Come tutelare i diritti dei lavoratori e la sopravvivenza delle imprese

Gestito pariteticamente dalle organizzazioni di rappresentanza imprenditoriale e dei sindacati dei lavoratori, il Sistema Bilaterale delle Costruzioni è costituito da 300 enti territoriali tra Casse edili, coordinate dalla CNCE, Scuole edili, coordinante dal Formedil, e Comitati paritetici territoriali per la sicurezza, coordinati dalla CNCpt. Una realtà che rappresenta un vero e proprio servizio sociale a integrazione di quello pubblico, che in questi anni così difficili ha assunto una funzione di ammortizzatore sociale aggiunto, in grado di assicurare assistenza sociale e sanitaria nonché corsi di formazione e controlli sulla sicurezza che si basano su versamenti contributivi aggiuntivi rispetto a quelli versati nelle casse di Inps e Inail.
“Nel 2011 – sottolinea Marco Garantola, Presidente della CNCpt – il Sistema Bilaterale delle Costruzioni ha gestito 2 miliardi di contributi versati lo scorso anno dalle 130.000 imprese iscritte per un’occupazione registrata di 700.000 addetti. Di questi, un miliardo e 200 milioni sono stati destinati a ferie e tredicesima mensilità, 400 milioni alle pensioni di anzianità professionale edile, 200 milioni all’assistenza sociale e sanitaria, 120 milioni a formazione e sicurezza. Una rete che consente di assicurare condizioni di lavoro migliori e una crescita professionale che sono garanzie sostanziali di un Paese civile. Nel 2011 i nostri Comitati per la sicurezza hanno infatti svolto oltre 52.000 visite nei cantieri e il sistema delle Scuole edili ha coinvolto nelle diverse attività di formazione 142.000 operatori del settore. Ebbene con la diminuzione dell’attività tutto questo è a rischio. Alla riduzione dei contributi che ne deriva si aggiungono le difficoltà finanziarie delle imprese ancora attive, che tra i mancati pagamenti della pubblica amministrazione e il credit crunch non riescono più neppure ad assicurare versamenti regolari al sistema”.
I Comitati per la sicurezza nel 2011 hanno svolto circa 900 visite di assistenza in più rispetto al 2010 supportando imprese e lavoratori in circa 29.000 cantieri. Del totale delle visite effettuate nel 2011, quelle richieste dall’impresa sono state 5.775, il 10% in più di quelle del 2010, mentre quelle effettuate su segnalazione 717, il 58% in meno di quelle dell’anno passato. Sembra emergere quindi un crescente apprezzamento per l’attività svolta dai CPT in termini di miglioramento dell’ambiente di lavoro e prevenzione degli infortuni.
A questi si aggiungono i corsi di formazione delle Scuole Edili. In particolare, nei tre anni che vanno dal 2009 al 2011 il sistema ha coinvolto in attività di formazione oltre 385.000 addetti di cui oltre 311.000 operai. Si tratta di circa il 50% del totale dei lavoratori registrati dal sistema. Nel 2011 si è verificata la più alta partecipazione ai corsi dall’avvio dell’iniziativa, con 142.357 allievi. Tra di loro più di 116.000 operai e 23.000 tecnici. Nel triennio della crisi il numero degli stranieri ha oscillato tra i 26.000 e i 29.000, mentre quello delle donne ha fatto registrare un boom nell’ultimo anno, passando dai 5/6.000 dei primi due anni ai quasi 15.000 del 2011. Un’attività formativa, quella condotta dalle Scuole edili, che si è concentrata sulla formazione al lavoro in sicurezza attraverso il progetto 16oreMICS contribuendo in maniera rilevante a ridurre gli infortuni sul lavoro, calati di quasi il 10% nel 2011 rispetto al 2010.
“I numeri confermano ciò che andiamo dicendo ormai da diversi anni – afferma il Presidente del Formedil Massimo Calzoni – e cioè che il Sistema Bilaterale delle Costruzioni è un sistema che funziona e che offre servizi imprescindibili a imprese e a lavoratori. Nel vivo della crisi del settore, che possiamo far coincidere con il triennio 2009 – 2011, il sistema degli enti bilaterali ha messo in campo a livello nazionale e locale un’azione imponente che ha rappresentato un pezzo di welfare sussidiario per tutti i soggetti del comparto edilizio. Tutto ciò è stato avallato dal recente accordo Stato – Regioni in cui le 16Oreprima sono state riconosciute ufficialmente per il loro straordinario contributo per una buona occupazione. Nel triennio 2009 – 2011 oltre 60 mila lavoratori e più di 40 mila imprese si sono rivolte al sistema bilaterale di settore per formare con le sedici ore lavoratori all’ingresso o al reingresso nel settore. Una campagna di massa resa possibile grazie ad una regia unitaria nazionale e ad un’offerta formativa omogenea sull’intero territorio nazionale: non un insieme di corsi ma un vero e proprio servizio formativo nazionale di settore. Credere in un innalzamento professionale garantito per tutti i lavoratori dell’edilizia è un baluardo che in questi anni siamo riusciti a tenere saldo e vorremmo continuare a salvaguardare anche in questo momento difficile. È per questo che, sulla base del mandato delle parti sociali, abbiamo accettato la sfida della Borsa Lavoro per promuovere la buona occupazione”.

