità, pari a -5,90%, passando dal 7,18% del 2008 all’1,28% del 2012. Il livello di alta rischiosità in 5 anni è invece salito di ben 9,37 punti percentuali, attestandosi al 21,18% rispetto all’11,81% di fine 2008.

Livello di rischiosità per microsettori edili/Italia, Dicembre 2012

3

Fonte: CRIBIS D&B

Dettaglio per area geografica
Dall’analisi condotta da CRIBIS D&B emerge che nel settore edile le macroaree meno affidabili sono risultate essere il Sud e le Isole e il Centro, rispettivamente con un livello di bassa rischiosità dello 0,49% e del 1,31%. La crisi del settore però non risparmia nemmeno il resto del Paese: la bassa rischiosità del Nord Ovest a fine 2012 è stata pari al 1,64%, quella del Nord Est del 2,24%.
In maniera totalmente speculare, per quanto riguarda invece l’alta rischiosità prospettica di non pagare i propri fornitori il primato negativo è stato riscontrato nel Sud e Isole, con una quota del 20,66% del totale. Seguono il Centro (15,58%), Il Nord Ovest (10,51%) e il Nord Est (8,94%)

Livello di Rischiosità settore edile

4

Fonte: CRIBIS D&B
“L’Edilizia è uno dei settori che è stato maggiormente colpito dalla crisi economica e i dati sulla rischiosità potenziale sono lo specchio di questa situazione. – commenta Marco Preti -. L’Edilizia ha infatti perso quasi 1/3 di pagatori puntuali nel giro di pochissimi anni, fenomeno al quale bisogna aggiungere la riduzione delle compravendite e del giro d’affari, il calo degli investimenti pubblici e, non ultimo, il fatto che anche in questo settore, in linea con quanto accaduto praticamente in tutti i comparti della nostra economia, si è assistito all’incorporazione dei ritardi di pagamento entro i termini contrattuali. Tutto ciò ha reso il settore dell’Edilizia molto più rischioso. Non a caso oltre il 25% di tutti i fallimenti registrati in Italia nel 2012 riguarda proprio l’Edilizia, che si conferma, ancora una volta, il comparto in maggiore difficoltà con oltre 3.300 casi. Riteniamo però che le imprese che operano in questo settore stiano reagendo nel modo giusto, investendo per rendere più efficaci i processi e le policy per la gestione del credito e dei pagamenti. Un intervento, questo, non a costo zero, ma che potrà dare benefici concreti anche dopo la fine della crisi”.
“In questo contesto il contributo di CRIBIS D&B è, in primo luogo, quello di supportare le imprese con strumenti e informazioni per la gestione del portafoglio clienti e dei pagamenti commerciali – conclude Preti – ma, in un’ottica più generale, il nostro ruolo è anche quello di contribuire a rendere più trasparente il mercato. Soluzioni come CRIBIS iTRADE, che prevedono la condivisione di informazioni sui pagamenti al fine di identificare un profilo dell’impresa come pagatore oltre a mettere a disposizione strumenti di analisi e monitoraggio, possono infatti rendere il mercato più trasparente, referenziando le imprese che hanno comportamenti di pagamento affidabili e contribuendo ad identificare quelle meno virtuose”.

Nota metodologica
L’analisi è stata realizzata tramite l’utilizzo dei modelli di score di CRIBIS D&B che misurano la probabilità che una impresa possa generare insoluti commerciali nei 12 mesi successivi il periodo di osservazione. Nello specifico, il modello di CRIBIS D&B – applicato su tutte le imprese (società di capitali, di persone e ditte individuali) attive in Italia al 31/12/2012 – ordina le singole imprese su una scala da 1 a 100: 100 rappresenta la minore probabilità di generare insoluti, 1 la maggiore probabilità. Partendo da questo punteggio vengono identificati i diversi cluster.
Nel modello di CRIBIS D&B vengono utilizzate numerose variabili quali Informazioni anagrafiche sull’impresa, Indici di bilancio, Comportamenti di pagamento nei confronti dei propri fornitori, Informazioni negative (quali ad esempio protesti e fallimenti), Forma giuridica, Area geografica e Anzianità aziendale.

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia



Categoria notizia

MERCATO

Le ultime notizie sull’argomento