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La perdurante crisi economica continua a far pesare i suoi pesanti effetti negativi sul settore dell’edilizia, che risulta essere uno dei più problematici per quanto riguarda il rispetto dei tempi di pagamento tra i diversi comparti economici in Italia. Eppure, nonostante uno scenario di perdurante fragilità, nei primi sei mesi del 2012 sono stati registrati dei lievi segnali di ripresa. Nello specifico, nel primo semestre dell’anno in corso il 42,7% delle imprese attive nel settore edile ha pagato regolarmente alla scadenza i propri fornitori (contro il 46,8% della media italiana), facendo registrare un leggero miglioramento rispetto al 41,3% di fine 2011. La maggioranza delle imprese dell’edilizia, pari al 52,4% del totale, ha invece regolato le transazioni commerciali con un ritardo fino a 30 giorni oltre i termini contrattuali, il 3,3% con un ritardo compreso tra 30 e 60 giorni, l’1,1% tra 60 e 90 giorni, lo 0,4% tra 90 e 120 giorni e il restante 0,2% oltre 120 giorni. È quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2012, aggiornato al primo semestre, realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato la situazione del macro settore dell’edilizia, comprensivo dei comparti “costruzione di edifici”, “edilizia specializzata” ed “installatori”. “L’Edilizia è sicuramente uno dei settori che sta risentendo maggiormente della crisi degli ultimi anni – commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B -. Basta osservare i dati relativi ai pagamenti alla scadenza, che sono crollati di quasi 20 punti percentuali rispetto al 2007, quando la crisi non si era ancora manifestata. Alcuni comparti in particolare, come quelli della Costruzione di edifici e dell’Edilizia Specializzata, risultano in grande difficoltà. Questo dato appare ancora più grave se si considera che a livello generale negli ultimi anni si è osservata una generalizzata ‘istituzionalizzazione’ del ritardo, nel senso che l’allungamento dei tempi di pagamento è stato incorporato negli accordi definiti contrattualmente tra le parti”. A questo riguardo, da una recente ricerca qualitativa realizzata da CRIBIS D&B su oltre 500 credit manager italiani, risulta infatti che oltre il 90% degli intervistati ha ricevuto richieste di allungamento dei termini di pagamento mentre il 62% degli intervistati ha individuato proprio nella richiesta di allungamento dei termini di pagamento uno delle maggiori problemi che la sua azienda ha dovuto affrontare nell’ultimo anno. Questa istituzionalizzazione del ritardo è un aspetto rilevante, specie se si considera che sarà difficile per il fornitore, una volta concesse condizioni di pagamento più lunghe, potere tornare indietro su termini più brevi in futuro. L’analisi per area geografica Osservando nel dettaglio le abitudini di pagamento per macro area geografica, la situazione più critica viene rilevata nel Sud e Isole: qui le imprese dell’edilizia pagano entro la scadenza dei termini contrattuali solo nel 30,4% dei casi. Invece, i comportamenti di pagamento risultano decisamente meno problematici nel Nord Est e nel Nord Ovest, dove si riscontrano percentuali di “buoni pagatori” superiori al 50% dei casi (oltre 8 punti percentuali in più rispetto alla media settoriale). Nel Centro Italia, infine, i pagatori puntuali sono risultati essere pari al 38,2% delle imprese. La regione più puntuale, sempre relativamente al settore dell’Edilizia, risulta essere la Lombardia, con una percentuale di aziende virtuose pari al 52,1% del totale. Seguono Veneto (51,9%) e Piemonte (50,6%). In fondo alla classifica si piazzano, invece, Sardegna (23,4%), Calabria (26,7%) e Sicilia (27%). L’edilizia nel dettaglio Nei primi sei mesi del 2012 il comparto relativamente più puntuale nel rispetto degli impegni di pagamento è stato quello degli installatori, con il 44% di imprese virtuose. Male, invece, quello della costruzioni di edifici (con una quota del 40%) e ancor peggio quello dell’edilizia specializzata, con il 36,2%. Nella classe di pagamenti con oltre 120 giorni di ritardo rispetto agli impegni contrattuali le differenze si annullano e tutti i comparti si assestano intorno allo 0,2% del totale. Per altro, rispetto al 2007 c’è stato un generale crollo delle performance di pagamento in tutti i comparti dell’Edilizia, con medie che sono diminuite di circa 20 punti percentuali. Le difficoltà riscontrate in termini di puntualità nei pagamenti trovano riscontro anche nei dati sui fallimenti: infatti, quasi un quinto di tutti i casi registrati in Italia nel I semestre 2012 riguarda l’Edilizia, che si conferma essere il settore in maggiore difficoltà con 1.345 imprese che sono state costrette a portare i libri in Tribunale. Tra queste, ben 795 operavano nella costruzione di edifici. “In questa fase ancora molto delicata stiamo comunque rilevando un elemento positivo – conclude Marco Preti – rappresentato da una sempre maggiore attenzione alla gestione dei tempi di pagamento, del credito commerciale e, più in generale, del Working Capital. Del resto, negli ultimi anni le imprese hanno investito molto in procedure e strumenti che consentissero di intercettare tempestivamente i segnali deboli di deterioramento dell’affidabilità dei propri partner, di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire tempestivamente con azioni di prevenzione e limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni sui propri flussi di cassa. Un’operazione, questa, non a costo zero ma che riteniamo potrà dare benefici concreti anche dopo la fine della crisi”. Per trovare conferma di questa maggiore attenzione è sufficiente considerare che i partecipanti al programma CRIBIS iTRADE – la prima soluzione in Italia per la gestione di pagamenti commerciali e il più ampio patrimonio di informazioni sui comportamenti di pagamento – sono cresciuti esponenzialmente dall’inizio della crisi, portando a più che raddoppiare le esperienze di pagamento disponibili all’interno del sistema. 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