Arcimboldo torna a Milano

Oltre trecento opere ripercorrono il percorso artistico di questo straordinario artista, e restituiscono l’atmosfera culturale della Milano cinquecentesca.
In mostra, disegni di Leonardo da Vinci, preziosi oggetti d’arte applicata, arazzi, raffinate armature, dipinti dei grandi artisti milanesi del tempo fanno da contorno alle stupefacenti “teste composte” di Arcimboldo, oltre che ai suoi disegni per gli apparati scenici e i costumi delle feste di corte, ai suoi disegni naturalistici e ai pannelli delle vetrate del Duomo di Milano, realizzati insieme al padre Biagio.

Pittore ammiratissimo al tempo, tanto da essere chiamato nel 1562 da Massimiliano II d’Asburgo a lavorare alla corte imperiale di Vienna (e poi a Praga), venne in seguito dimenticato, e la sua opera classificata come “scuola di Leonardo”, a testimoniare in ogni caso il suo evidente legame con la cultura lombarda e con l’opera geniale del Maestro di Vinci.

È stato solo nel corso del Novecento, con le avanguardie artistiche, prima tra tutte il Surrealismo, che la sua opera è stata riscoperta, e ha cominciato a costituire un’inesauribile fonte di ispirazione per tanti artisti contemporanei.

A partire da allora, le immagini di Arcimboldo sono entrate nell’immaginario collettivo, grazie alla grafica e alla pubblicità, facendone uno degli artisti più conosciuti e amati dal vasto pubblico, ma anche uno dei più misteriosi.

La mostra ha così l’obiettivo di raccontare quale sia stata l’origine di queste straordinarie invenzioni, e di cercare di svelare anche un piccolo mistero, fino ad oggi rimasto senza risposta.

Cosa rese tanto famoso Arcimboldo da essere chiamato a Vienna dall’imperatore, che lo nominò anche “conte palatino”? Le sue opere milanesi conosciute fino ad oggi si muovevano infatti in territori più tradizionali (in particolare, la pittura sacra), e sembravano lontane da quelle mirabolanti invenzioni che suscitavano l’ammirazione dei suoi contemporanei.

L’analisi approfondita di alcune tavole con le Stagioni, conservate nel museo di Monaco di Baviera, permette oggi di individuare tali opere come le prime “teste composte”, da lui realizzate ancora a Milano, e probabilmente all’origine della sua chiamata a Vienna.

L’eccezionale possibilità di vedere questi dipinti vicini alle serie complete di Vienna, Parigi e Madrid, permette così a noi visitatori d’oggi di comprendere meglio come sia nata e si sia sviluppata l’idea di queste invenzioni uniche.

Una mostra rigorosa e documentata scientificamente, dunque, che permette a tutto il pubblico di seguire con semplicità il percorso che tra studi grotteschi e studi naturalistici ha portato Arcimboldo a realizzare le sue mirabolanti invenzioni, e che permette finalmente di vedere dal vivo tutti i dipinti più conosciuti e amati: dalle Stagioni agli Elementi, dal Vertunno al Giurista, al Bibliotecario, fino alle “teste reversibili” che riempivano (e riempiono tutt’oggi) di meraviglia gli spettatori; per concludere con quello che è considerato il suo testamento pittorico, la Testa delle quattro stagioni dell’anno, opera creduta perduta e ritrovata solo di recente, e che da pochi mesi è entrata a far parte delle prestigiose collezioni della National Gallery of Art di Washington.

Arcimboldo a Milano
Palazzo Reale
10 febbraio – 22 maggio 2011
www.mostrarcimboldo.it
www.comune.milano.it/palazzoreale

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