Ottobre produzione +0,7%

La ripresa procede seguendo l'effetto yo yo. In ottobre la produzione industriale, secondo il Centro studi di Confindustria, ha registrato un aumento dello 0,7% su settembre, quando si era avuto invece un calo dello 0,5% su agosto (dati Csc destagionalizzati). Rimane che rispetto al picco pre-crisi (aprile 2008) il livello di attività rimane inferiore del 16,2%, avendo recuperato il 12,8% dai minimi di marzo 2009.
Sotto l'aspetto tendenziale, la produzione media giornaliera è aumentata in ottobre del 7,1% sullo stesso mese del 2009.
Fin qui i dati congiunturali, ma quanto ci vorrà per ritornare sui livelli ante crisi? Intanto la possibilità del manifatturiero italiano di mantenere una crescita superiore al trend di medio periodo – prossimi al 2% medio annuo nel 2011/12 – appare connessa alla capacità delle nostre imprese di sostenere uno sviluppo delle esportazioni a ritmi superiori al 4,5% annuo. «In presenza di un rallentamento della domanda mondiale – osserva Alessandra Benedini, presentando il Rapporto di analisi dei settori industriali elaborato da Prometeia e Intesa Sanpaolo – e di condizioni valutarie erratiche questo scenario appare sfidante e implica un'accelerazione del processo di riqualificazione dell'offerta e di riposizionamento sui mercati più dinamici avviatosi nell'ultimo decennio».
«Uno scenario decisamente ottimistico per l'export» osserva Stefano Messina, ad di Ignazio Messina & C, gruppo dello shipping. Mentre Giuseppe Pasini, presidente di Federacciai, sottolinea, realisticamente, che «la produzione di acciaio sta risalendo ma la sovraccapacità sembra un elemento strutturale, anche a causa di un bilancio pubblico deficitario che non avvia la costruzione di infrastrutture. Inoltre i nodi irrisolti del sistema Paese, come un costo dell'energia squilibrato rispetto ai competitor, appesantiscono la situazione. É necessario allora che le imprese dell'acciaio studino aggregazioni e vadano di più all'estero».
Dal report di Prometeia-Intesa Sanpaolo emerge che il 2009 é stato un anno di forte sofferenza per le aziende: quasi il 40% del campione ha registrato un bilancio in perdita mentre il 20% non é riuscito a generare flussi di cassa dalla gestione. La situazione é particolarmente critica per le piccole imprese dei settori produttori di beni di consumo tradizionale (moda e mobili) e per quelle di subfornitura della filiera metalmeccanica. «Anche nella crisi, tuttavia, c'é un nucleo di imprese che crescono e mantengono un buon livello di produttività grazie a efficienza produttiva, radicamento sui mercati esteri, propensione a migliorare qualità e innovazione.

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