Cersaie 2011 onora il Giappone

L’edizione 2011 di Cersaie darà ampio spazio alla cultura architettonica giapponese, proprio nell’anno in cui il Paese è stato messo a dura prova da due eventi devastanti: terremoto e tsunami.
A prendere la parola, alla 29ª edizione del Salone internazionale della ceramica per l’architettura e l’arredobagno, che si terrà a Bologna dal 20 al 24 settembre, saranno due protagonisti assoluti dell’architettura nipponica contemporanea e internazionale: Kengo Kuma e Kazuyo Sejima.  
“Power of the place”, il potere dei luoghi. Questo il titolo dell’intervento di Kuma, fondatore del prestigioso Kengo Kuma & Associates di Tokyo e autore di alcune tra le opere di architettura più importanti e ardite realizzate sul suolo giapponese e non solo, tra cui la “Water/Glass House” di Shizuoka e il “Toyoma Center for Performance Artes” di Miyagi, lo “Stone Museum” di Tochigi e il Nezu Museum di Tokyo.
Filo conduttore delle opere, per un’artista che sta seguendo attualmente diversi grandiosi progetti tra Cina ed Europa (vale la pena ricordare l’Arts Centre di Besançon, in Francia, e il Performing Arts Centre di Granada, in Spagna), il “vuoto”, che con Kengo Kuma entra a far parte a pieno titolo dell’architettura, al pari degli altri materiali da costruzione. “Il vuoto – ebbe a dire lo stesso Kuma in una lectio magistralis tenuta nel 2008 a Torino in occasione del Congresso internazionale di Architettura – ha in architettura la stessa importanza che ha il silenzio in musica”.
E ancora: “Molti miei colleghi credono che debba essere il museo il motivo di visita di un luogo, concepiscono i musei come fini. Per me sono mezzi: l’architettura – aveva osservato l’architetto nipponico, che interverrà a Cersaie nella giornata di mercoledì 21 settembre alle 14.00 – deve essere una finestra verso qualcos’altro, sempre nel rispetto dei fenomeni naturali”. 
Architettura come strumento, costruzione come atto di “rispetto” verso la natura. E come capacità di saper coniugare design e tecnologia, avanguardia e recupero dell’antichissima tradizione nipponica, con le sue geometrie minimaliste, nella capacità, in definitiva, di collegare il materiale e l’astratto che un’altra protagonista è stata invitata a raggiungere Bologna per la prossima edizione del Salone. 
Kazuyo Sejima– che terrà una lectio magistralis venerdì 23 settembre alle ore 11.00 –è titolare di un proprio studio di architettura dal 1987. Nel 1995 – insieme a Ryue Nishizawa – fonda Sanaa, lo studio di Tokyo che ha firmato alcune fra le più innovative opere di architettura realizzate di recente in tutto il mondo, dal New Museum of Contemporary Art di New York al Serpentine Pavilion di Londra, dal Christian Dior Building di Omotesando (Tokyo) al 21st Century Museum of Contemporary Art di Kanazawa, premiato nel 2004 col Leone d’Oro alla 9ª Mostra Internazionale di architettura della Biennale di Venezia. Ed è proprio Toyo Ito – suo maestro e primo “datore di lavoro” – a descriverla come “un architetto che usa la massima semplicità per collegare il materiale e l’astratto”. Con la capacità di valorizzare al massimo, nell’arte architettonica, le differenze di genere, tanto da essere la prima donna a curare, sempre per la Biennale, l’Esibizione internazionale di architettura del 2010, dopo il successo ottenuto già nel 2000 con l’allestimento della “City of girls” all’interno del padiglione giapponese. Vincitrice, lo scorso anno, del prestigioso Pritzker Architecture Price, Kazuyo Sejima ha seguito di recente altri importantissimi progetti sul suolo europeo, dal Rolex Learning Center presso l’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna, in Svizzera, inaugurato nel marzo 2010, alla nuova sede del Museo Louvre a Lens, in Francia, in fase di realizzazione. 

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