Dal 2008 al 2010 + 9,2% di imprenditori stranieri

Per quanto riguarda i settori di attività, l’imprenditoria etnica risulta essere maggiormente dedita alle attività commerciali e all’edilizia (con incidenze pari, rispettivamente, al 29,5% e al 22,5%), alla manifattura (10,1%) e alla ristorazione (8,6%). Anche a livello territoriale, esistono maggiori specializzazioni in alcuni settori: nelle aree del Nord Italia e in alcune del centro, per esempio, il settore più numeroso appare quello delle costruzioni, mentre nel Sud prevale nettamente quello commerciale. Inoltre, in Italia ogni quattro imprenditori stranieri uno è donna. Le imprenditrici straniere gestiscono innanzitutto attività nel settore della ristorazione, dove quasi la metà delle imprese sono a guida femminile, mentre nel commercio e nella manifattura esse rappresentano, rispettivamente, il 27,1% e il 29,5% del totale. Inoltre, in media gli imprenditori stranieri sono giovani: infatti, il 64,7% ha tra 30 e 50 anni, mentre addirittura il 10,3% non ha ancora compiuto i 30 anni.

Passando alla diffusione geografica delle imprese etniche, possiamo notare come, in valore assoluto, le tre province che ospitano il maggior numero di imprenditori stranieri siano quelle di Milano, Roma e Torino, nonostante nel capoluogo lombardo la variazione percentuale nell’ultimo biennio sia di solo il 5,6%: un valore decisamente più basso rispetto a quello delle tre province che hanno fatto registrare i tassi di crescita più alti, che sono Prato (+17,7%), Pavia (ancora +17,7%) e Rieti (+16,2%), mentre soltanto Nuoro (-2,3%) ha mostrato nel periodo in esame un tasso di crescita negativo. Per quanto riguarda la densità complessiva degli imprenditori stranieri rispetto al totale, il primato spetta a Prato e Trieste, con una incidenza sul totale del 15,3% e del 10,9% rispettivamente, seguite da Teramo (10,2%) e Gorizia (10%).

Fonte ilsole24ore.com

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