Federcostruzioni, con queste politiche l’edilizia muore

Settore edilizia in profonda crisi, non è giunto un meteorite all’improvviso ma sono state sbagliate le politiche economiche

“Stiamo assistendo alla ricaduta del malato dove il malato è il settore edile che, dopo una flebile speranza di ripresa, è ripiombato nel buio  assoluto.  Siamo dinanzi a una vera e propria chiusura del comparto e non perché sia  giunto un meteorite all’improvviso ma perché le politiche adottate anche negli ultimi mesi non fanno altro che deprimere ulteriormente il settore”. Questo il j’accuse del presidente di Federcostruzioni e dell’Ance Paolo Buzzetti che è intervenuto alla conferenza stampa dell’Osservatorio congiunturale dell’Ance. I dati emersi sono drammatici: nell’anno in corso gli investimenti in costruzioni registrano una flessione del 7,6% , peggiore di  quella del 2011 (-5,3%). Numeri che ricordano quelli dell’inizio della crisi nel 2009.
Anche le previsioni non promettono nulla di buono: per il 2013 proseguirà la fase negativa con una riduzione degli investimenti del 3,8% rispetto al 2012. Secondo lo studio dell’Ance soffrono tutti i comparti: quello delle nuove abitazioni in sei anni avrà perso  oltre il 54%; quello dell’edilizia non residenziale privata segna una riduzione del 31,6%, così come quello delle opere pubbliche (-42,9%).
L’unico settore che sembra tenere è quello della riqualificazione e manutenzione straordinaria (+12,6 negli ultimi 6 anni). La crisi dell’edilizia si ripercuote anche dal punto di vista sociale: sono circa 360 mila i posti di lavoro persi nel settore. “Non c’è più tempo di aspettare  – ha commentato Buzzetti – questo Governo deve riconoscere di aver dato una frenata eccessiva al settore e trovare gli strumenti per rilanciarlo a partire da alcune semplici proposte: ragioniamo su un piano di dieci anni per la manutenzione del territorio utilizzando i progetti che già ci sono  e sui quali i sindaci sono d’accordo; incentiviamo il risparmio energetico – ha proseguito – ma facciamolo con degli sgravi nel tempo, non di sei mesi; puntiamo sulla legalità con nuove norme per quanto concerne l’assegnazione degli appalti. Su questo puntiamo da anni per rappresentare gli imprenditori migliori ma la politica non ci ascolta”, ha ribadito Buzzetti. Soprattutto “sblocchiamo la situazione dei mancati pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione”.  Un tema su cui Federcostruzioni ha avviato dalla scorsa primavera una forte battaglia. A questo proposito il vicepresidente di Federcostruzioni Luca Turri  ha sottolineato che “ il debito della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese del settore è ben più consistente dei 19 miliardi relativi alle sole aziende di costruzioni, in quanto questi mancati pagamenti si riverberano sulle migliaia di imprese dell’indotto. Noi stimiamo che le sofferenze creditizie a causa di questi ritardi ammontino a circa 30 miliardi”.   “Una situazione – ha aggiunti Turri – che sta portando molte imprese alla chiusura e che deve essere immediatamente risolta, anche perché queste risorse possono consentire di tenere vivo un settore, le costruzioni, che può svolgere un ruolo determinante per far ripartire l’economia e porterebbe immediati benefici in campo occupazionale”.

 

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