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David Chipperfield, durante l’incontro con i rappresentanti dei 41 Paesi partecipanti alla 13. Mostra di Venezia, svoltosi lo scorso 17 gennaio, ha annunciato le linee generali della 13. Mostra, intitolata Common Ground. Chipperfield ha dichiarato: “Voglio che questa Biennale renda omaggio a una cultura architettonica vitale e interconnessa che si interroghi sui territori condivisi, intellettuali e fisici. Nella selezione dei partecipanti la mia Biennale favorirà la collaborazione e il dialogo, che considero il cuore dell’architettura, e il titolo fungerà anche da metafora del terreno di attività dell’architettura. Mi interessano gli elementi che accomunano gli architetti, dalle condizioni della pratica architettonica alle influenze, collaborazioni, storie e affinità che inquadrano e contestualizzano il nostro lavoro. Vorrei cogliere l’occasione di questa Biennale per potenziare la comprensione della cultura architettonica e per valorizzare le continuità filosofiche e pratiche che la definiscono. Il titolo ‘Common Ground’ allude esplicitamente anche al terreno fra edifici, agli spazi della città. Vorrei che i progetti esposti alla Biennale indagassero in profondità il significato degli spazi creati dagli edifici: gli ambiti politici, sociali e pubblici di cui l’architettura fa parte. Non voglio smarrire il tema dell’architettura in un pantano di speculazioni sociologiche, psicologiche o artistiche, ma piuttosto cercare di ampliare la comprensione del contributo specifico che l’architettura può dare nella definizione del terreno comune della città. Il tema è un atto deliberato di resistenza all’immagine dell’architettura diffusa oggi dalla maggior parte dei media fatta di singoli progetti che scaturiscono dalle menti di talenti individuali già pienamente compiuti. Vorrei promuovere il fatto che l’architettura è fortemente legata, intellettualmente e praticamente, alla condivisione di problemi, influenze e intenti. Il mio metodo di selezione degli architetti rafforzerà il tema di base ponendo la collaborazione e il dialogo come elementi fondamentali di questa Biennale. Inviteremo i partecipanti a proporre opere o installazioni, ma chiederemo loro anche di proporre altri nomi con i quali desiderino collaborare. In questo modo, la scelta curatoriale iniziale verrà integrata da un ulteriore serie di relazioni generate dagli architetti selezionati. Mi auguro che tali dialoghi attraversino i confini generazionali, stilistici, geografici e disciplinari. Potrebbero anche far emergere il ruolo essenziale di altri settori della cultura architettonica: i media, le istituzioni di ricerca, le scuole, le case editrici, le gallerie, le fondazioni e cosi via. I risultati, spero, si avvarranno di tutti i mezzi disponibili per raccontare storie riguardanti i terreni comuni della professione e della città. La mia intenzione è di evitare non solo una selezione esclusiva di progetti in base a pregiudizi o gusto, ma anche l’allestimento di una mostra acriticamente inclusiva. Desideriamo offrire ai partecipanti l’opportunità di illustrare il proprio lavoro all’interno del contesto più ampio della pratica architettonica, non soltanto come dimostrazione di talento individuale, ma anche per riunirci e definire le nostre ambizioni e responsabilità”. “Con Kazuyo Sejima si era tornati ad affidare la Mostra a un architetto – ha dichiarato il Presidente Paolo Baratta – e ora abbiamo la fortuna di avere David Chipperfield. Le Biennali degli ultimi anni avevano dilatato la rappresentazione dell’architettura evidenziando le sue connessioni con una serie di grandi “questioni” di tipo sociale, urbano, ambientale e politico. E’ parso utile rivolgersi a un architetto che ha grande interesse per l’architettura come disciplina e che si interroga rispetto agli elementi che la compongono, alle finalità che persegue, ai vincoli che la condizionano, agli strumenti con cui essa agisce nei luoghi, negli spazi, negli edifici. La prossima Mostra di Architettura sarà caratterizzata dall’evidenziazione di una serie di rapporti e relazioni che legano grandi architetti e giovani generazioni che ai primi si ricollegano. Sarà una Mostra che rappresenterà uno straordinario aggiornamento sia per il pubblico in generale, sia per il mondo dell’architettura. Anche per questo è stato subito avviato il programma di coinvolgimento delle Università di tutto il mondo denominato Biennale Sessions, già sperimentato con successo nella scorsa edizione della Mostra”. La 13. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia presenterà inoltre, come di consueto, le Partecipazioni nazionali, con proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini e all’Arsenale, oltre che nel centro storico di Venezia. Anche per questa edizione si prevedono selezionati Eventi collaterali, proposti da enti e istituzioni internazionali, che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative a Venezia in concomitanza con la 13. Mostra. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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