Gli effetti della crisi e i rischi per la tutela dei lavoratori
Secondo l’Osservatorio CNCE (Commissione Nazionale Casse Edili) sulle costruzioni l’attività nel settore si è ridotta di un quarto in tre anni. La contrazione in numero di ore lavorate è stata rispetto all’anno precedente dell’11% nel 2009, dell’8% nel 2010 e del 6% nel 2011. Complessivamente, quindi, in tre anni si è registrata una contrazione del 25%. Una situazione che sembra destinata a subire un’ulteriore accelerazione negativa. Nel primo bimestre di quest’anno, infatti, il calo delle ore lavorate rispetto allo stesso periodo del 2011 è stata pari al 17,5%.
A sorprendere è in particolare il dato di febbraio. Nel secondo mese del 2012 si è assistito infatti a un crollo del 28% delle ore lavorate, scese a 33.966.181 dalle 47.064.227 dello stesso mese del 2011. Anche considerando l’emergenza meteo che ha attanagliato il Paese nel primo periodo dell’anno, il dato resta impressionante. Soprattutto perché viene confermato dal calo del numero di imprese e operai iscritti alle Casse edili, che rappresenta un indicatore più strutturale e meno congiunturale.

Il crollo di attività e la profonda crisi finanziaria che ha colpito il settore ha avuto e sta avendo effetti drammatici sul piano dell’occupazione. Secondo i dati dell’Osservatorio che monitora circa l’80% del sistema e che a sua volta rappresenta circa la metà del totale dell’occupazione registrata ad inizio della crisi, nell’ambito del sistema bilaterale soltanto nel 2011 la perdita occupazionale ha riguardato 70.000 lavoratori. È realistico pensare che rispetto al 2008 oggi nelle costruzioni si siano perduti più di 300.000 posti di lavoro e considerati i dati della Cassa integrazione straordinaria altri 200.000 potrebbero scomparire a breve.
“A febbraio del 2012 – commenta il Vicepresidente della CNCE Massimo Trinci – la quota di operai iscritti a 84 Casse Edili monitorate è diminuita del 12% rispetto allo stesso mese del 2011, passando da 420.207 a 367.710, con una perdita di oltre 50.000 addetti. Sulla base di questo dato è possibile stimare che in un anno, all’interno del sistema bilaterale delle costruzioni, siano stati espulsi non meno di 70.000 operai. Considerato che in questo sistema rientra circa il 50% del totale dell’occupazione del settore stimato dall’Istat e riguarda le imprese più strutturate è ipotizzabile che soltanto nel 2011 nell’edilizia siano scomparsi almeno 150.000 posti di lavoro. Dall’inizio della crisi sono pertanto oltre 300.000 i posti di lavoro perduti nelle costruzioni.”
Sono scese invece dell’11% le imprese attive iscritte in Cassa Edile. Erano 95.692 a febbraio 2011; sono state 84.745 nello stesso mese del 2012, con una perdita per il sistema di quasi 11.000 aziende.

“È realistico pensare – precisa il Presidente della CNCpt, Marco Garantola – che rispetto al 2008 oggi nelle costruzioni si siano perduti più di 300.000 posti di lavoro e considerati i dati della Cassa integrazione straordinaria altri 200.000 potrebbero scomparire entro il 2012. Per quanto riguarda le imprese dall’inizio della crisi il numero di quelle attive iscritte al sistema delle Casse edili si è ridotto a livello nazionale, mediamente, di un 10% all’anno. Il che vuol dire che tra la fine del 2008 e la fine del 2011 sono scomparse dal mercato un terzo delle imprese”.

Tutto ciò sta generando un meccanismo perverso che ha pesanti ripercussioni sul funzionamento dell’intero mercato del lavoro. “A livello periferico – sottolinea Massimo Calzoni, Presidente del Formedil – la situazione sta diventando insostenibile: le imprese, che faticano a ottenere commesse e finanziamenti, non riescono a pagare i contributi ai loro lavoratori presso le Casse Edili, l’Inps e l’Inail. Questo impedisce loro di ottenere il Durc (Documento unico di regolarità contributiva), indispensabile per partecipare ai bandi per i lavori pubblici e privati. Si innesca così un circolo vizioso che potrebbe bloccare completamente il mercato”.

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