Vetromercato, la chiusura del 2012 ben promette per il 2013

Vetromercato, la chiusura del 2012 ben promette per il 2013

Che la meccanica strumentale resti la punta di diamante del Made in Italy è un fatto ormai quasi scontato, che si riproduce inesorabilmente ogni anno. Per fortuna, viene da dire, visto il livello di sofferenza del mercato interno italiano, ma sarebbe meglio dire europeo: l’export vincente è ormai  da parecchio tempo il miglior elisir di lunga vita per le aziende italiane ed in generale per l’economia del Bel Paese, tanto che il loro livello medio di esportazione sul totale fatturato è tra il 70 e l’80%, fino a raggiungere il 90% nei casi più eclatanti.
Sono gli stessi numeri che caratterizzano le aziende Gimav, il fior fiore del comparto del vetro, che hanno costruito sulla qualità e sul servizio una leadership mondiale che continua ad essere un patrimonio di enorme valore. Dati ufficiali sull’andamento dei primi otto mesi dell’anno ancora non esistono, ma le prime stime indicano in un trend di crescita sostenuta (dovremmo trovarci intorno al 7%) l’esistenza della possibilità di una correzione in positivo delle previsioni 2012 che erano state fatte soltanto pochi mesi fa. Del resto anche Federmacchine, la federazione che raggruppa le associazioni della meccanica strumentale, ha appena comunicato un aumento delle esportazioni nei primi sei mesi pari al 6,8%, leggermente più basso di quanto previsto a inizio anno ma comunque significativo.
Ritornando al comparto del vetro, si può dire che il giro di boa, per lo meno a livello psicologico, lo si è potuto notare a Glasstec dello scorso ottobre. Si veniva infatti da un primo semestre particolarmente duro, caratterizzato da una stasi preoccupante dopo che i bagliori di gennaio e febbraio avevano fatto ben sperare. Ora però la musica sembra proprio cambiata: “A Glasstec abbiamo riscontrato con grande soddisfazione una generalizzata voglia di cambiamento – sostiene Cinzia Schiatti, Presidente di Gimav – Il desiderio generale è quello di buttare via la depressione per avviare finalmente una svolta definitiva. Sono tutti stufi di questa crisi, la volontà è quella di abbandonare le incertezze e incoraggiare una ripresa che ha tardato troppo ad arrivare. Abbiamo incontrato in fiera molti operatori decisi all’acquisto di nuovi macchinari a breve: decisioni prese con prudenza, ovviamente, per non fare il passo più lungo della gamba, ma con la ferma intenzione di restare sul mercato in maniera competitiva e aggiornata.” Se l’Europa è ancora molto sofferente, tanto che anche paesi considerati trainanti come la Germania hanno molto rallentato le importazioni, si confermano i Brics i migliori clienti delle macchine di produzione italiana, con il grande ritorno degli Stati Uniti e il risveglio del Sud America, ripresosi soprattutto col Brasile dopo la stasi del primo semestre. Anche la Cina, che pur sta soffrendo un rallentamento nel suo tasso di crescita, mantiene livelli di domanda più che soddisfacenti, con qualche sorpresa: “Sempre a Glasstec abbiamo avuto la conferma di un fenomeno molto recente, che ci fa ben sperare – continua Cinzia Schiatti –  i cinesi incominciando davvero a diffidare dei loro prodotti, che considerano poco affidabili e di scarsa qualità. Si sono resi conto che risparmiare sull’acquisto iniziale significa spendere molto di più negli anni successivi per riparazioni costose e fermi di produzione. Le aziende migliori ora cercano macchinari di qualità: e su questo terreno come sappiamo il Made in Italy è molto ben messo”.
Restano gli Emirati Arabi, un mercato che s’era drasticamente fermato e che ora pare riprendersi: “L’attività sta riprendendosi, anche se a ritmi più normali. Con ogni probabilità non assisteremo ad un altro boom come quello degli anni 2003-2008” conclude Cinzia Schiatti.

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